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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4203 del 24 febbraio 2006
«Il dovere di mantenere, istruire ed educare la prole, secondo il precetto di cui all'art. 147 c.c., impone ai genitori, anche in caso di separazione, di far fronte ad una molteplicità di esigenze dei figli, certamente non riconducibili al solo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11025 del 8 novembre 1997
«Il dovere di mantenere, istruire ed educare la prole, secondo il precetto di cui all'art. 147 c.c., impone ai genitori, anche in caso di separazione, di far fronte ad una molteplicità di esigenze dei figli, certamente non riconducibili al solo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2196 del 14 febbraio 2003
«La sentenza di accertamento della filiazione naturale, in quanto ha natura dichiarativa dello stato biologico di procreazione, fa sorgere a carico del genitore tutti i doveri di cui all'art. 147 c.c. propri della procreazione legittima, compreso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2166 del 31 gennaio 2006
«In tema di immissioni (nella specie rumori provocati da attività sportive praticate all'aperto), il contemperamento delle esigenze della proprietà con quelle ricreative e sportive, che ai sensi dell'art. 844 c.c. deve essere compiuto anche tenendo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10850 del 30 ottobre 1998
«L'obbligo di rispettare una determinata distanza dal confine, imposta dal piano regolatore per i manufatti destinati allo svago e allo sport in una zona destinata a verde pubblico — quali ad esempio chioschi, bar, impianti sportivi — sussiste...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17242 del 22 luglio 2010
«In tema di distanze legali fra edifici, mentre rientrano nella categoria degli sporti, non computabili ai fini delle distanze, soltanto quegli elementi con funzione meramente ornamentale, di rifinitura od accessoria (come le mensole, le lesene, i...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4195 del 12 aprile 1995
«In tema di distanze tra edifici, rientrano nella categoria tecnico-giuridica dei semplici sporti, non computabili ai fini delle distanze, soltanto quegli elementi che, come le mensole, le lesene, i cornicioni, le canalizzazioni di gronda e simili,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2703 del 6 marzo 1992
«Nel calcolo delle distanze fra costruzioni non deve tenersi conto di quegli sporti che non siano idonei a determinare intercapedini dannose o pericolose, consistendo in sporgenze di limitata entità con funzione meramente decorativa o di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6678 del 28 giugno 1999
«Un muro di recinzione di un fondo si presume comune al proprietario di quello limitrofo se: 1) sorge su suolo comune ad entrambi i confinanti proprietari; 2) divide, conformemente alla sua funzione, entità prediali omogenee tra loro (quali...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11162 del 24 dicembre 1994
«L'art. 881 c.c., a norma del quale la presenza, nel muro divisorio, di proventi, sporti, mensole ed altri segni indicatori fa sorgere una presunzione di proprietà esclusiva del muro, trova applicazione soltanto nel caso di muri posti tra i campi,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1018 del 19 febbraio 1986
«Fra gli «sporti» (comprendenti cornicioni, mensole e simili), che l'art. 881 c.c., ponendo una presunzione contraria a quella di comunione stabilita dal precedente art. 880, indica quali segni presuntivi della proprietà esclusiva del muro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2964 del 5 aprile 1997
«I canali di gronda ed i loro sostegni rientrano nella categoria tecnico-giuridica degli sporti, per cui, ai sensi dell'art. 873 c.c., non si tiene conto di essi nella misurazione della distanza tra fabbricati. Qualora invece si controverta della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2116 del 9 giugno 1976
«La distanza stabilita nell'art. 906 c.c. per l'apertura di vedute oblique, deve essere osservata anche se tra i due fondi vi sia una strada pubblica.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6576 del 29 marzo 2005
«In materia di diritti reali, l'obbligo del rispetto delle distanze legali trova applicazione anche quando la veduta viene esercitata dal piano terreno di una costruzione (nella fattispecie, dal portico inserito nel fabbricato), non occorrendo che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4453 del 24 aprile 1991
«Anche ai fini dell'applicazione della distanza legale stabilita dall'art. 905 comma secondo c.c. per le vedute ed i prospetti esercitati da balconi o da altri sporti, terrazze, lastrici solari e simili, muniti di parapetto che permetta di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1508 del 9 marzo 1982
