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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1835 del 18 febbraio 2000
«Costituita a favore di un edificio una servitù di passaggio su un'area appartenente ad un edificio altrui, configura aggravamento della servitù il transito dei veicoli dei condomini per il parcheggio, non previsto dal titolo, su un'area di un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4585 del 19 aprile 1993
«L'art. 1067 comma secondo c.c., a norma del quale il proprietario del fondo servente non può compiere alcuna cosa che tenda a diminuire l'esercizio della servitù o a renderlo più incomodo, tutela l' utilitas assicurata dal titolo e non quella che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3843 del 25 giugno 1985
«Il semplice fatto di una innovazione apportata al fondo servente non può essere considerato di per sé costitutivo di una limitazione della servitù se non costituisca anche un danno effettivo per il fondo dominante, in quanto l'esercizio della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1697 del 13 maggio 1976
«In tema di servitù volontaria, al fine di stabilire se un'opera innovatrice, eseguita dal proprietario del fondo servente, sia tale da impedire, restringere o rendere più gravoso l'esercizio della servitù, e, quindi, concretizzi violazione del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6050 del 16 giugno 1990
«In tema di servitù di passaggio, il proprietario del fondo servente può stabilire, senza il consenso del proprietario del fondo dominante, le modalità di esercizio della servitù, purché in conformità al titolo e comunque in modo da non recare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3125 del 23 giugno 1978
«Le opere che l'art. 1067, secondo comma, c.c. vieta al proprietario del fondo servente sono soltanto quelle che si riflettono, alterandolo, sul contenuto essenziale dell'altrui diritto di servitù quale è determinato dal titolo, e, precisamente,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 321 del 25 gennaio 1978
«L'art. 1068 secondo comma c.c., ove prevede il diritto del proprietario del fondo servente di conseguire il trasferimento della servita in luogo diverso, per il caso in cui l'originario esercizio sia divenuto più gravoso, ovvero arrechi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26973 del 7 dicembre 2005
«In tema di acquisto della servitù, tra gli istituti della destinazione del padre di famiglia e della divisione del fondo dominante, rispettivamente disciplinati dagli artt. 1062 e 1071 c.c., non è configurabile in linea astratta alcuna...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4399 del 15 agosto 1982
«A norma dell'art. 1071 c.c., la servitù consistente in un non facere (nella specie: divieto di costruire oltre determinati limiti), che, salvo diversa espressa previsione del titolo, non ricade su una parte determinata del fondo servente, viene...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2264 del 15 aprile 1982
«Al fine dell'estinzione della servitù, a norma dell'art. 1074 c.c., non è sufficiente l'impossibilità del suo esercizio, ma si richiedono, altresì, una esplicita domanda della parte interessata e il decorso del tempo necessario per il verificarsi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4412 del 27 marzo 2001
«La materia dell'estinzione per non uso delle servita prediali ha la sua disciplina nell'art. 1073 c.c. che collega tale effetto esclusivamente all'inerzia del titolare che si sia protratta per venti anni sicché non basta che il proprietario del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4794 del 25 febbraio 2008
«In materia di servitù di passaggio l'impossibilità di farne uso, come pure la cessazione della relativa utilità, non rendono il diritto stesso insuscettibile di atti ricognitivi o di altre manifestazioni idonee, a norma dell'art. 2944 c.c., ad...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1785 del 10 marzo 1983
«L'innovazione e la trasformazione del fondo dominante, che importi un mutamento definitivo ed irreversibile della sua destinazione, tale da rendere la funzione economico-sociale attuale del bene incompatibile con quella anteatta, determina...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20462 del 23 settembre 2009
«L'uso parziale della servitù, anche se protratto nel tempo, non vale a ridurne il contenuto nei limiti della minore utilità rispetto a quella consentita dal titolo, in quanto per non uso può cessare solo il diritto, mentre la maggiore quantità,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5385 del 12 giugno 1996
«In tema di servitù, le innovazioni al fondo dominante che non superino il limite oltre il quale esse sono vietate a norma dell'art. 1067 c.c., in quanto rendono pia gravosa la condizione del fondo servente rispetto a quanto era prevedibile al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 741 del 16 febbraio 1978
