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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1081 del 2 febbraio 1982
«La promessa dell'obbligazione o del fatto del terzo, cui si riferisce l'art. 1386 ( Recte: 1381 - N.d.R. ) c.c., consiste nell'assunzione dell'impegno di adoperarsi affinché il terzo, non tenuto da precedenti vincoli nei confronti del soggetto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2525 del 7 luglio 1976
«L'espromissione è un contratto fra il creditore ed il terzo, che assume spontaneamente il debito altrui, nel quale non vengono in considerazione i rapporti interni fra debitore ed espromittente e nel quale non sono giuridicamente rilevanti i...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1509 del 28 aprile 1976
«Ai fini del disconoscimento della scrittura privata relativa al debito altrui, l'espromittente va considerato come avente causa del sottoscrittore ai sensi e per gli effetti del secondo comma dell'art. 214 c.p.c.; pertanto, poiché a norma del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2769 del 11 luglio 1975
«Poiché nell'espromissione, a differenza che nella delegazione e nell'accollo, l'assunzione del debito altrui è spontanea da parte del terzo e sono irrilevanti i motivi che inducono il terzo a intervenire, l'espromittente ha titolo, proprio in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3053 del 16 novembre 1973
«Non contrasta con la fattispecie negoziale dell'espromissione la circostanza che il terzo si riservi espressamente di richiedere al debitore originario il rimborso della somma che dovrà corrispondere al creditore, in conseguenza dell'impegno assunto.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 609 del 5 marzo 1973
«Il criterio discriminatore essenziale tra espromissione e fidejussione è fondato sulla diversa causa delle due figure giuridiche: nell'espromissione, in cui l'attività dell'espromittente si manifesta nei confronti del creditore come del tutto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9982 del 24 maggio 2004
«Nell'accollo cumulativo (accollo esterno non liberatorio per il debitore originario, che si perfeziona comunque con il consenso del creditore), in analogia con quanto previsto per la delegazione dall'articolo 1268, secondo comma, c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4604 del 11 aprile 2000
«L'accollo, generalmente inquadrato nello schema del contratto a favore di terzo (cioè del creditore), si distingue in liberatorio e cumulativo, a seconda che il creditore, manifestando la volontà di volerne approfittare, dichiari di liberare o...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8044 del 26 agosto 1997
«Nell'accollo semplice (o interno) il terzo accollante si obbliga nei confronti del solo debitore accollato e non anche verso il creditore, il quale non può quindi pretendere l'adempimento dell'obbligazione, sicché il terzo accollante ed il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5403 del 19 agosto 1983
«Nell'accollo la liberazione del debitore originario deve risultare da una dichiarazione espressa del creditore e non può desumersi da un comportamento tacito del medesimo.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4618 del 8 luglio 1983
«Nel nostro ordinamento, accanto all'accollo privativo ed a quello cumulativo, è configurabile anche un accollo cosiddetto interno, in virtù del quale, mentre al creditore non viene conferito alcun diritto, sorge a carico dell'accollante o un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2855 del 26 aprile 1983
«Se il debitore e un terzo convengono che questi assuma il debito del primo, ma il creditore non aderisca alla stipulazione in suo favore, si ha un accollo cosiddetto semplice o ad efficacia interna, in quanto la convenzione ha effetto soltanto fra...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2804 del 29 giugno 1977
«In tema di accollo cumulativo, il privilegio generale che assiste il credito verso il debitore originario non può essere fatto valere nei confronti del terzo accollante, la cui obbligazione, ancorché collegata e solidale con quella dell'accollato,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1850 del 22 maggio 1976
«Nell'accollo semplice, nei rapporti interni fra l'accollante e l'accollato, è preminente la pattuizione con la quale il nuovo debitore assume l'obbligo di corrispondere al creditore la prestazione dovuta dall'originario debitore; il mancato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3301 del 13 ottobre 1975
«In base al rapporto di accollo, una volta accertata la inadempienza dei soggetto che si è accollato il debito, il debitore originario non liberato verso il creditore ha diritto di essere indennizzato per l'obbligazione insoluta, se, in relazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2755 del 11 luglio 1975
