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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10289 del 4 marzo 2014
«In tema di calunnia, la prova dell'elemento soggettivo può desumersi dalle concrete circostanze e modalità esecutive dell'azione criminosa, attraverso le quali, con processo logico-deduttivo, è possibile risalire alla sfera intellettiva e volitiva...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13349 del 11 ottobre 1990
«Per la sussistenza del delitto di calunnia è necessaria la dimostrazione che l'imputato abbia acquisito la certezza dell'innocenza dell'incolpato. Di conseguenza, non può essere addebitato tale delitto allorché sussistano elementi tali da far...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9929 del 4 marzo 2003
«Integra il delitto di calunnia la condotta dell'imputato che non si limiti a ribadire la insussistenza delle accuse a suo carico ma rivolga all'accusatore, di cui conosce l'innocenza, accuse specifiche e idonee a determinare la possibilità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1333 del 4 febbraio 1998
«In tema di rapporto tra diritto di difesa e accuse calunniose, nel corso del procedimento instaurato a suo carico l'imputato può negare, anche mentendo, la verità delle dichiarazioni a lui sfavorevoli ed in tal caso l'accusa di calunnia, implicita...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8403 del 13 giugno 1989
«L'animus defendendi esclude il dolo del reato di calunnia solo quando l'imputato si limiti a negare la propria reità e non quando aggiunga accuse contro terzi, incolpandoli di uno specifico reato, pur conoscendone l'innocenza.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5457 del 6 maggio 1988
«L'imputato di diffamazione può insistere, anche mentendo, nell'affermare la veridicità dei fatti attribuiti alla persona offesa. Egli pertanto non è punibile a titolo di calunnia in danno del soggetto diffamato mediante l'attribuzione di reati, se...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5469 del 12 giugno 1986
«Il reato di calunnia non è escluso dall'animus defendendi per cui esso è configurabile anche durante l'interrogatorio dell'imputato allorché questi per discolparsi delle contestazioni a suo carico incolpi taluno sapendolo innocente, usando delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8253 del 6 ottobre 1984
«Non esorbita dai limiti del diritto di difesa l'imputato che, in sede d'interrogatorio di polizia giudiziaria a suo carico, definisca falso il rapporto soltanto per quanto attiene alla veridicità della denunzia in esso contenuta. Egli, pertanto,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6636 del 22 maggio 1987
«In tema di procedimento per reato di calunnia, il giudizio su questo reato è del tutto autonomo da quello concernente il reato ascritto al calunniato, tanto è che la sentenza, anche se irrevocabile, pronunciata nel processo eventualmente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10866 del 16 ottobre 1987
«La sentenza che dichiara estinto un reato per amnistia non ha efficacia vincolante nel successivo giudizio a carico dell'imputato di calunnia in relazione a tale reato.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15928 del 5 aprile 2013
«In tema di calunnia, non esorbita dai limiti del diritto di difesa l'imputato che attribuisce un determinato fatto di reato ad altra persona, che pure sa innocente, soltanto per negare la propria responsabilità e ciò faccia nell'immediatezza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 696 del 17 gennaio 2005
«In tema di calunnia, è irrilevante, ai fini della consumazione del reato, la circostanza che nella denuncia presentata non sia stato accusato alcun soggetto determinato quando il destinatario dell'accusa sia implicitamente ma agevolmente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 47863 del 15 dicembre 2003
«Ai fini della contestazione di una circostanza aggravante non è indispensabile una formula specifica espressa con sua enunciazione letterale, né l'indicazione della disposizione di legge che la prevede, essendo sufficiente che, conformemente al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 59 del 2 gennaio 2014
«La circostanza aggravante dei motivi futili sussiste quando la determinazione criminosa sia stata causata da uno stimolo esterno così lieve, banale e sproporzionato rispetto alla gravità del reato, da apparire, secondo il comune modo di sentire,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6587 del 18 febbraio 2010
«Non sussiste alcuna incompatibilità tra la circostanza aggravante prevista dall'art. 61 n. 11 c.p. (abuso di autorità o di particolari relazioni) e quella specifica di cui all'art. 577 n. 1 dello stesso codice (abuso del rapporto di paternità),...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45326 del 5 dicembre 2008
