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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4048 del 7 maggio 1997
«Nell'ipotesi di sottrazione di un bene sottoposto a pignoramento ad istanza dell'Intendenza di Finanza ed affidato al soggetto agente in custodia giudiziale, è configurabile il reato di cui all'art. 388 e non quello di cui all'art. 334 c.p. In...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2752 del 21 marzo 1997
«La sottrazione da parte del custode di cose pignorate per il recupero di spese giudiziarie configura il reato di cui all'art. 388 c.p. e non già quello previsto dall'art. 334 c.p.: ciò alla luce della collocazione sistematica delle due...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 710 del 31 gennaio 1997
«A seguito delle modifiche apportate dall'art. 86 della legge 24 novembre 1981, n. 689, la sottrazione di beni pignorati ad istanza dello Stato o di altro ente pubblico integra il reato di cui all'art. 388 c.p. (mancata esecuzione dolosa di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7567 del 26 luglio 1996
«La sottrazione di cose sottoposte a pignoramento su istanza dell'autorità amministrativa integra il reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, con conseguente perseguibilità a querela, e non il reato (perseguibile...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7516 del 2 luglio 1994
«La sottrazione di cose sottoposte a pignoramento nell'ambito di procedura per il recupero delle spese giudiziarie promosso dall'autorità amministrativa, integra l'ipotesi di reato previsto dall'art. 334 c.p. (sottrazione o danneggiamento di cose...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6985 del 17 giugno 1995
«La sottrazione di cose pignorate a istanza dell'autorità amministrativa integra l'ipotesi di reato di cui all'art. 334 c.p., perseguibile di ufficio, e non quella prevista dall'art. 388 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16657 del 12 aprile 2013
«In tema di rifiuto di atti d’ufficio, non rientra tra le ragioni (in particolare, quelle di giustizia) per le quali, ai sensi dell’art. 328, comma primo, c.p., un atto d’ufficio debba essere compiuto “senza ritardo”, sì che l’indebito rifiuto di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34066 del 11 ottobre 2006
«Integra il reato di rifiuto di atti d'ufficio (art. 328, comma primo, c.p.) il pubblico ufficiale (nella specie agente di polizia giudiziaria) che rifiuti di compiere atti che per ragioni di giustizia devono essere compiuti senza ritardo,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2331 del 20 gennaio 2014
«In tema di rifiuto di atti d'ufficio, la richiesta scritta di cui all'art. 328, secondo comma, cod. pen., assume la natura e la funzione tipica della diffida ad adempiere, dovendo la stessa essere rivolta a sollecitare il compimento dell'atto o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 41225 del 15 novembre 2005
«In tema di omissione o rifiuto di atti d'ufficio, la richiesta di cui all'art. 328, secondo comma, c.p. assume la natura e la funzione tipica della diffida ad adempiere: essa deve quindi, con percepibile immediatezza, essere rivolta a sollecitare...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35296 del 29 settembre 2011
«Al reato di rivelazione di segreti di ufficio è applicabile la causa di giustificazione dell'esercizio di un diritto, allorché la rivelazione sia fatta per difendersi in giudizio, essendo il diritto di difesa prevalente rispetto alle esigenze di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15489 del 1 aprile 2004
«In tema di rivelazione di segreti di ufficio, il soggetto “estraneo”, risponde del reato a titolo di concorso con l'autore principale qualora abbia rivelato ad altri una notizia segreta riferitagli come tale, giacché realizza una condotta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10599 del 24 novembre 1981
«I modi di realizzazione dell'azione delittuosa prevista dall'art. 326 c.p. sono sostanziati da una varietà di forme di abuso della qualità e dei poteri del pubblico ufficiale, per modo che l'inosservanza del segreto d'ufficio non è disgiungibile...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37797 del 25 ottobre 2010
«Integra il reato di rivelazione di segreti d'ufficio, in concorso con quello di favoreggiamento, la condotta di un dipendente della Polizia di Stato, che riveli ad una persona a lui legata da rapporti di amicizia e coinvolta in un'indagine per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5947 del 20 maggio 1998
«I reati di favoreggiamento personale e quello di rivelazione di segreti di ufficio, oltre a presentare una diversità di bene giuridico sottoposto a tutela, differiscono anche per le condotte, in quanto quella prevista dall'art. 378 c.p. è a forma...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 729 del 25 marzo 1969
