Secondo la Cassazione, anche l'indennità di disagio deve essere inclusa nell’accantonamento per il TFR, in quanto quest'ultimo comprende tutte le somme corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, a titolo non occasionale... (continua a leggere)
La Cassazione ha precisato che, in materia di pubblico impiego privatizzato, nel caso in cui vengano illegittimamente rinnovati contratti a termine, il relativo danno è “presunto” e il risarcimento ha valore... (continua a leggere)
Secondo la Cassazione, il datore di lavoro può controllare i pc aziendali dei lavoratori per verificare eventuali comportamenti lesivi dell'immagine dell'azienda o della dignità di altri lavoratori. (continua a leggere)
Anche condotte extralavorative possono giustificare il licenziamento, a condizione, però, che le stesse si riflettano sulla funzionalità del rapporto di lavoro, compromettendo le aspettative d'un futuro puntuale adempimento... (continua a leggere)
Secondo la Cassazione, la condotta del lavoratore che copia su un proprio supporto portatile dei file aziendali, viola il dovere di fedeltà di cui all'art. 2105 c.c. (continua a leggere)
Ai sensi dell’art. 18 della legge n. 300 del 1970, il lavoratore il cui licenziamento sia stato accertato come illegittimo deve essere ricollocato nel posto e nelle mansioni precedentemente occupate. (continua a leggere)
Secondo la Cassazione, ai fini della legittimità del licenziamento intimato per "scarso rendimento", il datore di lavoro deve dimostrare che il mancato raggiungimento dell’auspicato risultato produttivo sia derivato da... (continua a leggere)
La Corte di Cassazione ha assolto un imputato dal reato di "esercizio arbitrario delle proprie ragioni", del quale era stato accusato per aver inviato al proprio superiore numerosi messaggi telefonici al fine di indurlo a pagargli lo... (continua a leggere)
Laddove previsto dalla contrattazione collettiva, la mancata trasmissione del certificato medico al datore di lavoro può giustificare il licenziamento. (continua a leggere)
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un lavoratore per diffamazione del proprio capo area, avendo offeso il suo onore e decoro mediante la diffusione di messaggi su Facebook a contenuto offensivo. (continua a leggere)