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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4285 del 6 aprile 2000
«In caso di mancato esercizio della facoltà di riserva dell'impugnazione differita, la sentenza non definitiva può essere impugnata entro i termini per appellare previsti dagli artt. 325 e 327 c.p.c., e perciò, in caso di mancata comunicazione o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15497 del 2 luglio 2009
«In materia di appello, fra i requisiti dell'atto di impugnazione non è prevista, a differenza di quanto stabilito dall'art. 366, n. 2, c.p.c. per il giudizio di cassazione, l'indicazione della sentenza impugnata, la cui individuazione attiene...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2053 del 29 gennaio 2010
«È ammissibile l'impugnazione con la quale l'appellante si limiti a dedurre soltanto vizi di rito avverso una pronuncia che abbia deciso anche nel merito in senso a lui sfavorevole, solo ove i vizi denunciati comporterebbero, se fondati, una...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19026 del 11 settembre 2007
«In una controversia in cui la sentenza di primo grado sia impugnata per carenza assoluta di motivazione, senza che vengano sottoposte al secondo giudice anche conclusioni di merito, l'appello è inammissibile in quanto la deduzione di un vizio in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 23299 del 9 novembre 2011
«Affinché un capo di sentenza possa ritenersi validamene impugnato non è sufficiente che nell'atto d'appello sia manifestata una volontà in tal senso, ma è necessario che sia contenuta una parte argomentativa che, contrapponendosi alla motivazione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9038 del 8 aprile 2008
«La necessaria specificità dei motivi di appello comporta che avverso l'esplicito diniego della giurisdizione da parte del giudice di primo grado su una domanda, l'appellante deve muovere una specifica contestazione, non potendo questa desumersi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17960 del 24 agosto 2007
«L'indicazione dei motivi di appello richiesta dall'art. 342 c.p.c. non deve necessariamente consistere in una rigorosa e formalistica enunciazione delle ragioni invocate a sostegno dell'appello, richiedendosi invece soltanto una esposizione chiara...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13175 del 5 giugno 2007
«Anche nel caso in cui sia impugnata nella sua globalità la sentenza di primo grado, ai sensi dell'art. 342 c.p.c. (pur nel testo previgente alla legge n. 353 del 1990), ai fini dell'ammissibilità del gravame, devono essere svolte specifiche...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2217 del 1 febbraio 2007
«Il principio della specificità dei motivi di impugnazione - richiesta dagli artt. 342 e 434 c.p.c. per la individuazione dell'oggetto della domanda d'appello e per stabilire l'ambito entro il quale deve essere effettuato il riesame della sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12984 del 31 maggio 2006
«La specificità dei motivi di appello esige che alle argomentazioni svolte nella sentenza impugnata vengano contrapposte quelle dell'appellante, volte ad incrinare il fondamento logico giuridico delle prime, ragion per cui alla parte volitiva deve...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 26192 del 1 dicembre 2005
«Il requisito della specificità dei motivi di appello non può essere soddisfatto da un mero e generico richiamo agli atti di primo grado, che prescinda dal contenuto argomentativo della sentenza impugnata, essendo necessaria una contrapposizione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 12541 del 14 dicembre 1998
«È ammissibile l'impugnazione con la quale l'appellante si limiti a dedurre soltanto i vizi di rito avverso una pronuncia che abbia deciso anche nel merito in senso a lui sfavorevole solo ove i vizi denunciati comporterebbero, se fondati, una...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 12518 del 24 novembre 1992
«Ai fini del requisito della specificità dei motivi, stabilito dagli artt. 342 e 434 c.p.c., l'atto di appello (che la Corte di cassazione può interpretare autonomamente per accertare se al giudice di secondo grado sia stato o no devoluto l'esame...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18310 del 30 agosto 2007
«Allorché la sentenza di primo grado pronunci sulla domanda in base ad una pluralità di autonome ragioni, ciascuna di per sé sufficiente a giustificare la decisione, come al giudice è consentito, qualora egli, ritenendo di poter fondare la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6481 del 17 marzo 2010
«Qualora l'impugnazione investa una pronuncia in rito che abbia negato il diritto alla pronuncia nel merito (nella specie, per nullità della procura nell'atto di citazione), l'appellante può limitarsi a denunciare l'erroneità della decisione ed a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9244 del 18 aprile 2007
