-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12753 del 17 novembre 1999
«L'accettazione tacita di eredità può desumersi soltanto dall'esplicazione di un'attività personale dei chiamato tale da integrare gli estremi dell'atto gestorio incompatibile con la volontà di rinunziare, e non altrimenti giustificabile se non in...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14766 del 26 giugno 2007
«La circostanza che l'erede del responsabile di un illecito aquiliano abbia accettato l'eredità con beneficio d'inventario, e quindi non possa rispondere ultra vires, non può essere rilevata d'ufficio, ma va tempestivamente dedotta e provata da chi...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7032 del 14 giugno 2000
«Allorché nella condotta tenuta siano ritenuti sussistenti gli estremi della pericolosità per la salute pubblica, è esclusa l'applicabilità degli artt. 5 e 6 della legge n. 283 del 1962, restando le relative contravvenzioni assorbite nei delitti...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8668 del 24 agosto 1990
«Nell'interpretazione del testamento il ricorso ad elementi estrinseci è consentito soltanto in via sussidiaria, ove cioè dal testo dell'atto non emerga con certezza l'effettiva volontà del de cuius, sempreché trattisi di elementi riferibili allo...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4022 del 21 febbraio 2007
«L'onere o modus si qualifica come elemento accidentale ed accessorio rispetto al negozio testamentario, istitutivo di erede (o contenente un legato), ma tale natura non esclude che lo stesso onere possa collegarsi ad un'istituzione di erede per...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6358 del 7 giugno 1993
«Il secondo comma dell'art. 734 c.c. — il quale prevede che, nel caso di incompletezza della divisione testamentaria, i beni in essa non compresi sono attribuiti secondo le norme della successione legittima, salvo che risulti diversa volontà del...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14093 del 28 maggio 2008
«L'ingiuria grave che, ai sensi dell'art. 801 c.c., legittima la revoca della donazione per ingratitudine del donatario, consiste in un qualsiasi atto o comportamento il quale leda in modo rilevante il patrimonio morale del donante, e palesi per...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1090 del 18 gennaio 2007
«In tema di revocazione per ingratitudine della donazione, il termine previsto a pena di decadenza dall'art. 802 c.c. decorre dal momento in cui il donante abbia acquisito la piena e sicura consapevolezza del compimento da parte del donatario di...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2426 del 7 marzo 1991
«La tutela del diritto al nome, nel caso che altri contesti alla persona il diritto all'uso del proprio nome o ne faccia indebitamente uso con possibilità di arrecargli pregiudizio, ai sensi dell'art. 7 c.c., è duplice e si risolve nella facoltà di...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3081 del 5 ottobre 1994
«In caso di violazione da parte della moglie divorziata del divieto di uso del cognome del marito (art. 5, comma secondo, legge 1 dicembre 1970, n. 898, nel testo sostituito dall'art. 9 L. 6 marzo 1987, n. 74) quest'ultimo può, ai sensi dell'art. 7...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8383 del 20 settembre 1996
«Il genitore, il quale contesti la sussistenza del proprio obbligo di mantenimento nei confronti dei figli maggiorenni che non svolgano attività lavorativa retribuita, è tenuto a fornire la prova che ciò dipenda da una condotta colpevole del figlio...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13021 del 20 dicembre 1995
«In tema di separazione personale, il grave stato di infermità di uno dei coniugi, perdurante nel tempo e non reversibile, può costituire, per le modalità in cui si manifesti e per le implicazioni nella vita degli altri componenti il nucleo...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8548 del 14 aprile 2011
«In tema di addebitabilità della separazione personale, ove i fatti accertati a carico di un coniuge costituiscano violazione di norme di condotta imperative ed inderogabili - traducendosi nell'aggressione a beni e diritti fondamentali della...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17710 del 2 settembre 2005
«Ai sensi dell'art. 144 c.c., prevedente l'obbligo per i coniugi di concordare tra di loro l'indirizzo della vita familiare, le scelte educative e gli interventi diretti a risolvere i problemi dei figli devono essere adottati d'intesa tra i...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 279 del 12 gennaio 2000
