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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5396 del 13 marzo 1989
«La violenza sulle cose, quale circostanza aggravante del reato di violazione di domicilio e sulla base dell'indicazione legislativa contenuta nell'art. 392 c.p. (esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose), può consistere...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 14423 del 23 dicembre 1986
«Il termine «palesemente armato», di cui all'ultimo comma dell'art. 614 c.p., deve essere inteso nel senso che le armi siano portate in maniera palese dagli autori della violazione di domicilio, a prescindere dalla percezione o meno delle stesse da...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13941 del 9 dicembre 1986
«Ai fini della configurabilità dell'ipotesi aggravata della violazione di domicilio commessa con violenza sulle cose, di cui all'ultimo comma dell'art. 614 c.p., la sussistenza della materialità di tale violenza non deve essere rapportata alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8490 del 17 ottobre 1983
«L'esclusione della circostanza aggravante, la cui esistenza determina la procedibilità d'ufficio, non fa venire meno la procedibilità stessa, poiché l'aggravante, pur non potendo influire sulla misura della pena, conserva ogni altro suo effetto ai...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4107 del 2 maggio 1983
«L'aggravante di cui all'ultimo comma dell'art. 614 c.p. si configura anche se colui che commette la violazione di domicilio è in possesso di un'arma impropria (nella specie: un martello).»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9483 del 18 ottobre 1982
«Ai fini dell'aggravante prevista dall'art. 614 ultimo comma c.p. non è sufficiente un rapporto occasionale tra gli atti di violenza e la violazione di domicilio, ma occorre un nesso teleologico fra le due azioni. Pertanto, se la violenza è usata...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9089 del 13 ottobre 1982
«L'introduzione violenta nella parte del salone di una banca, delimitata dal bancone di lavoro e dagli sportelli, ove gli impiegati svolgono il loro lavoro costituisce violazione di domicilio poiché la detta zona, essendo destinata allo svolgimento...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4751 del 21 maggio 1983
«L'attenuante di aver cagionato alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di speciale tenuità non è applicabile al delitto di violazione di domicilio poiché tale reato offende non già il patrimonio, bensì l'inviolabilità del domicilio.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11780 del 26 marzo 2010
«La condotta di colui che penetra nell'abitazione altrui dopo aver infranto il vetro della finestra di un balcone integra il delitto di violazione di domicilio aggravato dalla violenza sulle cose, nel quale rimane assorbito quello di danneggiamento.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8996 del 10 agosto 2000
«L'assorbimento del reato di violazione di domicilio in quello di ragion fattasi si verifica solo quando l'esercizio del preteso diritto si concreta nel semplice ingresso e nella sola permanenza invito domino nella altrui abitazione (o negli altri...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16303 del 27 novembre 1989
«L'assorbimento del reato di violazione di domicilio in quello di ragion fattasi si verifica soltanto quando l'esercizio del preteso diritto si concreta o consiste nel solo ingresso e nella sola permanenza nell'altrui casa, invito domino. Quando...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7089 del 17 giugno 1988
«Il delitto di violazione di domicilio è assorbito nell'aggravante del furto ex art. 625 n. 1 c.p., ma non nel delitto di rapina, in cui il furto, che entra nella composizione complessa di detto reato, non è qualificato da alcuna aggravante.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4992 del 21 maggio 1985
«Il reato di violazione di domicilio non resta assorbito, ai sensi dell'art. 84 c.p., in quello di rapina impropria, in quanto non può considerarsi né elemento costitutivo né circostanza aggravante della rapina. (Nella specie è stato ritenuto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5088 del 19 maggio 1993
«L'abuso di poteri inerenti alle funzioni, che qualifica la condotta del delitto di violazione di domicilio commesso da un pubblico ufficiale, non postula la presenza degli estremi necessari per l'integrazione del reato di abuso di ufficio, potendo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44701 del 1 dicembre 2008
«Non sussistono gli estremi atti ad integrare il delitto di interferenze illecite nella vita privata (art. 615 bis c.p.) nel caso in cui il soggetto attivo effettui, attraverso l'uso di telecamere installate all'interno della propria abitazione,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 40577 del 30 ottobre 2008
