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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 21195 del 26 maggio 2011
«La responsabilità civile della P.A. per reato commesso dal dipendente presuppone un rapporto di occasionalità necessaria tra il fatto dannoso e le mansioni esercitate, che ricorre quando l'illecito è stato compiuto sfruttando comunque i compiti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42784 del 28 novembre 2001
«Il periodo di detenzione sofferto nell'ambito di procedura di estradizione attivata da richiesta di Stato estero per reato commesso nel suo territorio non rileva ai fini del computo del termine di durata della custodia cautelare, relativo alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9277 del 16 marzo 2006
«Quando si è in presenza di reati commessi in tempi diversi e di periodi di carcerazione parimenti sofferti in tempi diversi, non è possibile includere tutte le pene in un cumulo indiscriminato e globale, al quale venga unitariamente detratta la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5537 del 12 gennaio 1999
«La struttura unitaria del reato permanente vieta di operare la sua scomposizione in una pluralità di reati, in parte anteriori ed in parte posteriori alla esecuzione dello stato detentivo per altro fatto. Non può quindi dirsi sofferta «dopo» il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1436 del 6 aprile 1998
«In tema di fungibilità delle pene, ai sensi dell'art. 657, comma quarto, c.p.p., ai fini della determinazione della pena detentiva da eseguire, si possono computare la custodia cautelare subita o le pene espiate «senza titolo» (ovvero quando il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 983 del 26 marzo 1997
«Allorché si sia in presenza di reati commessi in tempi diversi e di periodi di carcerazione parimenti sofferti in tempi diversi, non è possibile includere tutte le pene in un cumulo indiscriminato e globale, soggetto all'unitaria detrazione del...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 337 del 9 gennaio 2009
«Elementi costitutivi della circostanza aggravante della premeditazione sono un apprezzabile intervallo temporale tra l'insorgenza del proposito criminoso e l'attuazione di esso, tale da consentire una ponderata riflessione circa l'opportunità del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7948 del 10 luglio 1992
«Non può ravvisarsi ipotesi alcuna di incompatibilità fra il mancato accertamento del movente di un omicidio e la ricorrenza dell'aggravante della premeditazione, posto che questa ultima può ben essere dimostrata, e quindi legittimamente ritenuta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 15023 del 29 marzo 2004
«Ai limitati fini della configurabilità della circostanza aggravante dell'omicidio prevista dall'art. 577 n. 1 c.p. (fatto commesso contro l'ascendente o il discendente), la filiazione naturale della vittima — equiparata a quella legittima, ai...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8121 del 27 febbraio 2007
«Rientra nella competenza del giudice di pace il reato di lesioni personali (art. 582, comma secondo, c.p.), sia o meno aggravato ai sensi dell'art. 577, comma secondo, c.p. (fatto commesso in danno del coniuge); tale circostanza non può, tuttavia,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11254 del 25 novembre 1982
«L'omicidio commesso in persona del padrigno è aggravato ai sensi dell'ultima parte dell'art. 577 c.p., anche nel caso che la madre dell'uccisore non fosse più viva, poiché la norma generica dell'art. 307, ultima parte, c.p., riferibile ai prossimi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3748 del 2 novembre 1993
«In presenza di una pena dell'ergastolo, le pene detentive temporanee — salvo che non intervenga una causa estintiva — perdono ogni rilevanza e, ad ogni effetto, deve aversi riguardo in via esclusiva alla pena dell'ergastolo, senza alcuna...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3004 del 21 luglio 1993
«L'isolamento diurno previsto dall'art. 72 c.p. per il caso di concorso fra reati che importano l'ergastolo e reati che importano pene diverse, è una vera e propria sanzione penale. Esso, pertanto, non può mai essere applicato, in sede di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2351 del 19 maggio 2000
«Nel computo della pena detentiva da espiare deve essere calcolata anche la custodia cautelare riferita ad altro reato, per il quale non sia ancora intervenuta condanna definitiva, commesso in epoca successiva a quello per il quale deve essere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2485 del 6 luglio 1992
«In fase esecutiva (art. 671 primo comma c.p.p.) è preclusa l'applicabilità del regime del reato continuato qualora, in sede di cognizione, sia stata esclusa l'unicità del disegno criminoso, che costituisce il presupposto della continuazione. Ogni...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11058 del 2 dicembre 1997