«Qualora sia stato stipulato un accollo, con dichiarazione del creditore di liberare l'originario debitore, nel quale quest'ultimo si sia obbligato a restituire all'accollante, a scadenza dilazionata e con gli interessi, la somma pagata dal...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 305 del 3 febbraio 1969
«La delegazione di pagamento è un rapporto con pluralità di soggetti (c.d. trilatero, cioè con partecipazione fin dall'origine del debitore delegante, del nuovo debitore delegato, e del creditore delegatario) nel quale il delegante impartisce ad un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1847 del 21 giugno 1974
«La disposizione dell'art. 1275 c.c. in materia di accollo, delegazione ed espromissione, per cui in tutti i casi in cui il creditore libera il debitore originario si estinguono le garanzie annesse al credito, non può trovare applicazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 250 del 15 gennaio 1982
«Le obbligazioni pecuniarie, le quali danno luogo al cosiddetto debito di valuta, sono soggette al principio nominalistico espresso dall'art. 1277 c.c. e continuano ad esserlo anche dopo la scadenza, per cui la prestazione si estingue, pur dopo che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2775 del 26 ottobre 1973
«Il credito di una somma di denaro liquida o comunque agevolmente determinabile, in base ad elementi o criteri prestabiliti dal contratto o dalla legge, non perde tale carattere per le eventuali contestazioni da parte del debitore. La pronuncia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 555 del 22 gennaio 1998
«In tema di adempimento di obbligazioni pecuniarie determinate in valuta estera, l'art. 1278 c.c., nel limitarsi ad attribuire al debitore la facoltà alternativa di pagare in moneta avente corso legale, non indica anche le specifiche modalità...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4562 del 26 aprile 1991
«La disposizione dell'art. 1278 c.c., il quale dà facoltà al debitore di un'obbligazione pecuniaria in valuta estera di effettuare il pagamento in moneta legale al corso del cambio al momento della scadenza, è applicabile anche a forme diverse di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6887 del 22 novembre 1986
«Allorquando venga dedotta in contratto, come modalità e mezzo di pagamento del corrispettivo di un appalto, una moneta non avente corso legale nello Stato ed essa non sia indicata con la clausola «effettiva» o altra equipollente, né risulti che le...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3414 del 17 maggio 1983
«Nell'ipotesi regolata dall'art. 1278 c.c., (debito di somma di monete non aventi corso legale), oggetto dell'obbligazione è la moneta estera, ma è in facultate solutionis il pagamento in moneta avente corso legale nel luogo all'uopo stabilito,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8298 del 12 aprile 2011
«In tema di esecuzione, quando sia autorizzata l'occupazione dell'immobile pignorato da parte di uno solo dei comproprietari senza il consenso degli altri, il regolamento dei rapporti tra i comproprietari resta estraneo alla procedura esecutiva; ne...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5463 del 16 aprile 2002
«In tema di inadempimento delle obbligazioni pecuniarie, l'accordo con il quale, nonostante il verificarsi della mora debendi , si escluda la spettanza degli interessi, in ragione della riconducibilità dell'inadempimento all'inosservanza di un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3944 del 21 aprile 1999
«Gli interessi corrispettivi sui crediti liquidi ed esigibili hanno, ai sensi dell'art. 1282 c.c., natura accessoria rispetto al credito vantato, sicché la relativa statuizione (diversamente da quella riguardante il maggior danno ex art. 1224...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 25365 del 29 novembre 2006
«La liquidità del credito — e cioè la determinazione del suo ammontare in una quantità definita, o la sua determinabilità mediante meri calcoli aritmetici in base ad elementi o criteri prestabiliti dal titolo o dalla legge — è una caratteristica...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4587 del 22 febbraio 2008
«Gli interessi compensativi sulla somma portata da una cambiale, ai sensi del primo comma dell'art. 1282 c.c., sono dovuti dalla data della sua scadenza, anche se la cambiale stessa non sia stata presentata per il pagamento né protestata, per il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10428 del 18 luglio 2002
«Gli interessi corrispettivi su di una somma di denaro decorrono dalla data in cui il relativo credito abbia acquistato carattere di liquidità ed esigibilità, a nulla rilevando ogni eventuale indagine sulla colpevolezza dei ritardo nell'adempimento...»