«La ripresa fotografica da parte di terzi lede la riservatezza della vita privata ed integra il reato di cui all'art. 615 bis, c.p., sempre che vengano ripresi comportamenti sottratti alla normale osservazione dall'esterno, essendo la tutela del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 22024 del 22 maggio 2013
«Integra il reato di accesso abusivo al sistema informatico la condotta del pubblico dipendente, impiegato della Agenzia delle entrate, che effettui interrogazioni sul sistema centrale dell'anagrafe tributaria sulla posizione di contribuenti non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11689 del 20 marzo 2007
«Il delitto di accesso abusivo ad un sistema informatico, che è reato di mera condotta, si perfeziona con la violazione del domicilio informatico, e quindi con l'introduzione in un sistema costituito da un complesso di apparecchiature che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3067 del 14 dicembre 1999
«Con la previsione dell'art. 615 ter c.p., introdotto a seguito della legge 23 dicembre 1993, n. 547, il legislatore ha assicurato la protezione del «domicilio informatico» quale spazio ideale (ma anche fisico in cui sono contenuti i dati...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3065 del 14 dicembre 1999
«Il reato di frode informatica (art. 640 ter c.p.) ha la medesima struttura e quindi i medesimi elementi costitutivi della truffa dalla quale si differenzia solamente perché l'attività fraudolenta dell'agente investe non la persona (soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 22319 del 20 maggio 2003
«Non configura il reato di detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici e telematici (art. 615 quater c.p.) il possesso di un decodificatore di segnali satellitari e di schede per la ricezione degli stessi (c.d....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4482 del 26 marzo 2003
«Nei procedimenti in camera di consiglio che si svolgono nei confronti di più parti, la notificazione del decreto è idonea a far decorrere — tanto per il destinatario della notifica che del notificante — il termine di dieci giorni per la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15233 del 12 luglio 2011
«Nell'azione di scioglimento di comunione ereditaria, secondo quanto stabilito nell'art. 50 della legge 31 maggio 1995, n. 218, la parziale collocazione dei beni immobili all'estero è idonea a precludere la giurisdizione del giudice italiano solo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3356 del 13 febbraio 2014
«E tempestiva la notifica dell'atto di appello che, tentata in pendenza del termine per impugnare, non sia andata a buon fine per cause indipendenti dalla volontà del notificante, e sia stata da questi tempestivamente rinnovata, a nulla rilevando...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 5457 del 10 marzo 2014
«In tema di giudizio per cassazione, allorché il ricorrente abbia eletto domicilio in Roma, indicando altresì l'indirizzo di posta elettronica certificata, il controricorso può essere indifferentemente notificato sia presso il detto domicilio, sia...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11989 del 26 marzo 2010
«Il reato di violazione di domicilio può concorrere formalmente con quello di truffa, poiché incriminano condotte diverse, caratterizzate da eventi diversi (nella violazione di domicilio la condotta ingannatoria è strumentale...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 5703 del 12 marzo 2014
«In tema di competenza per territorio, ove un avvocato abbia presentato ricorso per ingiunzione per ottenere il pagamento delle competenze professionali da un proprio cliente, avvalendosi del foro speciale di cui agli art. 637, terzo comma, cod....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1616 del 14 febbraio 1987
«I termini per comparire in giudizio stabiliti dall'art. 163 bis c.p.c., sono fissati, non in relazione ai luoghi delle possibili notificazioni, bensì al luogo in cui la notificazione è realmente e validamente avvenuta, sicché, se questa è stata...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 45993 del 10 dicembre 2007
«In relazione al delitto di concussione, l'abuso dei poteri da parte del soggetto agente e la conseguente costrizione od induzione del soggetto passivo a dare od a promettere denaro od altra utilità prescinde totalmente dalla legittimità o meno...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 19673 del 28 aprile 2003
«La fattispecie criminosa prevista dall'art. 648 c.p. è comprensiva di una multiforme serie di attività successive ed autonome, rispetto alla consumazione del delitto presupposto, finalizzate al conseguimento di un profitto (acquisto, ricezione,...»