AUTORE:
Alessia Cosentino
ANNO ACCADEMICO: 2021
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Milano - Bicocca
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Obiettivo del presente lavoro è valutare la possibilità di applicare la mediazione – una delle modalità di realizzazione del paradigma di giustizia riparativa – ai casi di violenza domestica che, come noto, hanno caratteristiche particolari di cui è necessario tenere conto.
Per giustizia riparativa si intende “qualsiasi procedimento che permetta alla vittima e all'autore del reato di partecipare attivamente, se vi acconsentono liberamente, alla risoluzione delle questioni risultanti dal reato con l'aiuto di un terzo imparziale”.
La mediazione è invece "un processo dialettico di attivazione della conoscenza tra autore e vittima in cui il mediatore è chiamato a ricostruire fra le parti lo spazio comunicativo intersoggettivo e a trovare un “segno” comune che possa condurre al superamento del conflitto".
Già da queste prime definizioni emerge come il coinvolgimento diretto della vittima sia fondamentale in procedimenti di questo tipo. Da ciò discendono le perplessità nell’applicare questo metodo di risoluzione dei conflitti anche ai casi di violenza domestica, formula con la quale si indicano “tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima”.
La tesi si compone di tre capitoli.
Il primo capitolo riguarda la giustizia riparativa e la mediazione. Vengono esaminate le fonti sovranazionali che hanno lentamente riconosciuto la validità degli strumenti di giustizia riparativa, definendone i confini e promuovendone l’implementazione. Viene effettuata un’approfondita analisi delle caratteristiche peculiari che contraddistinguono la mediazione, i benefici che è in grado di offrire alle parti che vi accedono e il dibattito circa il ruolo che la mediazione dovrebbe assumere in relazione alla giustizia tradizionale.
Il secondo capitolo è invece dedicato alla violenza domestica: viene effettuata un’analisi delle forme e delle modalità con le quali essa si manifesta. Viene illustrato l’impatto che il contesto della violenza può provocare sulla salute e sul benessere della donna. Vengono pertanto analizzati i tentativi realizzati dalle istituzioni nella lotta alla violenza domestica e le inefficienze del sistema processuale nel rispondere alle esigenze di queste particolari vittime.
Nel terzo capitolo, invece, sono analizzati i possibili pregi e difetti del ricorso alla mediazione nei casi di violenza domestica, con una particolare attenzione alle difficoltà che, in ogni caso, sembrerebbero persistere.
Per giustizia riparativa si intende “qualsiasi procedimento che permetta alla vittima e all'autore del reato di partecipare attivamente, se vi acconsentono liberamente, alla risoluzione delle questioni risultanti dal reato con l'aiuto di un terzo imparziale”.
La mediazione è invece "un processo dialettico di attivazione della conoscenza tra autore e vittima in cui il mediatore è chiamato a ricostruire fra le parti lo spazio comunicativo intersoggettivo e a trovare un “segno” comune che possa condurre al superamento del conflitto".
Già da queste prime definizioni emerge come il coinvolgimento diretto della vittima sia fondamentale in procedimenti di questo tipo. Da ciò discendono le perplessità nell’applicare questo metodo di risoluzione dei conflitti anche ai casi di violenza domestica, formula con la quale si indicano “tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima”.
La tesi si compone di tre capitoli.
Il primo capitolo riguarda la giustizia riparativa e la mediazione. Vengono esaminate le fonti sovranazionali che hanno lentamente riconosciuto la validità degli strumenti di giustizia riparativa, definendone i confini e promuovendone l’implementazione. Viene effettuata un’approfondita analisi delle caratteristiche peculiari che contraddistinguono la mediazione, i benefici che è in grado di offrire alle parti che vi accedono e il dibattito circa il ruolo che la mediazione dovrebbe assumere in relazione alla giustizia tradizionale.
Il secondo capitolo è invece dedicato alla violenza domestica: viene effettuata un’analisi delle forme e delle modalità con le quali essa si manifesta. Viene illustrato l’impatto che il contesto della violenza può provocare sulla salute e sul benessere della donna. Vengono pertanto analizzati i tentativi realizzati dalle istituzioni nella lotta alla violenza domestica e le inefficienze del sistema processuale nel rispondere alle esigenze di queste particolari vittime.
Nel terzo capitolo, invece, sono analizzati i possibili pregi e difetti del ricorso alla mediazione nei casi di violenza domestica, con una particolare attenzione alle difficoltà che, in ogni caso, sembrerebbero persistere.