«Ove più fatti, giudicati in distinti procedimenti, siano stati unificati ex art. 81 capoverso c.p., la sentenza di condanna per reato successivamente commesso non determina automaticamente la revoca del beneficio della sospensione condizionale...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1916 del 26 aprile 1995
«Ove più fatti, giudicati in distinti procedimenti, siano stati unificati ex art. 81 cpv. c.p. in fase esecutiva, la sentenza di condanna per reato successivamente commesso non determina automaticamente la revoca del beneficio della sospensione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1544 del 22 febbraio 1993
«È sufficiente, perché il reato si consideri commesso nel territorio dello Stato, che ivi si sia verificato anche solo un frammento dell'iter criminoso e costituiscono parte dell'azione tutti i movimenti che, attuando una modificazione del mondo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 225 del 11 gennaio 2000
«In tema di territorialità della giurisdizione penale, a norma dell'art. 6, comma secondo, c.p., deve ritenersi commesso nel territorio dello Stato il delitto di favoreggiamento concretatosi nella consegna in territorio estero a un latitante di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5569 del 16 dicembre 1998
«È illegittimo il provvedimento del giudice dell'esecuzione che de plano applichi l'amnistia, dopo aver fissato la data del commesso reato non precisata dal giudice della cognizione. E invero, in materia di applicazione dei provvedimenti di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46289 del 16 dicembre 2008
«Ai fini della revoca dell'indulto elargito con legge 31 luglio 2006 n. 241 nei confronti di chi commetta un delitto doloso nel quinquennio dall'entrata in vigore di essa, ricorre tale condizione se il reato sia commesso il giorno stesso di entrata...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11823 del 12 marzo 2003
«Non è revocabile in executivis, ma solo nel giudizio di cognizione, mediante impugnazione della sentenza che l'abbia disposta, la sospensione condizionale della pena concessa per la seconda volta in violazione del disposto dell'art. 164, comma...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6761 del 31 gennaio 1997
«Atteso il principio generale, ricavabile dall'art. 666, comma secondo, c.p.p., richiamato dall'art. 678 stesso codice, per cui le decisioni di competenza del tribunale di sorveglianza in materia di misure alternative alla detenzione sono sempre...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 19627 del 28 aprile 2003
«In tema di correzione di errore materiale commesso dal giudice di merito, la norma di cui all'art. 619 c.p.p. è una disposizione speciale, che deroga e prevale su quella posta dall'art. 130 dello stesso codice. Ne consegue che, proposto ricorso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 48461 del 30 dicembre 2008
«È inammissibile il ricorso straordinario per cassazione proposto ai sensi dell'art. 625-bis, c.p.p., quando il preteso errore di fatto non consista in un errore percettivo causato da una svista o da un equivoco in cui la Corte di cassazione sia...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14894 del 31 marzo 2003
«Con il ricorso straordinario previsto dall'art. 625 bis c.p.p. non possono essere fatti valere errori materiali o di fatto che non siano verificati nell'attività propria della Corte di cassazione. (Nel caso di specie, la Corte ha dichiarato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41499 del 11 dicembre 2002
«In tema di successione di leggi penali nel tempo, ai fini dell'applicabilità dell'art. 2, comma 2, c.p., sono norme extrapenali integratrici solo quelle che determinano, o concorrono a determinare, il contenuto del precetto penale. Tali non sono,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4859 del 17 gennaio 1995
«La dichiarazione di fallimento è un elemento costitutivo del reato di bancarotta e non una condizione oggettiva di punibilità, di guisa che tale reato si concretizza in tutti i suoi elementi costitutivi solo nel caso in cui il soggetto, che abbia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3619 del 31 gennaio 2007
«In tema di pluralità di fatti di bancarotta (artt. 216, 217 e 224 L. fall.), la commissione, nel contesto di un unico fallimento, di più fatti di bancarotta fraudolenta e semplice, previsti e sanzionati rispettivamente dagli articoli 216 e 217 L....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3610 del 31 gennaio 2007
«La responsabilità dell'amministratore unico della società in ordine al reato di bancarotta fraudolenta documentale effettivamente commesso da altri, non può essere fondata sull'inosservanza dei doveri di vigilanza impostigli dalla posizione di...»