-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4462 del 5 maggio 1999
«Le disposizioni della L. n. 898 del 1970 sui casi di scioglimento del matrimonio spiegano i propri effetti anche in relazione ai matrimoni precedentemente celebrati, anche se concordatari, in qualunque tempo contratti, in applicazione del...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6541 del 7 maggio 2002
«L'accertamento del diritto all'assegno divorzile va effettuato verificando l'inadeguatezza dei mezzi del coniuge richiedente, raffrontate ad un tenore di vita analogo a quello avuto in costanza di matrimonio e che sarebbe presumibilmente...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8502 del 19 novembre 1987
«In sede di determinazione dell'assegno di divorzio previsto dall'art. 5 della L. 1 dicembre 1970, n. 898, il giudice con riguardo alle condizioni economiche delle parti non deve limitarsi ad accertare se il coniuge richiedente disponga di mezzi...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2690 del 5 febbraio 2010
«Ai fini della quantificazione dell'assegno di divorzio, deve essere considerata anche l'indennità di alloggio, riconosciuta al coniuge obbligato dal suo datore di lavoro, poiché tale emolumento, mirando a sollevare il beneficiario da possibili...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 25181 del 13 dicembre 2010
«Ai fini della quantificazione dell'assegno di divorzio rilevano non tutte le indennità attribuite al dipendente per il servizio all'estero, ma unicamente quelle atte a determinargli migliori condizioni di vita; pertanto, solo queste devono...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15064 del 9 ottobre 2003
«Ogni patto stipulato in epoca antecedente al divorzio volto a predeterminare il contenuto dei rapporti patrimoniali del divorzio stesso deve ritenersi nullo; è consentito, invece, che le parti, in sede di divorzio, dichiarino espressamente che, in...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8654 del 29 agosto 1998
«I provvedimenti di cui all'art. 9, primo comma, L. 898/70 in tema di assegno di divorzio devono ritenersi pronunciati “allo stato degli atti”, attesane la funzione di bilanciamento e riequilibrio degli interessi contrapposti degli ex coniugi, con...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18367 del 23 agosto 2006
«Ove, a sostegno della richiesta di revisione nel senso della diminuzione o della soppressione dell'assegno di divorzio, siano allegati sopravvenuti oneri familiari dell'obbligato (derivanti, nella specie, dalla nascita di due figli, generati dalla...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11913 del 22 maggio 2009
«In materia di revisione dell'assegno di divorzio, il diritto a percepirlo di un coniuge ed il corrispondente obbligo a versarlo dell'altro, nella misura e nei modi stabiliti dalla sentenza di divorzio, conservano la loro efficacia, sino a quando...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21331 del 18 settembre 2013
«La delibazione della sentenza ecclesiastica dichiarativa della nullità del matrimonio non produce alcun effetto di caducazione delle statuizioni contenute nella precedente sentenza dichiarativa della cessazione degli effetti civili del matrimonio...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 30033 del 29 dicembre 2011
«È ammissibile la richiesta di assegno di divorzio nel procedimento per la modifica delle relative condizioni, ove esso non sia stato precedentemente chiesto, purché si dia conto di circostanze sopravvenute, rispetto alle statuizioni del divorzio...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18116 del 12 settembre 2005
«Nel giudizio di divorzio, il termine di venti giorni prima dell'udienza di comparizione dinanzi al giudice istruttore segna il limite massimo per la proposizione della domanda riconvenzionale di riconoscimento dell'assegno divorzile, senza che ciò...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3330 del 8 ottobre 1976
«Il giudice non può concedere l'assegno di divorzio senza che vi sia stata domanda della parte interessata. Tuttavia, se nel giudizio di scioglimento di matrimonio il convenuto, opponendosi, insista per il mantenimento del vincolo e dei relativi...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3777 del 11 giugno 1981
«In tema di divorzio, il preventivo accordo con cui gli interessati stabiliscono, in costanza di matrimonio, il relativo regime giuridico, anche in riferimento ai figli minori, convenendone l'immodificabilità per un dato periodo di tempo, è...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8423 del 15 ottobre 1994
«Ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 5 del d.P.R. 29 settembre 1973 n. 597 contenente l'istituzione e la disciplina dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, nell'ipotesi che nel corso di un esercizio sociale di una società in nome...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21002 del 1 agosto 2008
«In tema di divorzio, la formula usata dal legislatore nell'art. 12 bis, aggiunto alla legge 1 dicembre 1970, n. 898 dall'art. 16 della legge 6 marzo 1987, n. 74, per attribuire al coniuge il diritto ad una percentuale dell'indennità di fine...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6047 del 29 maggio 1993
«La norma dell'art. 12 bis della L. 1 dicembre 1970, n. 898 — che regola il diritto del coniuge titolare di un assegno di divorzio (e non passato a nuove nozze) di conseguire una quota del trattamento di fine rapporto lavorativo percepito...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5553 del 7 giugno 1999
«Il disposto dell'art. 12 bis della legge 898/70 — nella parte in cui attribuisce al coniuge titolare dell'assegno divorzile che non sia passato a nuove nozze il diritto ad una quota dell'indennità di fine rapporto dell'altro coniuge «anche quando...»
