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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5096 del 1 febbraio 2008
«Il caso fortuito esclude l'elemento psicologico del reato, consistendo in un fatto assolutamente improvviso, imprevedibile e non evitabile dal soggetto agente pur facendo uso di ogni diligenza.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 17205 del 8 maggio 2002
«L'errore su legge diversa da quella penale (art. 47, terzo comma, c.p.) non rileva nel caso di norme da ritenersi incorporate nel precetto penale, fra le quali, tuttavia, non vanno annoverate quelle che — come nel caso delle norme privatistiche...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9069 del 13 ottobre 1982
«L'errore su legge diversa da quella penale, come tale escludente il dolo, è quello che cade su norma destinata in origine a regolare rapporti giuridici di carattere non penale e che non siano stati richiamati o inseriti in una norma penale e non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11497 del 22 marzo 2011
«L'elemento soggettivo del reato contravvenzionale non è escluso dall'errore sull'estensione di un'autorizzazione rilasciata per lo svolgimento di un'attività di gestione di rifiuti, perché si tratta di errore sul precetto che non integra lo stato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1278 del 3 febbraio 1994
«In tema di falso nummario, la grossolanità idonea ad integrare gli estremi del reato impossibile (art. 49 c.p.) ricorre solo quando il falso sia riconoscibile ictu oculi dalla generalità dei consociati espressa dall'uomo qualunque di comune...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11498 del 17 agosto 1990
«L'ipotesi di reato impossibile ricorre ogni qual volta il reato non possa verificarsi o per l'inidoneità dell'azione o per l'inesistenza dell'oggetto. In tema di falso, l'inidoneità dell'azione ricorre nel cosiddetto falso grossolano, nel falso,...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 2437 del 21 gennaio 2009
«Non integra il reato di lesione personale, né quello di violenza privata la condotta del medico che sottoponga il paziente ad un trattamento chirurgico diverso da quello in relazione al quale era stato prestato il consenso informato, nel caso in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3747 del 10 gennaio 1996
«Ai fini dell'esclusione del requisito dell'arbitrarietà nell'occupazione di area demaniale marittima sono irrilevanti, rispetto all'istituto della concessione, le figure giuridiche dell'acquiescenza (la costruzione del porto sarebbe «avvenuta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25339 del 21 luglio 2006
«In tema di legittima difesa a seguito delle modifiche apportate dalla legge 13 febbraio 2006 n. 59 all'art. 52 c.p., si è stabilita per legge la proporzionalità nel caso di violazione del domicilio da parte dell'aggressore a cui si contrappone,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2692 del 3 marzo 2000
«Agli effetti di quanto previsto dall'art.52 c.p., che configura la esimente della legittima difesa, occorre che l'altrui offesa ingiusta sia volta a ledere od ad esporre a pericolo un diritto, restando invece escluse dalla sfera applicativa della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9695 del 29 luglio 1999
«In tema di provocazione, la previsione dell'articolo 62 n. 2 c.p. è correlata ad un fatto ingiusto altrui cui consegue uno stato d'ira che, quale incontestabile impulso reattivo-aggressivo, scateni l'azione criminosa; l'attenuante deve pertanto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6811 del 13 giugno 1994
«Presupposto dell'attenuante della provocazione è, nell'aspetto soggettivo, uno stato d'ira incontenibile che provoca nell'agente la perdita dei poteri di autocontrollo, e che non può pertanto essere confuso con stati d'animo diversi quali il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 691 del 10 gennaio 2014
«La causa di giustificazione prevista dall'art. 52, comma secondo, cod. pen., così come modificato dall'art. 1 della legge 13 febbraio 2006, n. 59, non consente un'indiscriminata reazione nei confronti del soggetto che si introduca fraudolentemente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3200 del 15 marzo 2000
«L'esimente della legittima difesa non è applicabile allorché il soggetto non agisce nella convinzione, sia pure erronea, di dover reagire a solo scopo difensivo, ma per risentimento o ritorsione contro chi ritenga essere portatore di una qualsiasi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3494 del 27 marzo 1991
«In tema di legittima difesa uno dei requisiti indispensabili è l'attualità del pericolo da cui deriva la necessità della difesa. L'esimente è esclusa di fronte ad un pericolo futuro o immaginario, essendo rilevante soltanto il pericolo attuale,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25608 del 27 giugno 2011
