AUTORE:
Costanza Rivaroli
ANNO ACCADEMICO: 2020
TIPOLOGIA: Tesi di Laurea Magistrale
ATENEO: Universitą degli Studi di Trento
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
Il servizio di trasporto pubblico non di linea mediante autovetture è regolato, nell’ordinamento italiano, da una legge risalente agli anni ’90. Tale regolamentazione pubblica impone barriere in entrata nel mercato, contingentamento dei provvedimenti autorizzatori per poter fornire il servizio e vincoli nello svolgimento dello stesso. Queste caratteristiche, unite all’avvento di forme alternative di trasporto, rese possibili grazie all’evoluzione tecnologica, hanno dimostrato la necessità di una riforma esaustiva della disciplina, vista la carenza di offerta e l’insoddisfazione di utenti e di coloro che vorrebbero diventare nuovi operatori. Seguendo un metodo storico-evolutivo, viene descritta la disciplina che ad oggi regola il tradizionale servizio di trasporto non di linea mediante taxi ed NCC (noleggio con conducente), in particolare ai sensi dalla legge quadro n. 21 del 1992, e le varie riforme intervenute negli anni successivi, fino al 2019, risultate però insoddisfacenti rispetto alla necessità di un’apertura del mercato alla concorrenza.
Alla luce di tale disciplina, al fine di dimostrare in maniera più concreta quelle che sono le problematiche cui la stessa ha dato vita negli anni più recenti, vengono descritte le vicende che hanno coinvolto i servizi Uber Pop e Uber Black nel nostro Paese. Il “caso Uber” è infatti una dimostrazione tangibile di come le nuove modalità di servizi di trasporto, offerte grazie all’utilizzo di piattaforme tecnologiche, siano in realtà ostacolate dall’anzidetta normativa, che impedisce la piena concorrenza nel settore, ancora legato a forme di contingentamento che producono insoddisfazione per l’utenza e conducono gli operatori già presenti nel mercato ad osteggiare qualsiasi forma di liberalizzazione pur di mantenere invariato tale regime giuridico, da cui essi traggono vantaggio poiché di tipo chiuso e sostanzialmente monopolistico.
In relazione a tali problematiche, ci si propone di individuare delle possibili soluzioni alle stesse. Attraverso l’analisi di varie proposte ed indicazioni pervenute al legislatore da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), oltre che dell’esperienza di altri Stati membri dell’Unione europea e delle soluzioni che gli stessi hanno dato, in modi diversi, alle medesime problematiche, vengono formulate delle ipotesi che potrebbero essere concretamente realizzabili dal legislatore italiano, al fine di aprire il mercato alla concorrenza apportando benefici sia a coloro che operano nel settore sia a coloro che usufruiscono dei servizi.
Alla luce di tale disciplina, al fine di dimostrare in maniera più concreta quelle che sono le problematiche cui la stessa ha dato vita negli anni più recenti, vengono descritte le vicende che hanno coinvolto i servizi Uber Pop e Uber Black nel nostro Paese. Il “caso Uber” è infatti una dimostrazione tangibile di come le nuove modalità di servizi di trasporto, offerte grazie all’utilizzo di piattaforme tecnologiche, siano in realtà ostacolate dall’anzidetta normativa, che impedisce la piena concorrenza nel settore, ancora legato a forme di contingentamento che producono insoddisfazione per l’utenza e conducono gli operatori già presenti nel mercato ad osteggiare qualsiasi forma di liberalizzazione pur di mantenere invariato tale regime giuridico, da cui essi traggono vantaggio poiché di tipo chiuso e sostanzialmente monopolistico.
In relazione a tali problematiche, ci si propone di individuare delle possibili soluzioni alle stesse. Attraverso l’analisi di varie proposte ed indicazioni pervenute al legislatore da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), oltre che dell’esperienza di altri Stati membri dell’Unione europea e delle soluzioni che gli stessi hanno dato, in modi diversi, alle medesime problematiche, vengono formulate delle ipotesi che potrebbero essere concretamente realizzabili dal legislatore italiano, al fine di aprire il mercato alla concorrenza apportando benefici sia a coloro che operano nel settore sia a coloro che usufruiscono dei servizi.