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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10473 del 25 ottobre 1988
«In tema di furto non hanno alcuna rilevanza, perché il reato possa qualificarsi consumato e non tentato, l'elemento spaziale e quello temporale: se la cosa sottratta è passata nel dominio dell'agente anche per breve tempo ed anche nello stesso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10989 del 14 novembre 1988
«Il possesso della refurtiva o di una parte di essa, nell'immediatezza del commesso reato, può essere assunto, in difetto di giustificazioni circa la causa di quel possesso, come prova idonea della sottrazione, se gli altri elementi sul piano...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10991 del 14 novembre 1988
«Quando più soggetti partecipano ad un furto e uno di essi riesce ad impossessarsi di alcune cose soltanto, mentre gli altri compartecipi non riescono ad impossessarsi di altre, alla cui sottrazione era diretta la consumazione criminosa, ricorre...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11023 del 14 novembre 1988
«In tema di rapina impropria di cui all'art. 628, secondo comma c.p., l'espressione «immediatamente dopo» non può essere interpretata in termini rigorosamente letterali, ma deve essere intesa nel senso che la violenza o minaccia siano poste in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3651 del 22 marzo 1988
«La sottrazione con violenza o minaccia deve essere configurata come rapina, e non come esercizio arbitrario delle proprie ragioni, nel caso in cui l'agente persegua la pretesa di recuperare danaro dato per prestazioni sessuali. Infatti, tale...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5565 del 7 maggio 1988
«Si ha tentativo di rapina impropria, e non furto tentato in concorso con delitto contro la persona, nel caso in cui taluno, nel corso degli atti esecutivi e prima della sottrazione o dell'impossessamento della cosa altrui, usi violenza contro la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9753 del 7 ottobre 1988
«In tema di rapina impropria l'elemento dell'immediatezza tra violenza o minaccia e sottrazione, indicato nel secondo comma dell'art. 628 del codice penale, va riferito alle nozioni di flagranza e quasi flagranza. Pertanto ai fini della sussistenza...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 13479 del 12 ottobre 1989
«Ai fini della configurabilità della circostanza aggravante prevista dall'art. 625, n. 2 c.p., per mezzo fraudolento deve intendersi qualsiasi attività che sorprenda o soverchi con l'insidia la contraria volontà del detentore della cosa, come la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16210 del 22 novembre 1989
«Il delitto di truffa si distingue da quello di furto per il modo in cui l'agente realizza il profitto: nella truffa (art. 640 c.p.) è la vittima, indotta in errore con artifici e raggiri, che fà si che l'agente consegua il profitto; nel furto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4240 del 22 marzo 1989
«Agli effetti della circostanza attenuante prevista dall'art. 62, n. 4 c.p. la durata del danno nel reato di furto assume rilevanza solo come elemento complementare — e non alternativo — di quello del valore della cosa sottratta. Ne consegue che,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 4285 del 28 marzo 1989
«Devono essere ritenute compatibili la circostanza aggravante prevista dall'art. 625, n. 7 c.p. (furto commesso su cose esposte alla pubblica fede) e quella di cui all'art. 61, n. 5 stesso codice (minorata difesa), in quanto la prima concerne...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 876 del 23 gennaio 1989
«In tema di applicazione dell'attenuante di cui all'art. 62, n. 4, c.p. al tentativo di furto, la valutazione del danno patrimoniale va fatta con riferimento al valore della cosa che avrebbe formato oggetto della sottrazione se l'evento si fosse...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10780 del 27 luglio 1990
«In caso di concorso di norme penali ed amministrative è possibile applicare il principio di specialità soltanto se detto concorso sia apparente e non se esso sia formale. In applicazione di tale principio, nei rapporti tra la L. n. 968 del 1977...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7379 del 29 maggio 1990
«È inammissibile il concorso delle due ipotesi di rapina, propria e impropria, le quali si comportano rispetto alla tutela dello stesso bene come mezzi diversi per un medesimo scopo. In conseguenza se si usa violenza o minaccia per sottrarre una...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9446 del 3 luglio 1990
«In tema di furto, ai fini dell'impossessamento e della sottrazione è sufficiente che la cosa sottratta sia passata — anche per breve tempo e nello stesso luogo in cui la sottrazione si è verificata — sotto il dominio esclusivo dell'agente. Il...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10932 del 4 novembre 1991
