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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3235 del 17 marzo 1987
«Perché sussista il reato di occultamento, ai sensi dell'art. 412 c.p., non è necessario che il nascondimento sia correlato a particolari accorgimenti, essendo sufficiente che il cadavere sia stato sistemato in modo tale da ritardare per un tempo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 742 del 7 maggio 1969
«Il delitto di occultamento si distingue da quello di soppressione di cadavere per la precarietà del nascondimento, onde l'occultamento definitivo costituisce soppressione del cadavere. Nel primo reato, pur sussistendo la consumazione sin dalla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25833 del 4 luglio 2012
«L'esaltazione di un fatto di reato, finalizzata a spronare altri all'imitazione integra il delitto di istigazione a delinquere quando, per le sue modalità, sia concretamente idonea a provocare la commissione di delitti, il cui accertamento,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26907 del 3 luglio 2001
«A seguito della sentenza interpretativa della Corte cost. n. 65/70, l'apologia di reato punita dall'art. 414 ultimo comma c.p. deve considerarsi reato a pericolo concreto; pertanto la condotta di chi compia l'esaltazione di un fatto o del suo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16041 del 19 aprile 2001
«È atta ad integrare la fattispecie di cui all'art. 414 c.p. (istigazione a delinquere) sotto il profilo in particolare, dell'idoneità dell'azione a suscitare consensi, la condotta di chi, nel corso di una attività identificativa condotta dalle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2997 del 27 ottobre 1994
«Per la configurabilità del delitto di cui all'art. 414 c.p. è sufficiente la formulazione di un giudizio favorevole del fatto delittuoso, trattandosi di una figura di reato con evento di pericolo presunto. (Fattispecie relativa ad apologia dei...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13534 del 3 dicembre 1986
«L'elemento soggettivo del reato previsto dall'ultimo comma dell'art. 414 c.p. si identifica nel dolo generico e nella cosciente volontà di commettere il fatto in sé, con la intenzione di fare l'apologia di uno o più delitti, ed è irrilevante...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2252 del 8 ottobre 1985
«L'elemento soggettivo del reato di istigazione a delinquere, di cui all'art. 414 c.p., è costituito dal dolo generico, ossia dalla coscienza e volontà di incitamento o di esaltazione suggestiva a commettere determinati fatti delittuosi, anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11578 del 15 dicembre 1997
«Ai fini della responsabilità per colpa prevista dall'art. 57 c.p. a carico del direttore responsabile o del vice-direttore responsabile di un periodico per i reati commessi attraverso di esso, la figura del redattore responsabile, non prevista...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13541 del 3 dicembre 1986
«Condizione di punibilità del delitto di apologia di reato, di cui all'art. 414, terzo comma del codice penale, è che il fatto sia stato commesso pubblicamente. Pertanto, ai sensi del quarto comma, n. 2 dell'art. 266, c.p., è sufficiente che il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8600 del 25 agosto 1986
«Fare «apologia» agli effetti della sussistenza del reato preveduto nell'ultimo capoverso dell'art. 414 c.p. significa esprimere un giudizio positivo di valore rispetto ad un comportamento che la legge, invece, prevede come delitto ed il pericolo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26843 del 10 giugno 2010
«Integra il reato di istigazione a disobbedire alle leggi la ripetuta diffusione, mediante emittenti radiofoniche, di messaggi intesi a suggerire agli ascoltatori condotte contrarie a norme del codice stradale e gravemente pericolose per la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5927 del 30 maggio 1991
«Non costituisce il reato di cui all'art. 415 c.p. l'incitamento all'autoriduzione delle fatture per il consumo dell'energia elettrica e dell'acqua. (Nella fattispecie trattavasi di fatture emesse dall'Enel e dall'Acea).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3388 del 15 aprile 1981
«Il delitto di istigazione a disobbedire alle leggi di ordine pubblico, richiede, per la sua sussistenza, che un soggetto ponga in essere pubblicamente, con volontà libera e cosciente, l'evento di pericolo richiesto dalla norma incriminatrice, cioè...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10107 del 20 dicembre 1974
«Nel reato previsto dall'art. 415 seconda ipotesi, c.p. il dolo — analogamente a quanto richiesto per gli altri reati d'istigazione — consiste nella cosciente volontà di porre in essere l'evento di pericolo considerato dalla norma, cioè,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 23186 del 13 giugno 2012
