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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7485 del 20 marzo 2008
«Quando è proposta una domanda principale ed una domanda riconvenzionale che abbia come presupposto il rigetto della prima, l'accoglimento della domanda principale implica l'esplicito rigetto della riconvenzionale e, ove venga impugnata la sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1409 del 24 febbraio 1990
«A norma del secondo comma dell'art. 336 c.p.c., la riforma con sentenza passata in giudicato o la cassazione estende i suoi effetti ai provvedimenti e agli atti dipendenti dalla sentenza riformata o cassata: tra tali provvedimenti devono...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24354 del 15 novembre 2006
«Ai sensi dell'art. 336 c.p.c., la riforma non soltanto pone nel nulla la sentenza non definitiva che ne costituisce l'oggetto immediato, ma estende i propri effetti ai provvedimenti ed agli atti dipendenti da quest'ultima, e quindi anche alla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4362 del 13 aprile 1993
«La cassazione o la riforma con sentenza passata in giudicato della sentenza non definitiva si estendono alle parti, da questa dipendenti, della successiva sentenza definitiva, con la conseguenza che, ove sopravvengano in pendenza dell'impugnazione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1589 del 1 marzo 1990
«La riforma o la cassazione della sentenza non definitiva pone nel nulla le pronunce rese con la sentenza definitiva, in quanto dipendenti dalla sentenza riformata o cassata (art. 336 secondo comma c.p.c.). Pertanto, in pendenza di ricorso contro...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25143 del 14 ottobre 2008
«Allorché venga riformata in appello una sentenza già posta in esecuzione forzata, il debitore esecutato ha diritto alla restituzione non solo del capitale pagato sulla base del titolo successivamente riformato, ma anche delle somme corrisposte a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 567397 del 10 ottobre 2003
«In materia di ripartizione del trattamento pensionistico di reversibilità tra coniuge divorziato e coniuge superstite, le somme percepite dall'uno o dall'altro coniuge in base a sentenza di primo grado provvisoriamente esecutiva, riformata in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6579 del 26 aprile 2003
«Il diritto alla restituzione delle somme pagate in esecuzione di una decisione successivamente cassata, ovvero di sentenza di primo grado provvisoriamente esecutiva, successivamente riformata in appello, sorge per il solo fatto della cassazione o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16170 del 21 dicembre 2001
«Nel giudizio di appello, non soltanto la richiesta di restituzione delle somme pagate alla controparte in esecuzione della sentenza di primo grado non configura una domanda nuova — essendo conseguente alla richiesta di modifica della decisione...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5186 del 9 maggio 1991
«Sebbene nel codice di rito manchi una norma specifica relativa alle pretese restitutorie conseguenti alla riforma in appello della sentenza di primo grado, tali pretese possono trovare ingresso nella fase di gravame predetta al fine di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3129 del 8 febbraio 2011
«Il principio dettato dall'art. 336 c.p.c., per il quale la riforma o la cassazione parziale della sentenza ha effetto anche sui capi della stessa dipendenti dalla parte riformata o cassata, trova applicazione rispetto ai capi di sentenza non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8745 del 27 giugno 2000
«L'art. 336 c.p.c., nella nuova formulazione introdotta dalla legge n. 353 del 1990, non subordina più al passaggio in giudicato della sentenza di riforma i cosiddetti effetti espansivi esterni, comportando perciò non soltanto la caducazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8263 del 17 giugno 2000
«Le somme corrisposte dal datore di lavoro in esecuzione della sentenza che ordina la reintegra nel posto di lavoro costituiscono, ex art. 18 legge n. 300 del 1970 (nel nuovo testo introdotto dalla legge 11 maggio 1990, n. 108), risarcimento del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5485 del 2 maggio 2000
«Con riguardo agli effetti della riforma della sentenza pretorile di reintegrazione del lavoratore licenziato, per le pretese restitutorie che sono limitate alla somma corrisposta dal datore di lavoro a titolo di risarcimento del danno valgono i...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18611 del 5 agosto 2013
«Quando l'adempimento, volontario o coattivo, della condanna al pagamento pronunciata in primo grado sia avvenuto in parte prima della proposizione dell'appello e in parte nel corso del giudizio di appello, la domanda di restituzione dell'intero,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15461 del 11 giugno 2008