«L'esenzione dall'obbligo delle distanze legali, prevista dall'ultimo comma dell'art. 905 c.c. per il caso in cui tra i due fondi intercorra una strada pubblica, si riferisce alle distanze stabilite dai precedenti commi della norma medesima per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1345 del 8 aprile 1977
«In applicazione dell'art. 906 c.c., la distanza legale per la collocazione di una canna fumaria sul muro perimetrale comune, ad opera di uno dei condomini, non può essere inferiore a 75 centimetri dai più vicini sporti dei balconi di proprietà...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4105 del 3 maggio 1996
«Ai fini della costituzione convenzionale di una servitù prediale, ancorché non sia indispensabile l'uso di formule sacramentali, è necessario che la volontà di costituire la servitù risulti dal contratto in modo chiaro e specifico. Pertanto, è da...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 179 del 14 gennaio 1977
«Gli sporti che il singolo condomino ha diritto di costruire sul cortile comune debbono essere concretamente realizzati in maniera che non venga alterata la destinazione di tale cortile, che è principalmente quella di fornire luce ed aria agli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 624 del 26 febbraio 1976
«L'immissione di balconi e pensili su un cortile comune, pur comportando l'occupazione con un'opera solida e stabile dell'area sovrastante, si risolve in un ampliamento della presa di aria e luce da parte del singolo condomino e, non alterando la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8066 del 18 aprile 2005
«In considerazione del rapporto di accessorietà necessaria che lega le parti comuni dell'edificio elencate in via esemplificativa — se il contrario non risulta dal titolo — dall'art. 1117 c.c. alle proprietà singole, delle quali le prime rendono...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5150 del 11 maggio 1995
«In tema di responsabilità del debitore per fatto degli ausiliari, l'art. 1228 c.c., disposizione con cui è stata estesa all'ambito contrattuale la disciplina contenuta negli artt. 2048 e 2049 c.c., presuppone che l'opera svolta da questi ultimi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 8723 del 7 maggio 2004
«La responsabilità precontrattuale per violazione dell'art. 1337 c.c., che costituisce una forma di responsabilità extracontrattuale, la quale si collega alla violazione della regola di condotta stabilita a tutela del corretto svolgimento dell'...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4630 del 22 maggio 1990
«Ai fini dell'azione di rescissione per lesione, lo stato di bisogno, di cui all'art. 1448 c.c., pur potendo consistere anche in una situazione di difficoltà economica, tuttavia non può prescindere da un nesso di strumentalità tale da incidere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3500 del 4 aprile 1998
«L'azione redibitoria deve ritenersi preclusa a norma dell'art. 1492 c.c. quando il compratore, utilizzando la res empta , e così determinandone la trasformazione, modificazione e consumazione, abbia in tal modo espresso la volontà di accettare il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7634 del 16 maggio 2003
«In tema di contratto di trasporto, l'accertata assenza di assegni non esclude il diritto del vettore (o del subvettore) di ottenere il pagamento non più dal mittente (o dal submittente), ma dal destinatario, essendo quest'ultimo obbligato ex lege...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3831 del 22 agosto 1977
«Si ha molestia di diritto - contro la quale il locatore è tenuto a garantire il conduttore, ai sensi dell'art, 1585, primo comma c.c. - quando il terzo tenda a privare il conduttore del godimento della cosa locata, reclamando un diritto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11161 del 12 novembre 1997
«Il vettore, per superare la presunzione posta a suo carico dall'art. 1681 c.c., deve non solo provare che l'evento dannoso è dovuto al fatto del terzo, ma deve altresì provare di aver adottato tutte le precauzioni, per prevenire tale fatto del terzo.»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7300 del 3 luglio 1991
«Con riguardo all'assicurazione contro i danni (nella specie, inerenti a trasporti marittimi di merci) cosiddetta in abbonamento, cioè rivolta a tutelare interessi non ancora determinati al momento della sua stipulazione e da specificarsi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7247 del 30 marzo 2011
«Ai fini del riconoscimento della responsabilità del sorvegliante, a norma dell'art. 2047 c.c., è necessario che il fatto commesso dall'incapace presenti tutte le caratteristiche oggettive dell'antigiuridicità e cioè che sia tale che, se fosse...»