«Le circostanze non vanno considerate soltanto come cause di aumento o diminuzione della pena. Esse valgono anche per sé, in quanto modificano in più o in meno la quantità del delitto, avuto riguardo specialmente al danno effettivo e alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 604 del 9 gennaio 2014
«La circostanza attenuante della provocazione, pur non richiedendo i requisiti di adeguatezza e proporzionalità, non sussiste ogni qualvolta la sproporzione fra il fatto ingiusto altrui ed il reato commesso sia talmente grave e macroscopica da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 15111 del 13 aprile 2011
«La circostanza attenuante dell'aver agito per suggestione di una folla in tumulto non trova applicazione se l'autore abbia concorso e confluito con altri per provocare l'assembramento delle persone e compiere il fatto reato.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43466 del 3 dicembre 2001
«In tema di oltraggio, la circostanza che all'abrogazione del delitto non abbia fatto seguito l'introduzione di nuove o diverse figure di reato, non esclude la possibilità che la condotta già tipica del delitto abrogato possa integrare altra...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2744 del 25 maggio 2000
«L'intervenuta abrogazione, per effetto dell'art. 18 della legge 25 giugno 1999 n. 205, dell'art. 341 c.p. ha dato luogo non ad una pura e semplice abolitio criminis, disciplinata dall'art. 2, comma secondo, c.p., ma ad un fenomeno di successione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2779 del 25 maggio 2000
«L'intervenuta abrogazione, per effetto dell'art. 18 della legge 25 giugno 1999 n. 205, del reato di oltraggio a pubblico ufficiale, previsto dall'art. 341 c.p., non ha dato luogo ad un fenomeno di successione di leggi penali nel tempo, quale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3946 del 13 gennaio 2000
«A seguito della entrata in vigore dell'art. 18 della L. 25 giugno 1999, n. 205, che ha espressamente abrogato l'art. 341 c.p., qualora il procedimento penda davanti alla Corte di cassazione, deve essere annullata la sentenza di condanna per tale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42900 del 18 ottobre 2013
«Non può ravvisarsi continuità normativa tra le due figure di illecito penale di oltraggio a pubblico ufficiale, l'una abrogata per effetto dell'art.18 legge n. 205 del 1999, l'altra introdotta dalla legge n. 94 del 2009, sia per la diversità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2804 del 25 gennaio 2007
«Qualora l'oltraggio ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario venga consumato, come prevede l'art. 342, comma secondo c.p., con uno scritto diretto al Corpo, alla rappresentanza o al collegio, non è necessario che esso avvenga al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4159 del 4 aprile 2000
«In tema di oltraggio a un corpo politico, amministrativo o giudiziario, è necessario che l'espressione oltraggiosa avvenga «al cospetto del corpo», e quindi sia rivolta a uno dei predetti consessi costituiti in collegio per l'esercizio delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7498 del 24 giugno 1998
«Ai fini della sussistenza del reato di oltraggio a un corpo politico, amministrativo o giudiziario, di cui all'art. 342 c.p., è necessario che l'espressione oltraggiosa sia rivolta ad uno dei predetti consessi al «cospetto del corpo», cioè nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 660 del 29 gennaio 1997
«Ai fini della sussistenza del delitto di cui all'art. 342 c.p. (Oltraggio a un corpo politico amministrativo o giudiziario), per «corpo amministrativo» deve intendersi l'organo pubblico dello Stato o dell'amministrazione statale indiretta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14597 del 27 aprile 2006
«Nel reato di oltraggio a magistrato in udienza deve ritenersi persona offesa anche il magistrato (da queste premesse, la Corte ha annullato senza rinvio il decreto di archiviazione del Gip non preceduto dalla notificazione dell'avviso della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21112 del 5 maggio 2004
«Ai fini della configurabilità del reato di oltraggio a magistrato in udienza, non rientrano nell'ambito del legittimo esercizio del diritto di critica gli apprezzamenti rivolti non al merito dell'atto del magistrato (o, in genere, al contesto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37383 del 1 ottobre 2003
«La ratio dell'art. 343 c.p. è la tutela dello Stato nell'esercizio della funzione giudiziaria ed il reato sussiste quando tale interesse viene leso con espressioni di scherno e gravemente minacciose indirizzate a chi in quel momento esercita la...»