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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6387 del 28 ottobre 1983
«L'art. 701 c.p.c., nell'attribuire la competenza ad emettere i provvedimenti d'urgenza al giudice istruttore della causa pendente per il merito, si riferisce al giudizio per l'accertamento di quello stesso diritto che il ricorrente afferma essere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14765 del 4 giugno 2008
«Ai sensi dell'art. 669 novies, terzo comma, c.p.c., il provvedimento cautelare (nella specie sequestro ) perde efficacia sia nel caso di dichiarazione di inesistenza, anche se con sentenza non passata in giudicato, del diritto a tutela del quale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12595 del 23 novembre 1991
«Poiché la finalità del sequestro giudiziario ai sensi dell'art. 670 n. 1 c.p.c. è quella di assicurare l'utilità pratica di un futuro provvedimento decisorio e la fruttuosità della sua esecuzione coattiva mediante la consegna o il rilascio forzati...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2213 del 29 ottobre 1970
«Il sequestro giudiziario, di cui all'art. 670 n. 2 c.p.c. è strumentalmente preordinato ad assicurare elementi di prova da utilizzare nel giudizio di merito. Esso, pertanto, è provvisorio, non soltanto nel senso che è temporaneo, ma soprattutto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1777 del 26 marzo 1981
«Il sequestro conservativo ha la funzione cautelare di assicurare la destinazione della cosa, assoggettata a sequestro al soddisfacimento — per mezzo dell'espropriazione forzata — del credito che il sequestrante farà valere nella successiva causa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11029 del 5 ottobre 1999
«Nel procedimento di separazione personale dei coniugi, il provvedimento presidenziale di fissazione di un assegno di mantenimento, emesso in via provvisoria ai sensi dell'art. 708, c.p.c., ha natura cautelare e tende ad assicurare il diritto al...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2 del 21 aprile 1989
«Il principio di specialità contenuto nel primo comma dell'art. 14 della convenzione europea di estradizione non preclude qualsiasi esercizio della giurisdizione in riferimento a fatti anteriori alla data dell'estradizione e diversi da quelli per i...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 26663 del 30 giugno 2009
«In tema di reato colposo, il giudice penale è tenuto ad accertare la colpa concorrente del terzo, rimasto estraneo al giudizio, al solo fine di verificare la rilevanza della sua condotta sull'efficienza causale del comportamento dell'imputato e di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 34620 del 21 agosto 2003
«Nel caso di imprese gestite da società di capitali, gli obblighi concernenti l'igiene e la sicurezza del lavoro gravano su tutti i componenti del consiglio di amministrazione. La delega di gestione in proposito conferita ad uno o più...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6365 del 18 maggio 1987
«In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, l'improvviso guasto meccanico (costituito nella specie dalla rottura di un tubo che cagionò lo sversamento dei reflui inquinanti) non può considerarsi fatto imprevedibile e, pertanto, non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39216 del 23 settembre 2013
«Alle dichiarazioni rese ad agente "infiltrato" da soggetti poi qualificati come indagati o imputati non si applica né il divieto posto dall'art. 62 cod. proc. pen., né il limite di utilizzabilità previsto dall'art. 63, comma secondo, cod. proc....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9695 del 29 luglio 1999
«In tema di provocazione, la previsione dell'articolo 62 n. 2 c.p. è correlata ad un fatto ingiusto altrui cui consegue uno stato d'ira che, quale incontestabile impulso reattivo-aggressivo, scateni l'azione criminosa; l'attenuante deve pertanto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9256 del 12 ottobre 1993
«In tema di legittima difesa, la reazione è necessaria quando è inevitabile vale a dire non sostituibile da un'altra meno dannosa, ugualmente idonea ad assicurare la tutela dell'aggredito. Ne consegue che l'allontanamento di costui, se non fa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1072 del 17 gennaio 2007
«L'art. 270 sexies c.p. rinvia, quanto alla definizione delle condotte terroristiche o commesse con finalità di terrorismo, agli strumenti internazionali vincolanti per l'Italia, e, in tal modo, introduce un meccanismo idoneo ad assicurare...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8347 del 22 luglio 1988
«Il reato previsto dal primo comma dell'art. 306 c.p. (bande armate) esige da parte dell'agente una iniziativa programmatica o una preparazione della costituzione dell'associazione mediante una operosa iniziativa che ne determini la nascita, ovvero...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1540 del 12 febbraio 1985
