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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13334 del 29 novembre 1999
«In tema di immissioni in alienum , il criterio del contemperamento delle esigenze della produzione con le ragioni della proprietà, posto dall'art. 844, secondo comma, c.c., non implica che nelle zone a prevalente vocazione industriale debbano...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8151 del 15 giugno 2001
«In tema di servitù altius non tollendi, il contenuto del diritto si concreta nel dovere del proprietario del fondo servente di astenersi da qualunque attività edificatoria che muti l'altezza del proprio edificio, quale che sia in concreto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4368 del 30 luglio 1982
«Quando la veduta, anziché sul piano terraneo, s'apra sul tetto del vicino, il titolare della relativa servitù non ha un diritto potiore, nel senso che quel tetto debba essere inaccessibile ed il proprietario del fondo servente non ha l'obbligo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2521 del 17 giugno 1977
«Il proprietario del fondo gravato da servitù di veduta deve astenersi da atti o comportamenti che ne rendano più difficoltoso l'esercizio, ovvero che sottraggano un certo spazio al suo godimento, ma non è anche tenuto a rendere impraticabile...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5396 del 6 novembre 1985
«Il principio secondo cui l'impossibilità di fatto di usare della servitù o il venir meno dell'utilità della medesima non fanno estinguere la servitù se non è decorso il termine di venti anni ex artt. 1073 e 1074 c.c., si applica qualunque sia la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1383 del 11 febbraio 1994
«Riguardo alla confessoria servitutis, la legittimazione dal lato passivo è in primo luogo di colui che, oltre a contestare l'esistenza della servitù, abbia un rapporto attuale con il fondo servente (proprietario, comproprietario, titolare di un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21629 del 12 ottobre 2009
«In tema di condominio negli edifici, il divieto di sopraelevazione sulle terrazze di copertura e sui balconi stabilito contrattualmente nei singoli atti di acquisto degli immobili di proprietà individuale integra una "servitus altius non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1201 del 30 gennaio 2002
«In tema di condominio le maggioranze necessarie per approvare le delibere sono inderogabilmente quelle previste dalla legge in rapporto a tutti i partecipanti e al valore dell'intero edificio, sia ai fini del conteggio del quorum costitutivo sia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15322 del 4 dicembre 2001
«II possesso è tutelato da spogli e molestie indipendentemente dal suo eventuale carattere lesivo di diritti altrui, i quali, pertanto, non possono essere utilmente opposti all'attore in reintegrazione o manutenzione, essendo consentito al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6991 del 21 agosto 1987
«La norma dell'art. 1199 c.c., sull'obbligo del creditore che riceve il pagamento di rilasciare quietanza al debitore che ne faccia richiesta, è derogabile, sicché il debitore, come può astenersi dal chiedere quietanza di un pagamento effettuato,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3492 del 11 luglio 1978
«Il contraente a carico del quale si verifica l'eccessiva onerosità sopravvenuta della prestazione può solo agire in giudizio per la risoluzione del contratto, ma non può astenersi dalla prestazione pretendendo che l'altro contraente accetti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7772 del 23 aprile 2004
«In tema di locazione, al conduttore non è consentito di astenersi dal versare il canone, ovvero di ridurlo unilateralmente, nel caso in cui si verifichi una riduzione o una diminuzione nel godimento del bene, e ciò anche quando si assume che tale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9863 del 5 ottobre 1998
«In tema di locazione di immobili, il pagamento del canone di locazione costituisce la principale e fondamentale obbligazione dei conduttore, al quale non è consentito astenersi dal versare il corrispettivo o di determinare unilateralmente il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5107 del 26 maggio 1999
«L'art. 1759, comma primo, codice civile, laddove impone al mediatore di comunicare alle parti le circostanze a lui note, relative alla valutazione e sicurezza dell'affare, che possono influire sulla sua conclusione, deve essere letto in...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2474 del 1 febbraio 2008
«Ai fini della configurabilità di una violazione dell'obbligo di fedeltà previsto dall'art. 2105 c.c., che si specifica nel divieto di concorrenza nei confronti del prestatore di lavoro subordinato — divieto che riguarda non già la concorrenza che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4435 del 4 marzo 2004
