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Criptovalute e nuove frontiere di riciclaggio di denaro

AUTORE:
ANNO ACCADEMICO: 2022
TIPOLOGIA: Diploma di Laurea
ATENEO: Universitą degli Studi di Roma Tor Vergata
FACOLTÀ: Giurisprudenza
ABSTRACT
La presente analisi si propone di fare chiarezza in un mondo che ha rivoluzionato il sistema economico e finanziario, suscitando, di conseguenza, un profondo mutamento nello scenario internazionale delle investigazioni, soprattutto in materia di frodi e riciclaggio di denaro. La finanza è divenuta ancora più internazionale, dinamica e decentralizzata, permettendo alle organizzazioni criminali, ivi comprese quelle di matrice mafiosa, di aumentare sensibilmente le proprie potenzialità.
La criminalità organizzata italiana, in particolare, ha sempre saputo cavalcare con notevole anticipo le innovazioni normative - e tecnologiche - che il mondo della finanza ha avuto nel corso degli anni, anche grazie all’ausilio di professionisti, tecnici e figure autorevoli di settori privati e pubblici, che hanno permesso di operare su scala transnazionale, beneficiando di differenze normative ed interpretative tra diversi ordinamenti giuridici.
È in questi contesti che le cripto-attività sono divenute una vera e propria criticità. Una buona resa delle investigazioni è possibile solamente grazie ad uno studio non solo di tipo tecnico-informatico, ma anche giuridico-finanziario, attraverso una comparazione tra i principali ordinamenti mondiali, per comprendere quando si possano configurare i reati di riciclaggio e intermediazione abusiva.
Siamo partiti dai protocolli di funzionamento dei sistemi che operano nel crypto-world, ormai non più sovrapponibile alle sole criptovalute, ma a tutto ciò che sia connesso con la vera innovazione dietro a questo universo: il sistema blockchain.
Parliamo di una tecnologia che permette di effettuare molto più che semplici pagamenti. Dal 2008 sono nate più di 23.000 diverse valute virtuali, classificabili come payment tokens, utility tokens, security tokens etc.: tutti strumenti che possono essere classificati, giuridicamente, come istituti spesso molto differenti tra loro.
Questo caos normativo ha permesso alle organizzazioni dedite ad attività illecite di penetrare con facilità. Sebbene con un recente intervento legislativo (Regolamento MiCa) l’Europa abbia cercato di fornire definizioni precise in ordine ai molti strumenti scambiabili su blockchain, l’impegno profuso dal legislatore europeo potrebbe, comunque, risultare del tutto vano.
L’UE ha suddiviso le cripto-attività in strumenti finanziari, moneta elettronica e crypto-assets (ovvero beni), rendendo, certamente, il lavoro degli operatori del diritto più semplice. Ciononostante, vista la natura globale del fenomeno crypto - e la non applicabilità della normativa al di fuori della Comunità Europea - questo intervento consisterà, probabilmente, in un nulla di fatto, vista la necessità di un’azione coordinata e gestita a livello globale.
Nel seguito della trattazione sono state analizzate diverse modalità e tecniche di riciclaggio, per verificare il perfezionamento del reato sia nella forma del riciclaggio digitale strumentale sia in quella integrale. È stato dimostrato come la consumazione di questi reati sia comunque possibile, nonostante si operi su sistemi, per certi aspetti, intrinsecamente più trasparenti di quelli tradizionali.
Infatti non bisogna dimenticare l’esistenza di strumenti, servizi ed attività che sembrano essere nati con scopi illeciti, come le privacy coins, i servizi di mixing e le operazioni di batching. Qui emerge un’ulteriore criticità: la scarsa collaborazione tra le autorità governative e gli operatori del settore, come gli exchanges, i VASPs e i CASPs, la cui intermediazione, invece, dovrebbe essere in grado di riportare centralità e controllo in un mondo naturalmente decentralizzato.
In questo contesto si inseriscono le normative antiriciclaggio e la regolamentazione a tutela dei consumatori, che costituiscono un forte disincentivo alla commissione di reati; tuttavia, quando ci si trova ad investigare su condotte caratterizzate da elementi di transnazionalità, la normative nazionali risultano inadeguate. Le Forze di Polizia si stanno sforzando per tenere il passo con l’evoluzione dei sistemi blockchain, ormai utilizzati da tante organizzazioni criminali.
Gli investigatori, per poter ricostruire il paper trail, si trovano costretti ad utilizzare i più moderni strumenti di indagine, talvolta anche a discapito della compressione dei diritti fondamentali dei cittadini. Pertanto, un mirato intervento legislativo, per prevedere mezzi di ricerca della prova e nuovi strumenti investigativi, è indubbiamente auspicabile.
Parallelamente, vista la complessità dell’argomento trattato e la fragilità delle evidenze investigative conseguibili in materia, abbiamo cercato di elaborare, anche dal punto di vista tecnico-pratico, delle best practices dettagliate, così da costituire una forte spinta propulsiva per la conduzione delle indagini, col fine di apportare una più completa e certa conoscenza dei fatti in sede di giudizio.

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