«Per ritenersi realizzata l'ipotesi di reato di cui al primo comma dell'art. 306 c.p. si richiede da parte del soggetto agente un'iniziativa programmatica o una preparazione della costituzione dell'associazione mediante un'operosa iniziativa che ne...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2218 del 17 febbraio 1990
«In tema di cause di giustificazione, è esclusa la responsabilità penale dell'agente provocatore funzionario di polizia giudiziaria, qualora possa ravvisarsi nel suo operato l'adempimento di un dovere, in relazione alla norma contenuta nell'art....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35399 del 23 ottobre 2006
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 340 c.p. (interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità), è necessario che il turbamento della regolarità dell'ufficio si riferisca ad un'alterazione...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5385 del 10 febbraio 2010
«Il reato di violazione di sigilli è configurabile anche nel caso in cui i sigilli siano stati apposti esclusivamente per impedire l'uso illegittimo della cosa, perchè questa finalità deve ritenersi compresa in quella, menzionata nell'art. 349...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 23128 del 14 giugno 2007
«Il reato di violazione dei sigilli presenta natura plurioffensiva in ragione della sua idoneità a ledere, oltre che l'interesse della Pubblica autorità ad assicurare l'indisponibilità del bene per ragioni di giustizia o altro, anche un parallelo o...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 42900 del 4 novembre 2004
«Oggetto della tutela penale nel delitto di violazione di sigilli è la forma simbolica apposta sulla res la quale manifesta la volontà dello Stato di assicurare una cosa mobile od immobile, al fine di evitare atti di disposizione o manomissione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2600 del 26 gennaio 2004
«Nel delitto di violazione di sigilli, di cui all'art. 349 c.p., la finalità di assicurare la conservazione della cosa ricomprende anche la interdizione all'uso, atteso che oggetto giuridico del reato è la tutela della intangibilità della cosa che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7961 del 24 agosto 1993
«Nel delitto di violazione dei sigilli, oggetto della tutela penale non è la «cosa», assicurata dai sigilli stessi, bensì il mezzo giuridico che ne garantisce l'assoluta intangibilità. Ciò perché la ratio della norma incriminatrice risiede nella...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1566 del 3 luglio 2000
«Non integra il reato di cui all'art. 349, primo comma, c.p. la mera rimozione dei sigilli di un contatore dell'Enel, ricorrendo, invece, in tale fattispecie, la semplice violazione del disposto dell'art. 20, secondo comma, del D.M. 8 luglio 1924....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 902 del 26 gennaio 1994
«L'obbligo di denuncia dei reati, posto a carico del pubblico ufficiale dall'art. 361 c.p., non può essere soddisfatto mediante la presentazione della denuncia al sindaco del luogo, anche se questi rivesta qualità di organo di pubblica sicurezza....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5514 del 13 maggio 1978
«Quando la trattazione di un affare amministrativo dia luogo all'intervento funzionale per ragioni di materia e di territorio di diversi pubblici ufficiali, ciascuno di essi è obbligato a denunciare il reato di cui abbia preso conoscenza...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7328 del 22 luglio 1981
«L'elemento oggettivo del reato di favoreggiamento reale è costituito da qualsiasi comportamento idoneo a far definitivamente conseguire al favorito il provento della sua precedente attività criminosa e tale condotta non deve implicare...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 566 del 12 marzo 1973
«Per la integrazione del delitto di favoreggiamento reale non è sempre necessario un comportamento attivo potendo l'aiuto concretarsi anche in un comportamento omissivo, oggettivamente o soggettivamente rivolto ad assicurare a taluno il prodotto,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 905 del 20 ottobre 1992
«Per la sussistenza del reato di detenzione di sostanze stupefacenti è del tutto irrilevante il fine che l'agente intende conseguire mediante la detenzione della droga, sicché è ravvisabile il detto reato, e non quello di favoreggiamento reale,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9912 del 13 ottobre 1988
«Sussiste il concorso nel reato ogni qualvolta si pone in essere un'attività di cooperazione o di collaborazione che comporta appoggio e comunque agevola la commissione del reato. Tale attività di collaborazione e di appoggio, comunque prestata,...»