«Le pretese restitutorie conseguenti alla riforma in appello della sentenza di primo grado possono trovare ingresso nella fase di gravame al fine di precostituire il titolo esecutivo per la restituzione (non conseguendo tale effetto alla mera...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8829 del 13 aprile 2007
«È ammissibile la ripetizione delle somme pagate in esecuzione della sentenza di primo grado provvisoriamente esecutiva, successivamente riformata in appello (con sentenza confermata dalla Corte Suprema di Cassazione), pur non ricorrendo in tal...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23483 del 12 novembre 2007
«Nell'ipotesi di contemporanea pendenza del giudizio sul licenziamento e dell'opposizione a decreto ingiuntivo concernente l'indennità sostitutiva della reintegrazione nel posto di lavoro, il secondo giudizio non può essere sospeso ai sensi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5006 del 8 aprile 2002
«In tema di sospensione del processo, poiché l'art. 295 c.p.c., la cui ratio è quella di evitare il rischio di un conflitto tra giudicati, fa esclusivo riferimento all'ipotesi in cui fra due cause pendenti davanti allo stesso giudice o a due...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 595 del 18 gennaio 1992
«Il carattere parziale o non definitivo della sentenza di primo grado che (senza definire giudizio) abbia deciso una questione preliminare comporta che il giudice di secondo grado investito dell'appello avverso tale decisione, ha potere di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13639 del 30 maggio 2013
«Quando la legge imponga l'introduzione del giudizio con citazione, anziché con ricorso, ed il rito ordinario, l'adozione del rito camerale non induce alcuna nullità, per il principio della conversione degli atti nulli che abbiano raggiunto il loro...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7190 del 25 marzo 2010
«Il principio di necessaria specificità dei motivi d'appello - secondo cui la manifestazione volitiva dell'appellante, indirizzata ad ottenere la riforma della sentenza impugnata, deve essere sorretta da una parte argomentativa, idonea a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22123 del 19 ottobre 2009
«Per la sussistenza del requisito della specificità dei motivi di gravame, prescritto dall'art. 342 c.p.c., occorre indicare nell'atto di appello, anche mediante un'esposizione sommaria, le doglianze in modo tale che il giudice del gravame sia...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16684 del 6 novembre 2003
«L'indicazione dei motivi di appello richiesta dall'art. 342 c.p.c. e, nel rito del lavoro, dall'art. 434 c.p.c., non deve necessariamente consistere in una rigorosa e formalistica enunciazione delle ragioni invocate a sostegno dell'appello,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18310 del 30 agosto 2007
«Allorché la sentenza di primo grado pronunci sulla domanda in base ad una pluralità di autonome ragioni, ciascuna di per sé sufficiente a giustificare la decisione, come al giudice è consentito, qualora egli, ritenendo di poter fondare la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6630 del 24 marzo 2006
«In tema di processo di appello, in ossequio al principio del tantum devolutum quantum appellatum di cui all'articolo 342 c.p.c., il quale importa non solo la delimitazione del campo del riesame della sentenza impugnata ma anche l'identificazione,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28739 del 3 dicembre 2008
«In tema di appello, allorquando la sentenza di primo grado si sia pronunziata espressamente su una questione del tutto distinta dalle altre, tale specifica pronunzia non può considerarsi implicitamente impugnata allorché il gravame sia proposto in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9244 del 18 aprile 2007
«Nel giudizio di appello - che non è un novum iudicium - la cognizione del giudice resta circoscritta alle questioni dedotte dall'appellante attraverso specifici motivi e tale specificità esige che alle argomentazioni svolte nella sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10681 del 22 luglio 2002
«Ai fini della individuazione del thema decidendum in appello, sebbene l'art. 342 c.p.c. preveda la devoluzione al giudice d'appello delle sole questioni che siano state fatte oggetto di specifici motivi di gravame, esso si estende ai punti della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7809 del 8 giugno 2001
«Allorché la sentenza di primo grado pronunci sulla domanda in base ad una pluralità di autonome ragioni, ciascuna di per sé sufficiente a giustificare la decisione, come al giudice è consentito, qualora egli, ritenendo di poter fondare la...»