«Integra il reato di furto aggravato ex artt. 624 e 61, n. 7, c.p., la sottrazione di acque pubbliche derivate da pozzi — escavati nei propri terreni senza preventiva autorizzazione ex art. 95, R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775 — e distribuite a terzi...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11027 del 4 novembre 1991
«La sottrazione di un oggetto fatta con l'intento puramente scherzoso non può integrare l'ipotesi di furto, in quanto l'intento ioci causa essendo incompatibile con il fine di trarre profitto, esclude il dolo specifico di detto reato. (Nella...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7386 del 12 luglio 1991
«Nella fattispecie di furto con strappo la violenza si esercita esclusivamente sulla cosa anche se, a causa della relazione fisica tra persona e cosa, può derivare una ripercussione indiretta e involontaria sulla persona; ma ricorre la rapina...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8847 del 5 settembre 1991
«Nel caso di sottrazione di cose depositate presso mense e spogliatoi di un'azienda, deve escludersi la sussistenza dell'aggravante di cui all'art. 625, n. 1, c.p., non potendo i predetti locali essere qualificati come luoghi destinati ad...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11947 del 15 dicembre 1992
«In tema di furto, quando l'avente diritto o persona da lui incaricata sorvegli le fasi dell'azione furtiva, sì da poterla interrompere in ogni momento, il delitto non è consumato neanche con l'occultamento della cosa sulla persona del colpevole....»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2002 del 21 febbraio 1992
«Il corpus del possesso della fauna selvatica — di proprietà dello Stato giusto il disposto dell'art. 1 della legge quadro sulla caccia — è costituito dalla presenza della stessa sul territorio nazionale (art. 2 della predetta legge), mentre...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2811 del 16 marzo 1992
«Ai fini della sussistenza del concorso di persone nel reato non occorre un previo concerto, potendo sorgere una volontà che accomuni la condotta dei partecipanti anche nel repentino svolgersi di un fatto improvviso, mentre, d'altro canto,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3320 del 23 marzo 1992
«La sottrazione abusiva di energia elettrica mediante rottura del piombo copri morsetti ed innesto all'interno di un ponticello tra l'entrata e l'uscita della fase del contatore, sia che faccia registrare un consumo minore di quello effettuato e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6231 del 23 maggio 1992
«In tema di caccia, l'esclusione, prevista in base ad insindacabili scelte di politica legislativa dall'art. 30, terzo comma, L. 11 febbraio 1992, n. 157 (Norma per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio),...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 398 del 18 gennaio 1993
«Ai fini della distinzione tra furto consumato e furto tentato, non hanno rilevanza né il criterio spaziale, né il criterio temporale. Perché il reato possa dirsi consumato, dunque, è sufficiente la sottrazione della cosa alla disponibilità del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7704 del 18 agosto 1993
«Risponde di furto consumato e non semplicemente tentato chi, dopo essersi impossessato della refurtiva, non si sia ancora allontanato dal luogo della sottrazione e abbia esercitato sulla cosa un potere del tutto momentaneo, essendo stato costretto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9381 del 19 ottobre 1993
«In materia di acque demaniali destinate a pubblica utilità, l'illecito amministrativo previsto dall'art. 103 del T.U. n. 1775 dell'11 dicembre 1933 riguarda il rinvenimento e la denuncia di rinvenimento di acque sotterranee, mentre l'attingimento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1622 del 22 agosto 1994
«È legittima la liquidazione equitativa dell'indennità di custodia di bene sottoposto a sequestro penale, ancorata alla qualità e quantità dell'impegno del custode, allorché esso, riguardando un bene non deteriorabile, non richieda altra attività,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1841 del 14 febbraio 1994
«Il reato di sequestro di persona previsto dall'art. 605 c.p. tutela il bene giuridico della libertà personale, costituzionalmente garantito, che viene leso da qualsiasi apprezzabile limitazione della libertà, intesa quale possibilità di movimento...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2477 del 13 marzo 1995
«La sottrazione di un portafoglio dall'interno di una borsa da donna, lasciata aperta e poggiata su una poltroncina di una discoteca, integra il reato di furto aggravato ai sensi dell'art. 625, n. 7 c.p. dall'esposizione per consuetudine della cosa...»