«Nel giudizio di appello - che non è un novum iudicium - la cognizione del giudice resta circoscritta alle questioni dedotte dall'appellante attraverso specifici motivi e tale specificità esige che alle argomentazioni svolte nella sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7809 del 8 giugno 2001
«Allorché la sentenza di primo grado pronunci sulla domanda in base ad una pluralità di autonome ragioni, ciascuna di per sé sufficiente a giustificare la decisione, come al giudice è consentito, qualora egli, ritenendo di poter fondare la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 383 del 15 gennaio 1999
«Il giudice di merito, nell'esercizio del suo potere di interpretazione e qualificazione giuridica della domanda, non è in alcun modo condizionato dalle formule adottate in concreto dalla parte, dovendo egli tener conto, al fine di identificare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10337 del 19 ottobre 1998
«Spetta al giudice di primo grado il compito di definire il contenuto e la portata delle domande avanzate dalle parti, identificando e qualificando giuridicamente i beni della vita destinati a formare oggetto del provvedimento richiesto (cosiddetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12655 del 28 maggio 2009
«Nella citazione in appello di una persona giuridica, tanto l'inesatta ed incompleta indicazione della sua denominazione, quanto l'errata o l'omessa individuazione del legale rappresentante di essa incidono sulla validità dell'atto soltanto ove le...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3718 del 15 febbraio 2011
«Al fine di stabilire se con l'atto d'impugnazione l'appellante si sia limitato a dedurre (inammissibilmente, al di fuori dei casi indicati agli artt. 353 e 354 cod. proc. civ.) censure di mero rito avverso una pronuncia a lui sfavorevole nel...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10590 del 25 giugno 2012
«Nei casi di intervento in appello, a norma dell'art. 344 c.p.c., da parte di chi prospetti che la situazione giuridica accertata o costituita dalla sentenza di primo grado possa pregiudicare un proprio autonomo diritto, legittimazione e merito si...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18560 del 20 agosto 2009
«L'interesse del terzo ad intervenire in appello, ai sensi dell'art. 344 c.p.c., va valutato non già "ex post", e cioè in base all'incidenza che la decisione impugnata può concretamente avere sulla posizione del terzo, ma "ex ante", e cioè con...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8500 del 27 agosto 1998
«L'intervento dei terzi nel giudizio di appello, data la formulazione dell'art. 344 c.p.c., che ne impedisca un'interpretazione diversa da quella letterale, può ritenersi ammesso limitatamente ai soli terzi che potrebbero proporre opposizione a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 27536 del 10 dicembre 2013
«L'art. 347, secondo comma, cod. proc. civ. prevede che l'appellante debba inserire nel proprio fascicolo copia della sentenza impugnata, ma, in caso di omissione, non commina la sanzione dell'improcedibilità come previsto, invece, dall'art. 348...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24163 del 25 ottobre 2013
«In tema di distinzione tra erede e legatario, ai sensi dell'art. 588 cod. civ., l'assegnazione di beni determinati configura una successione a titolo universale ("institutio ex re certa") qualora il testatore abbia inteso chiamare l'istituito...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 23226 del 14 ottobre 2013
«Il potere del giudice d'appello di procedere d'ufficio ad un nuovo regolamento delle spese processuali, quale conseguenza della pronunzia di merito adottata, sussiste in caso di riforma in tutto o in parte della sentenza impugnata, in quanto il...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9693 del 22 aprile 2013
«Poiché ogni statuizione di merito comporta una pronuncia implicita sulla giurisdizione, il giudice dell'impugnazione non può riesaminare d'ufficio quest'ultima, in assenza di specifico gravame sul punto, né le parti possono limitarsi a sollecitare...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2955 del 7 febbraio 2013
«L'appello costituisce un mezzo di impugnazione che, attuando il principio del doppio grado di giudizio, si conclude con una sentenza destinata a sostituirsi a quella di primo grado - purché investa il merito del rapporto controverso - ad ogni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13441 del 8 giugno 2007
«Il principio secondo cui la portata precettiva di una sentenza va individuata con riferimento non solo al dispositivo, ma anche alla motivazione, trova applicazione tutte le volte in cui il giudice abbia pronunciato una sentenza di merito (di...»