-
Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 24421 del 29 ottobre 2013
«La quota del trattamento di fine rapporto dell'altro coniuge, riconosciuta dall'art. 12 bis della legge 1 dicembre 1970, n. 898, a quello titolare dell'assegno divorzile che non sia passato a nuove nozze, deve liquidarsi sulla base di quanto dal...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10458 del 10 luglio 2002
«In presenza di un coniuge superstite avente i requisiti per la pensione di reversibilità, il diritto del coniuge divorziato ad una quota del trattamento di reversibilità (art. 9, comma terzo, dell'art. 9, legge n. 898 del 1970 nel testo novellato...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 412 del 19 gennaio 1996
«A seguito dell'entrata in vigore della L. 6 marzo 1987, n. 74 che, nel modificare la normativa precedente (art. 9, L. n. 898 del 1970, già modificato dalla L. n. 436 del 1978), prevede in caso di morte di uno degli ex coniugi successivamente allo...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5939 del 25 maggio 1991
«In tema di divorzio, l'art. 13 della L. 6 marzo 1987, n. 74, il quale, sostituendo l'art. 9 della L. 1 dicembre 1970, n. 898 (come riformulato dall'art. 2 della L. 1 agosto 1978, n. 436), regola in via innovativa il trattamento economico del...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18199 del 18 agosto 2006
«La ripartizione del trattamento di reversibilità, in caso di concorso tra coniuge divorziato e coniuge superstite aventi entrambi i requisiti per la relativa pensione, deve essere effettuata, oltre che sulla base del criterio della durata dei...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4585 del 14 aprile 1976
«La domanda di divorzio deve essere proposta davanti al tribunale del luogo dove risiede il convenuto, e cioè nel luogo in cui questi ha la sua dimora abituale; a tal fine è irrilevante la circostanza che il convenuto, dopo aver trasferito la sua...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5865 del 4 luglio 1987
«Nel giudizio di divorzio, l'omissione del tentativo di conciliazione dei coniugi, per effetto della mancata comparizione di uno di essi all'udienza presidenziale all'uopo fissata, può ritenersi illegittima, e quindi idonea ad invalidare i...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15157 del 18 luglio 2005
«La disposizione di cui all'art. 4, nono comma, della legge 1 dicembre 1970, n. 898, nella formulazione introdotta dall'art. 8 della legge 6 marzo 1987, n. 74, in tema di procedimento di divorzio, secondo la quale, a fini acceleratori della...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4598 del 12 maggio 1976
«Qualora nel grado d'appello di un giudizio di divorzio uno dei coniugi muoia, la Corte deve dichiarare d'ufficio la cessazione della materia del contendere, con la caducazione della sentenza del grado precedente. L'erede del defunto può peraltro...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14022 del 25 ottobre 2000
«Il rito adottato dal legislatore, con l'art. 9 della legge sul divorzio, ai fini della modificazione dell'assegno divorzile, risulta regolato, in via generale, dagli artt. 737 ss., c.p.c., e, quanto alle forme, in parte risulta disciplinato...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3924 del 12 marzo 2012
«La domanda di revisione dell'assegno di divorzio e quella riconvenzionale di riconoscimento di una quota di t.f.r. sono oggettivamente connesse ai sensi dell'art. 36 c.p.c., perché il diritto all'assegno, di cui si discute nel giudizio di...»
-
Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 19336 del 25 settembre 2019
«La differenza tra locazione di immobile con pertinenze e affitto di azienda consiste nel fatto che, nella prima ipotesi, l'immobile concesso in godimento viene considerato specificamente, nell'economia del contratto, come l'oggetto principale...»