«Ove la contrattazione collettiva preveda, quale ipotesi di giusta causa di licenziamento, l'omessa o tardiva presentazione del certificato medico in caso di assenza per malattia oppure l'inadempimento di altri obblighi contrattuali specifici da...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10527 del 23 ottobre 1998
«A norma dell'art. 2135 c.c., l'attività di allevamento del bestiame può considerarsi agricola e, come tale, non assoggettabile a fallimento, ancorché svolta con l'ausilio di tecniche moderne, quando si presenta in collegamento funzionale con il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7614 del 19 agosto 1996
«Il diritto di voto nell'assemblea della società a responsabilità limitata, per le quote che siano state date in usufrutto, compete unicamente all'usufruttuario, il quale esercita al riguardo un diritto suo proprio e perciò non è obbligato ad...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9682 del 24 luglio 2000
«In tema di divieto di concorrenza, la disposizione contenuta nell'art. 2557 c.c., la quale stabilisce che chi aliena l'azienda deve astenersi, per un periodo di cinque anni dal trasferimento, dall'iniziare una nuova impresa che per l'oggetto,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 28233 del 22 dicembre 1998
«Non sono abnormi il decreto del presidente della corte d'appello che autorizzi il presidente di sezione della medesima corte ad astenersi limitatamente a uno solo tra più imputati del medesimo procedimento, precisando che la posizione di tale...»
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Corte costituzionale, sentenza n. 113 del 20 aprile 2000
«L'aver pronunciato sentenza (nella specie, di applicazione della pena su richiesta) nei confronti di alcuno dei concorrenti nel reato, non rende per ciò stesso il giudice incompatibile al successivo giudizio nei confronti degli altri. Tuttavia,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7992 del 2 marzo 2005
«In materia di abuso d'ufficio determinato dalla violazione dell'obbligo di astensione, l'espressione «omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti», contenuta nell'articolo 323...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1603 del 20 gennaio 2005
«L'avvertimento di cui all'art. 64, comma 3, lett. c), c.p.p. circa l'assunzione, da parte della persona interrogata, dell'ufficio di testimone se renderà dichiarazioni su fatti concernenti la responsabilità di altri soggetti, non è dovuto nel caso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3534 del 9 settembre 1999
«Al fine di assicurare la continuità della assistenza tecnico-giuridica, la difesa si caratterizza per l'immutabilità del difensore fino alla eventuale dispensa dell'incarico di ufficio, oppure alla rinuncia o revoca del mandato fiduciario, mentre...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 22327 del 21 maggio 2003
«Il giudice penale che abbia concorso, in camera di consiglio, alla deliberazione collegiale non può essere richiesto — trattandosi di attività coperta da segreto di ufficio — di deporre come testimone in merito al relativo procedimento di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4079 del 2 aprile 1998
«L'omissione dell'avvertimento relativo alla facoltà di astenersi dal deporre dà luogo ad una nullità soltanto relativa che, come tale, non è rilevabile di ufficio e può essere dedotta, a pena di decadenza, esclusivamente nei termini previsti...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 2523 del 4 agosto 1990
«In tema di testimonianza, alla deposizione resa dalla convivente dell'imputato, senza l'avvertimento previsto dall'art. 199 del nuovo c.p.p., non conseguono ipso iure gli effetti della sanzione processuale della nullità assoluta, essendo questa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46682 del 3 dicembre 2009
«L'avviso ai prossimi congiunti dell'imputato in ordine alla facoltà degli stessi di astenersi dal testimoniare va loro rivolto, a pena di nullità, anche in sede di sommarie informazioni rese al difensore ex art. 391 bis c.p.p.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42977 del 11 novembre 2003
«Non può essere applicata l'esimente di cui all'art. 384 c.p. all'imputato del delitto di falsa testimonianza per dichiarazioni rese nell'ambito di un giudizio civile in quanto nel giudizio civile l'art. 249 c.p.c. si riferisce solo alla facoltà di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8687 del 28 luglio 1995
«L'accertamento di una situazione di famiglia di fatto e perciò di convivenza more uxorio, ai fini di riconoscere ad un soggetto non coniuge dell'imputato la facoltà, di astenersi dal deporre ed il diritto di essere avvisato di tale facoltà, si...»