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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15389 del 22 luglio 2005
«La valutazione, ai sensi dell'art. 232 c.p.c., della mancata risposta all'interrogatorio formale rientra nell'ampia facoltà del giudice di merito di desumere argomenti di prova dal comportamento delle parti nel processo, a norma dell'art. 116...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2690 del 16 marzo 1987
«Non è viziata da omessa motivazione la sentenza nella quale il giudice ometta di prendere in considerazione la mancata risposta all'interrogatorio formale, dal momento che la legge consente di desumere solo elementi indiziari dalla mancata...»
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Cassazione civile, sentenza n. 1562 del 28 giugno 1961
«Il giuramento decisorio, nonostante la sua speciale natura e la particolare efficacia che assume nel processo, dati gli effetti che derivano tanto alla prestazione quanto dalla mancata prestazione, rientra pur sempre fra i mezzi di prova, come...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4800 del 29 maggio 1987
«Il principio per cui il giuramento decisorio, sia esso de scientia o de veritate, deve essere sempre ammesso, anche se i fatti dedotti siano stati già accertati od esclusi dalle risultanze di causa, non opera quando si tratta di mezzi istruttori...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 716 del 30 gennaio 1980
«Poiché il giuramento decisorio costituisce un mezzo che l'ordinamento mette a disposizione dei litiganti al fine di troncare, in tutto o in parte, la lite, mediante il supremo appello che uno di essi fa alla coscienza dell'avversario, il giudice,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 27026 del 12 novembre 2008
«In tema di giuramento decisorio, non comportano nullità la mancata verbalizzazione della formula e l'omessa pronuncia della parola «giuro » atteso che detta nullità, ipotizzabile solo nei casi tipizzati dalla legge a norma dell'art. 156 c.p.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7422 del 2 giugno 2000
«Al fine della validità del giuramento non è necessario che il giurante pronunci direttamente la formula fissata dall'articolo 238, comma 2, del c.p.c., essendo sufficiente che il medesimo, chiamato a giurare, dica «lo giuro», dopo che il giudice...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11945 del 23 ottobre 1999
«Non comportano la nullità del giuramento decisorio o suppletorio la omissione o la mancata menzione nel verbale di udienza dell'ammonizione rivolta dal giudice alla parte, mentre comportano nullità la mancata verbalizzazione della formula e, in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4881 del 8 marzo 1994
«Il fatto che il diritto di impugnazione sia attribuito dalla legge a più soggetti (alle parti ed ai rispettivi difensori) comporta che ciascuno di tali soggetti (ed anche ciascun difensore, quando l'interessato ne abbia nominato più di uno) può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3521 del 21 maggio 1983
«Il giuramento estimatorio va deferito, ai sensi dell'art. 241 c.p.c., secondo una formula che lasci libero il giurante di stabilire il valore della cosa domandata entro un limite massimo che il giudice stabilisce secondo il suo prudente...»
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Cassazione civile, sentenza n. 928 del 19 luglio 1946
«Al giuramento suppletorio si applicano tutte le norme formali stabilite dalla legge per il giuramento decisorio.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35217 del 21 settembre 2007
«In base al principio di tassatività delle impugnazioni sotto il profilo soggettivo, la facoltà di impugnazione spetta soltanto a colui al quale la legge espressamente lo conferisce, restando dunque inibita tale facoltà agli eredi dell'imputato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1315 del 20 febbraio 1996
«Qualora la parte nel richiedere la prova testimoniale non abbia indicato i testi da escutere ed il giudice non si sia avvalso del potere discrezionale conferitogli dalla legge di concedere alla parte un termine per la indicazione degli stessi, la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9902 del 6 ottobre 1998
«In materia di responsabilità aquiliana, qualora la sentenza di primo grado contenente una statuizione di condanna venga impugnata unicamente sull'accertamento della responsabilità e sull'esistenza del danno, il giudice d'appello, se non accoglie...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12419 del 16 maggio 2008
«Qualora il giudice ammetta la prova testimoniale e fissi l'udienza per la relativa assunzione, senza stabilire un termine perentorio per l'indicazione dei testi, deve ritenersi che egli abbia concesso alla parte la possibilità di indicare i testi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4374 del 8 aprile 1999
