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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3748 del 2 novembre 1993
«In presenza di una pena dell'ergastolo, le pene detentive temporanee — salvo che non intervenga una causa estintiva — perdono ogni rilevanza e, ad ogni effetto, deve aversi riguardo in via esclusiva alla pena dell'ergastolo, senza alcuna...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2347 del 24 luglio 1993
«Il calcolo unitario delle pene concorrenti può eseguirsi solo se queste siano integralmente cumulabili, si che, eseguito il cumulo ed effettuata l'eventuale riduzione a norma dell'art. 78 c.p., la carcerazione presofferta sia da esso detraibile in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2800 del 25 gennaio 2007
«Il giudice dell'esecuzione deve dichiarare, a norma dell'art. 670 c.p.p., l'ineseguibilità del giudicato quando la Corte europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali abbia accertato che la condanna sia stata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14143 del 27 ottobre 2000
«In tema di concordato fallimentare, nella ipotesi in cui il creditore si sia limitato ad indicare nella domanda di ammissione al passivo una sola ragione di prelazione (privilegio) ed in relazione a questa si sia formato il giudicato a seguito di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6469 del 2 luglio 1998
«Il subingresso di un soggetto ad un altro nella titolarità di un credito concorsuale già ammesso al passivo in seno ad una procedura fallimentare non dispensa il nuovo creditore dall'onere di presentare domanda di insinuazione ex art. 101 L....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3327 del 12 febbraio 2010
«In tema di omologazione del concordato fallimentare, secondo la nuova disciplina di cui al d.l.vo 9 gennaio 2006, n. 5, applicabile "ratione temporis", avendo il legislatore demandato al curatore, al comitato dei creditori e a tutti i creditori...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10634 del 9 maggio 2007
«L'interpretazione dei patti del concordato fallimentare e della sentenza di omologazione importa una quaestio voluntatis la cui risoluzione spetta al giudice di merito e non è censurabile in sede di legittimità, se correttamente e adeguatamente...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7562 del 26 luglio 1990
«L'art. 56 L. fall., nell'ammettere la compensazione anche nel caso in cui il credito verso il fallito non sia scaduto prima dell'apertura della procedura concorsuale, non deroga agli altri requisiti occorrenti per la compensazione legale, e,...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 2672 del 22 febbraio 2012
«La dichiarazione di risoluzione del concordato fallimentare, che sia stato omologato anteriormente alla modifica dell'art. 137 legge fall., quale introdotta dal D.L.vo n. 169 del 2007 ed entrata in vigore il 1 gennaio 2008, è assoggettata alle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5097 del 8 novembre 1999
«L'intervento di una causa estintiva del reato o della pena (nella specie, la causa era costituita dall'avvenuta espiazione) non fa venir meno l'interesse del condannato al riconoscimento della continuazione in sede esecutiva. Ciò non solo al fine...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2057 del 31 maggio 1997
«In tema di applicazione dell'indulto a reati unificati con il vincolo della continuazione - sia nell'ipotesi in cui, in ragione del titolo, alcuni dei reati unificati siano esclusi e altri compresi nel provvedimento di clemenza, sia nella diversa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4568 del 11 gennaio 1993
«In materia di reato continuato, l'art. 671, c.p.p. relativo all'applicazione della continuazione nella fase esecutiva dei provvedimenti giurisdizionali pronunciati in distinti procedimenti contro la stessa persona, rappresenta la necessaria...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2485 del 6 luglio 1992
«In fase esecutiva (art. 671 primo comma c.p.p.) è preclusa l'applicabilità del regime del reato continuato qualora, in sede di cognizione, sia stata esclusa l'unicità del disegno criminoso, che costituisce il presupposto della continuazione. Ogni...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4019 del 3 agosto 1995
«In tema di applicazione della continuazione in executivis, incombe all'interessato indicare i reati ai quali il nesso della continuazione si riferisce, senza che si debba ritenere sussistente a suo carico l'onere di provare l'unitarietà del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 710 del 9 marzo 1992
«L'art. 671 c.p.p. contiene una precisa ed incontestabile causa di preclusione all'applicazione della continuazione in sede esecutiva, costituita dalla circostanza che, in sede di cognizione, risulti già esclusa l'applicabilità della relativa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 749 del 16 maggio 2000