«Per la configurabilità della circostanza aggravante dei motivi abietti o futili occorre che il movente del reato sia identificato con certezza, non potendo l'ambiguità probatoria sul punto ritorcersi in danno dell'imputato.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4819 del 16 aprile 1999
«Il motivo è futile quando la spinta al reato manca di quel minimo di consistenza che la coscienza collettiva esige per operare un collegamento accettabile sul piano logico con l'azione commessa. La futilità, così intesa, appartiene, dunque, alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 23176 del 17 maggio 2004
«Concorre nel delitto di falso ideologico in atto pubblico, proprio del pubblico ufficiale, anche il privato che abbia agito per il medesimo fine, sia intervenendo all'atto, sia istigando il pubblico ufficiale o rafforzandone il proposito delittuoso.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32688 del 1 agosto 2003
«L'aggravante di cui all'art. 61 n. 2 c.p. intende punire la maggiore intensità della condotta delittuosa posta in essere dall'imputato, il quale pur di pervenire alla consumazione del reato-fine non arretra nemmeno di fronte all'eventualità di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6265 del 30 aprile 1990
«Per affermare la sussistenza dell'aggravante teleologica, occorre accertare che la volontà del colpevole è diretta al fine di perpetrare il reato-scopo e che perciò il colpevole commette il reato mezzo, non occorrendo, peraltro, che il reato fine...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1465 del 7 febbraio 1987
«In tema di aggravante di cui al n. 3 dell'art. 61 c.p. il convincimento del giudice in ordine alla effettiva previsione dell'evento da parte dell'imputato può essere concretamente desunto da ogni elemento idoneo, oggettivo o soggettivo, tra cui,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14540 del 12 aprile 2011
«Ai fini dell'applicazione della causa di giustificazione di cui all'art. 51 c.p. è necessario che l'attività posta in essere costituisca una corretta estrinsecazione delle facoltà inerenti al diritto che viene in considerazione, nel senso che il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19148 del 31 maggio 2006
«Ai fini della configurabilità dell'esimente di cui all'art. 51 c.p. per il reato di diffamazione, costituisce facoltà ricompresa nel diritto del comproprietario segnalare nel corso dell'assemblea del condominio di un edificio, nel rispetto del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 49019 del 22 dicembre 2004
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, l'attribuzione di una condotta intenzionale, che può integrare gli estremi di reato, supera certamente il limite della continenza, ed esclude, pertanto, la scriminante del diritto di critica (art. 51 c.p.),...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10964 del 8 marzo 2013
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, l'imputato che invochi il diritto di cronaca ha l'onere di provare la verità della notizia riportata, che non può soddisfare facendo riferimento ad una fonte anonima, confidenziale o non controllabile. (La...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8036 del 7 luglio 1998
«In tema di cronaca giudiziaria, la verità della notizia mutuata da un provvedimento giudiziario sussiste, ai fini della scriminante di cui all'art. 51 c.p., ogni qualvolta essa sia fedele al contenuto del provvedimento stesso, senza alterazioni o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6271 del 26 giugno 1997
«In tema di oltraggio a un pubblico ufficiale, quando l'espressione altrimenti offensiva è strettamente funzionale al ristabilimento della corretta azione dell'ufficio, questa deve considerarsi come lecita manifestazione di diritto di critica che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5789 del 18 maggio 1995
«Non esorbita dai limiti del diritto di difesa l'imputato che, in sede di interrogatorio definisca, sia pure per implicito, falso un atto di polizia giudiziaria solo per quanto attiene alla veridicità della denuncia a suo carico in esso contenuta....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6650 del 2 giugno 1992
«Il diritto di difesa comporta, oltre a facoltà di vario genere e ad obblighi di informazione, la non assoggettabilità ad atti di costrizione tendenti a provocare un'autoincriminazione, ma non anche la possibilità di violare regole di comportamento...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 13933 del 2 aprile 2015
«Le circostanze di persona che, ai sensi dell'art. 61 n. 5 cod. pen. aggravano il reato quando l'agente ne approfitti possono consistere in uno stato di debolezza fisica o psichica in cui la vittima del reato si trovi per qualsiasi motivo; ne...»