«Il reato di scambio elettorale politico-mafioso è integrato dalla promessa di voti elettorali in cambio di somme di danaro od altra utilità fatta, fatta ad un candidato da un personaggio di spicco di un'organizzazione mafiosa mediante...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18080 del 11 maggio 2012
«Per la configurabilità del reato di cui all'art. 416 ter c.p. non basta l'elargizione di denaro, in cambio dell'appoggio elettorale, ad un soggetto aderente a consorteria di tipo mafioso, ma occorre anche che quest'ultimo faccia ricorso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 47405 del 21 dicembre 2011
«Nel reato di scambio elettorale politico - mafioso, il corrispettivo della promessa di voti può essere rappresentato da qualsiasi bene che rappresenti un "valore" in termini di immediata commisurazione economica, restando escluse dalla portata...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 46922 del 20 dicembre 2011
«Ai fini della configurabilità del reato di scambio elettorale politico-mafioso, previsto dall'art. 416 ter c.p., l'oggetto materiale della erogazione offerta in cambio della promessa di voti può essere rappresentato non solo dal denaro, ma da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 43107 del 22 novembre 2011
«Ai fini della configurabilità del reato di scambio elettorale politico-mafioso (art. 416 ter c.p.) è sufficiente un accordo elettorale tra l'uomo politico e l'associazione mafiosa, avente per oggetto la promessa di voti in cambio del versamento di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10785 del 9 marzo 2004
«La promessa di voti elettorali fatta, in cambio di somme di danaro o altra utilità, a un candidato da personaggio di spicco di un'associazione mafiosa mediante l'assicurazione dell'intervento di membri dell'associazione stessa integra il reato di...»
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Cassazione penale, Sez. III, ordinanza n. 5191 del 10 febbraio 2004
«Nel caso di accordo tra un candidato alle elezioni ed un esponente mafioso, il quale assicuri al primo, in cambio di danaro, il proprio appoggio elettorale, correttamente viene configurato il reato di cui all'art. 96 del T.U. approvato con D.P.R....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3859 del 30 gennaio 2004
«Per la sussistenza del reato di scambio elettorale politico-mafioso, previsto dall'art. 416 ter c.p., non è necessario che, nello svolgimento della campagna elettorale, vengano posti in essere singoli e individuabili atti di sopraffazione o di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4293 del 30 gennaio 2003
«Il reato di scambio elettorale politico-mafioso (previsto dall'art. 416 ter c.p.) si perfeziona nel momento della formulazione delle reciproche promesse, indipendentemente dalla loro realizzazione, essendo rilevante, per quanto riguarda la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4893 del 20 aprile 2000
«In tema di ricorso per cassazione, sussiste la ipotesi di manifesta illogicità della motivazione quando il giudice di merito, nel compiere l'esame degli elementi probatori sottoposti alla sua analisi e nell'esplicitare, in sentenza, l'iter logico...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2699 del 17 giugno 1992
«Il fatto di chi promette voti contro l'impegno del candidato che, una volta eletto, concluderà il sinallagma attraverso l'elargizione di favoritismi è sanzionato dall'art. 86 del T.U. delle leggi per la composizione e l'elezione degli organi delle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3801 del 28 gennaio 2014
«L'applicazione di una misura di sicurezza personale presuppone indefettibilmente, anche nell'ipotesi prevista dall'art. 417 cod. pen. e con specifico riferimento a persone condannate per il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9879 del 4 novembre 1997
«Il delitto di assistenza agli associati, di cui all'art. 418 c.p., presuppone la coincidenza temporale dell'attività di assistenza con la operatività dell'associazione criminale, in quanto l'aiuto prestato agli associati dopo la cessazione del...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 15756 del 3 aprile 2003
«L'esistenza del delitto di concorso esterno in associazione mafiosa non è esclusa dalla presenza nell'ordinamento del reato di cui all'art. 378 comma 2 c.p. (favoreggiamento personale aggravato), che concerne solo una particolare forma di aiuto,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3759 del 28 gennaio 2014
«In materia di reato di devastazione, ai fini della sussistenza della responsabilità a titolo di concorso non è necessario che l'agente compia materialmente un atto di danneggiamento, purché partecipi consapevolmente ai disordini diffusi....»