«In tema di legittima difesa (art. 52 c.p.), è regola di esperienza che colui che è reiteratamente aggredito reagisce come può, secondo la concitazione del momento, e non è tenuto a calibrare l'intensità della reazione, finalizzata ad indurre la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16677 del 2 maggio 2007
«In tema di legittima difesa, le modifiche apportate dalla legge 13 febbraio 2006, n. 59 all'art. 52 c.p., hanno riguardato solo il concetto di proporzionalità, fermi restando i presupposti dell'attualità dell'offesa e della inevitabilità dell'uso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8999 del 3 ottobre 1997
«I presupposti essenziali della legittima difesa — scriminante ammessa nei confronti di tutti i diritti, personali e patrimoniali — sono costituiti da un'aggressione ingiusta e da una reazione legittima; mentre la prima deve concretarsi in un...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 14670 del 12 aprile 2011
«La disciplina in tema di uso legittimo delle armi in danno di chi si sottrae con la fuga ad una intimazione o all'arresto, prevista dalle leggi in materia di contrabbando, è eccezionale, e non può essere applicata in via analogica a casi diversi...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 45015 del 3 dicembre 2008
«Ai fini del riconoscimento della scriminante dell'uso legittimo delle armi o di altri mezzi di coazione fisica è irrilevante, in presenza degli altri requisiti previsti dall'art. 53 c.p., che l'arma venga utilizzata dall'agente in modo improprio...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 854 del 10 gennaio 2008
«Perché possa riconoscersi la scriminante dell'uso legittimo delle armi, quale prevista dall'art. 53 c.p., occorre, nell'ordine: che non vi sia altro mezzo possibile; che tra i vari mezzi di coazione venga scelto quello meno lesivo; che l'uso di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7337 del 20 febbraio 2004
«È legittimo l'uso delle armi ex art. 53 c.p.da parte di un agente di polizia che, per sedare una colluttazione e respingere la violenza attuata nei suoi confronti da alcuni corrissanti, esplode dei colpi di pistola in aria a scopo intimidatorio,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7570 del 11 giugno 1999
«La facoltà di arresto in flagranza da parte del privato (così come l'obbligo di arresto da parte di ufficiali o agenti di polizia giudiziaria) non giustifica, di per sè, l'uso di armi contro persone che, dopo aver tentato di consumare un delitto,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12137 del 29 novembre 1991
«In tema di uso legittimo di armi, nel caso di resistenza posta in essere con la fuga, manca il rapporto di proporzione tra l'uso dell'arma e il carattere non violento della resistenza opposta al pubblico ufficiale. In tale ipotesi il pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7583 del 15 luglio 1991
«L'uso legittimo delle armi può avere esplicazioni di varia gravità fino all'uccisione degli aggressori; deve, però, cessare quando essi si facciano scudo dell'ostaggio: la vita dell'ostaggio è un bene preminente da tutelare. (Nella specie,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6327 del 27 aprile 1989
«La disposizione di cui all'art. 53 c.p. trova il suo fondamento giuridico, e quindi la sua giustificazione normativa, nella necessità di consentire al pubblico ufficiale l'uso delle armi al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio; uso che...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9961 del 22 settembre 2000
«Ai fini dell'operatività della scriminante dell'uso legittimo delle armi (art. 53 c.p.), è irrilevante la distinzione tra resistenza attiva e resistenza passiva, dovendosi invece attribuire rilievo (pur in assenza di espressa previsione), al...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2148 del 1 marzo 1995
«Poiché per l'operatività dell'esimente prevista dall'art. 53 c.p. occorrono due condizioni strettamente interdipendenti tra loro, vale a dire l'uso legittimo dell'arma e la necessità di vincere una resistenza attiva, nonché un rapporto di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5527 del 20 maggio 1991
«L'uso delle armi nei confronti di persone disarmate, datesi alla fuga per sottrarsi all'intimazione o all'arresto, non è legittimo, trattandosi di comportamento di resistenza passiva.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 941 del 3 febbraio 1983
«Tanto la violenza quanto la resistenza sono costituite dall'impiego della forza, fisica o morale, diversificandosi solo per lo scopo che anima i soggetti. Pertanto, poiché in caso di persona in fuga non è configurabile alcuna delle due ipotesi...»