«L'esistenza dello specifico mandato ad impugnare rilasciato al difensore dall'imputato rimasto contumace nel precedente giudizio (art. 571, comma 3, c.p.p.) costituisce una condizione di legittimazione a proporre il gravame, sicché l'atto di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5478 del 9 giugno 1997
«In tema di impugnazione di sentenze contumaciali, al fine di non vanificare la tassatività dei termini fissati dalla legge, si considera valida l'impugnazione presentata dal difensore non munito di specifico mandato solo quando essa sia ratificata...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20652 del 25 settembre 2009
«In tema di giudizio di appello, il principio della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato, come il principio del "tantum devolutum quantum appellatum", non osta a che il giudice renda la pronuncia richiesta in base ad una ricostruzione dei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12687 del 18 dicembre 1998
«Le nullità o decadenze determinate dalla violazione delle disposizioni contenute negli artt. 244 e seguenti c.p.c. in materia di deduzione ed assunzione della prova testimoniale, indicazione dei testimoni, incapacità di deporre, hanno natura...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10502 del 7 maggio 2009
«Anche nell'assetto normativo processuale conseguente all'entrata in vigore della legge n. 353 del 1990 (e successive modif.), improntato oltretutto ad un sistema delle preclusioni istruttorie ancor più rigido rispetto al regime processuale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5754 del 30 ottobre 1981
«In materia di prova testimoniale, il potere del giudice di dichiarare inammissibile una prova irritualmente dedotta, in luogo di assegnare alla parte un termine perentorio per formulare od integrare le indicazioni volute dalla legge (art. 244...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 47414 del 19 dicembre 2008
«In materia di impugnazioni, l'indicazione di motivi generici nel ricorso, in violazione dell'art. 581 lett. c) c.p.p., costituisce di per sè motivo di inammissibilità del proposto gravame, anche se successivamente, ad integrazione e specificazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11083 del 11 giugno 2004
«L'azione revocatoria fallimentare prevista dall'art. 67 legge fall. non viola la previsione, protetta dalle norme costituzionali di cui agli artt. 1,4, 35 e 36 Cost., del diritto del lavoratore nei confronti del datore di lavoro al pagamento degli...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 21 del 11 febbraio 1995
«La mancanza, nell'atto di impugnazione, dei requisiti prescritti dall'art. 581 c.p.p., compreso quello della specificità dei motivi, rende l'atto medesimo inidoneo ad introdurre il nuovo grado di giudizio ed a produrre, quindi, quegli effetti cui...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11386 del 11 ottobre 1999
«La mancata prestazione del giuramento prescritto dall'art. 251 c.p.c. non comporta, in difetto di una espressa comminatoria di legge, la nullità della prova testimoniale, in quanto il giuramento medesimo non costituisce un requisito indispensabile...»
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Cassazione civile, sentenza n. 2572 del 11 agosto 1962
«L'inosservanza di forme degli atti processuali non importa pronuncia di nullità se la nullità non è comminata dalla legge, salvo che tale inosservanza non impedisca il raggiungimento dello scopo; non possono pertanto essere dichiarate nulle le...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 29420 del 17 dicembre 2008
«Qualora sia stata proposta un'azione revocatoria ordinaria per fare dichiarare inopponibile ad un singolo creditore un atto di disposizione patrimoniale compiuto dal debitore e, in pendenza del relativo giudizio, a seguito del sopravvenuto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18370 del 6 agosto 2010
«In tema di rapporti tra revocatoria fallimentare e revocatoria ordinaria, l'art. 67 della legge fall., non facendo alcun riferimento alla sorte dei diritti di coloro che abbiano subacquistato dal primo acquirente del debitore fallito, è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2013 del 18 febbraio 1992
«La nullità di un atto processuale è irrilevante se, una volta eccepita e dichiarata, l'atto venga rinnovato nelle forme di legge, salva la verificazione di una decadenza; né, ove l'atto viziato sia consistito nell'assunzione di una prova...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 27230 del 23 dicembre 2009
«L'azione revocatoria esercitata dal curatore fallimentare, si sensi dell'art. 66, secondo comma, della legge fall., nei confronti di terzi aventi causa del primo acquirente del fallito, pur presupponendo l'esercizio della revocatoria fallimentare...»