«Il provvedimento applicativo dell'indulto, emesso in sede di cognizione, in quanto condizionato ex lege, non ha carattere definitivo, potendo essere sempre revocato in executivis, pur se erroneamente emesso in presenza di una causa di revoca, a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5159 del 19 novembre 1996
«L'erronea applicazione dell'entità dell'indulto da parte del giudice della cognizione, causata dall'omesso calcolo della detenzione presofferta, non è di ostacolo, sempre che la questione non abbia formato oggetto di contestazione e di risoluzione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6388 del 1 febbraio 1996
«Nel concorso di cause estintive della pena e del reato deve avere la prevalenza, ai sensi dell'art. 183, secondo comma, c.p., la causa che estingue il reato anche se intervenuta successivamente; ne consegue che in sede di esecuzione, non è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6320 del 16 febbraio 2010
«L'indulto concesso dal giudice della cognizione può essere revocato dal giudice dell'esecuzione solo per la sopravvenienza di una causa prevista dalla legge e non per un mero ripensamento, sia pur fondato, sulla correttezza della sua applicazione,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19752 del 28 aprile 2003
«In presenza di una già operante e riconoscibile causa di revoca dell'indulto, è legittima e doverosa la mancata applicazione del beneficio atteso che, altrimenti, il medesimo, una volta applicato, o dovrebbe essere subito dopo revocato, con...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2245 del 11 luglio 1997
«Una condanna condizionalmente sospesa non può dare causa alla revoca della sospensione condizionale della pena concessa con una precedente sentenza di condanna, stante il disposto dell'art. 168, comma primo, c.p., che fa salva la previsione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1286 del 27 maggio 1995
«La pena condizionalmente sospesa (o condonata) non può essere posta in esecuzione dal pubblico ministero mediante ordine di carcerazione (o ingiunzione al condannato di costituirsi in carcere) in base alla sussistenza di una causa di revoca, prima...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4363 del 25 marzo 2003
«In tema di fallimento in estensione, il principio c.d. di automaticità dettato dall'art. 148, comma terzo della legge fallimentare (a mente del quale “il credito dichiarato dai creditori sociali nel fallimento della società si intende dichiarato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7965 del 27 marzo 2008
«In tema di estensione del fallimento della società regolare al socio illimitatamente responsabile dopo la sentenza n. 319 del 2000 della Corte costituzionale — che ha dichiarato la parziale illegittimità dell'art. 147 legge fall. nella parte in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 43385 del 24 ottobre 2013
«Il decreto di citazione per il giudizio di appello è nullo nell'ipotesi in cui rechi un'erronea indicazione del provvedimento impugnato, causando un'incertezza non superabile in ordine al processo da trattare. (Fattispecie in cui il decreto di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8277 del 3 marzo 2010
«È causa di nullità l'inesatta indicazione della data di udienza nel decreto di citazione (nella specie per il giudizio di appello), equivalendo ad omessa citazione.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5367 del 4 febbraio 2003
«La notifica del decreto di citazione per il dibattimento di appello nel domicilio dichiarato dall'imputato eseguita ai sensi dell'art. 161 c.p.p. è rituale purché non risulti dagli atti che l'imputato è detenuto per altra causa. (Fattispecie nella...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 24962 del 21 giugno 2011
«Nella fase degli atti preliminari al giudizio d'appello, l'omessa notificazione al difensore del differimento di udienza, disposto dal presidente a causa di un concomitante impegno professionale, non determina la nullità del giudizio, quando...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 567 del 24 gennaio 1981
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 168 legge fall., in riferimento all'art. 24 Cost., nella parte in cui dispone che, dalla data della presentazione del ricorso per l'ammissione alla procedura di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9488 del 28 giugno 2002
«L'ordinanza con la quale, nell'ambito di una procedura esecutiva individuale, essendo già intervenuta la aggiudicazione dei beni pignorati, il giudice dell'esecuzione dichiari improcedibile l'ulteriore successiva fase del trasferimento dei beni,...»