«L'art. 1075 c.c., il quale dispone che l'esercizio della servita in termini quantitativamente o qualitativamente minori, rispetto a quelli consentiti dal titolo, non comporta estinzione, nemmeno parziale, del relativo diritto, che permane nella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1383 del 11 febbraio 1994
«Riguardo alla confessoria servitutis, la legittimazione dal lato passivo è in primo luogo di colui che, oltre a contestare l'esistenza della servitù, abbia un rapporto attuale con il fondo servente (proprietario, comproprietario, titolare di un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11138 del 23 dicembre 1994
«L'esercizio della facoltà di ogni condomino di servirsi della cosa comune, nei limiti indicati dall'art. 1102 c.c., deve esaurirsi della sfera giuridica e patrimoniale del diritto di comproprietà sulla cosa medesima e non può essere esteso,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3942 del 13 aprile 1991
«L'indagine sulla sussistenza, ad opera del proprietario del fondo servente, di atti di violazione o turbativa della servitù va condotta con riferimento all'estensione ed alle modalità di esercizio della servitù medesima, come fissate dal titolo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1498 del 12 febbraio 1998
«Il condomino, proprietario del piano sottostante al tetto comune può aprire su esso abbaini e finestre - non incompatibili con la sua destinazione naturale - per dare aria e luce alla sua proprietà, purché le opere siano a regola d'arte e non ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6382 del 23 giugno 1999
«Il godimento del bene comune può essere invocato dal comproprietario, al fine dell'usucapione della proprietà dello stesso, solo quando si traduca in un possesso esclusivo con riguardo sia al corpus che all' animus incompatibile con il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12231 del 25 novembre 1995
«La disposizione dell'art. 1102, comma 2, c.c., secondo la quale il partecipante alla comunione non può estendere il suo diritto sulla cosa comune in danno degli altri se non compie atti idonei a mutare il titolo del suo possesso, impedisce al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10294 del 23 ottobre 1990
«Il partecipante alla comunione può usucapire l'altrui quota indivisa del bene comune senza necessità di interversio possessionis, ma attraverso l'estensione del possesso medesimo in termini di esclusività. A tal fine si richiede, tuttavia, che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12870 del 28 settembre 2000
«Qualora il conduttore di un bene immobile acquisti in costanza del rapporto la proprietà di una quota pro indiviso del bene locato, si verifica la contemporanea condizione di comproprietario-locatario del bene comune o di parte di esso, con la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8315 del 16 agosto 1990
«Con riguardo alla comunione pro indiviso l'alienazione che il comproprietario faccia del suo diritto determina l'ingresso dell'acquirente nella comunione soltanto nel caso in cui l'alienazione riguardi la quota o una frazione di questa, con la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5261 del 4 marzo 2011
«In tema di scioglimento della comunione, la disposizione dell'art. 1111, secondo comma, c.c. - in base alla quale il patto di rimanere in comunione non può, comunque, avere una durata superiore ai dieci anni - benché sia analogicamente applicabile...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11195 del 7 maggio 2010
«In tema di condominio negli edifici, per stabilire se un'unità immobiliare è comune, ai sensi dell'art. 1117, n. 2, c.c., perché destinata ad alloggio del portiere, il giudice del merito deve accertare se, all'atto della costituzione del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 27145 del 21 dicembre 2007
«Affinché possa operare, ai sensi dell'art. 1117 c.c., il cosiddetto diritto di condominio, è necessario che sussista una relazione di accessorietà fra i beni, gli impianti o i servizi comuni e l'edificio in comunione, nonché un collegamento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9093 del 16 aprile 2007
«In mancanza di una specifica previsione contraria del titolo costitutivo, la destinazione all'uso ed al godimento comune di taluni servizi, beni o parti dell'edificio comune, risultante dall'attitudine funzionale del bene al servizio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3159 del 14 febbraio 2006
«In tema di condominio, qualora un'area sia oggetto di uso esclusivo da parte di alcuni comproprietari e tuttavia, pur non rientrando fra la parti elencate dall'art. 1117 c.c., sia altresì idonea — per le sue caratteristiche strutturali e...»