«Ai fini dell'addebitabilità della separazione, il giudice deve accertare che la crisi coniugale sia ricollegabile al comportamento oggettivamente trasgressivo di uno o di entrambi i coniugi e che sussista, pertanto, un nesso di causalità tra i...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3098 del 17 marzo 1995
«A seguito della riforma del 1975, la separazione personale dei coniugi non è più determinata dalla cosciente violazione degli obblighi derivanti dal matrimonio, bensì dal dato oggettivo dell'intollerabilità della convivenza o dal grave pregiudizio...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7859 del 9 giugno 2000
«La reiterata violazione, in assenza di una consolidata separazione di fatto, dell'obbligo della fedeltà coniugale, particolarmente se attuata attraverso una stabile relazione extraconiugale, rappresenta una violazione particolarmente grave...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4390 del 13 maggio 1987
«Al fine della statuizione sull'addebitabilità della separazione personale fra coniugi, possono essere presi in considerazione anche comportamenti successivi all'inizio della causa di separazione o al provvedimento presidenziale di esonero...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7156 del 29 novembre 1983
«L'infedeltà apparente, fra coniugi separati, integra l'ipotesi dell'ingiuria grave e costituisce causa di addebito qualora: a) la condotta del coniuge infedele sia tale da ingenerare nell'altro coniuge e nei terzi il fondato sospetto del...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2494 del 23 aprile 1982
«In base alle nuove disposizioni dettate dalla L. 19 maggio 1975, n. 151, in tema di separazione personale dei coniugi, la violazione del reciproco dovere di fedeltà, ancorché questo sia stato ribadito come regola di condotta dei coniugi (art. 143...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3168 del 13 maggio 1986
«Il comportamento di un coniuge, consistente nel sistematico rifiuto di fissare o comunque concordare con l'altro coniuge la residenza familiare; ove sia privo di apprezzabili giustificazioni (quali quelle derivanti da esigenze di lavoro), e resti...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6548 del 12 luglio 1994
«In tema di separazione personale dei coniugi, il diritto del genitore non affidatario dei figli a vedersi assicurata una sufficiente possibilità di rapporti con i minori affidati all'altro coniuge, per quanto non abbia carattere assoluto, essendo...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 487 del 15 gennaio 2003
«In materia di assicurazione della r.c.a., ai sensi dell'art. 4 legge n. 990 del 1969, nel testo sia anteriore (che faceva richiamo all'art. 2054, terzo comma, c.c.) sia posteriore (da tale momento essendo il coniuge considerato, in relazione ai...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2463 del 15 marzo 1994
«Nell'indagine sulla legittimità o meno del rifiuto, da parte del genitore che per primo abbia riconosciuto il figlio naturale, del consenso al successivo riconoscimento ad opera dell'altro genitore (art. 250 c.c.), occorre fare esclusivo...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7535 del 12 ottobre 1987
«Nel procedimento previsto dall'art. 250 c.c., per conseguire una pronuncia che tenga luogo del mancato consenso del genitore, che abbia già riconosciuto il figlio minore infrasedicenne, al riconoscimento da parte dell'altro genitore, l'indagine...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14934 del 4 agosto 2004
«Nel procedimento previsto dall'art. 250, quarto comma, c.c. il minore infrasedicenne non assume la qualità di parte, divenendo tale solamente all'esito della nomina del curatore speciale ai sensi dell'art. 78, secondo comma, c.p.c. in presenza di...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2038 del 2 marzo 1994
«Poiché il genitore ha l'obbligo di concorrere al mantenimento del figlio fin dalla nascita di quest'ultimo, ai sensi dell'art. 261 c.c., ancorché la procreazione naturale sia stata successivamente accertata con sentenza, il figlio naturale, che è...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3529 del 21 febbraio 2004
«La litispendenza è istituto che concorre alla identificazione in concreto del giudice che deve decidere la causa, sicchè la pronuncia con cui il giudice dichiari la litispendenza, essendo sostanzialmente assimilabile al provvedimento con cui...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11756 del 14 maggio 2010
«I provvedimenti, emessi in sede di volontaria giurisdizione, che limitino o escludano la potestà dei genitori naturali ai sensi dell'art. 317 bis c.c., che pronuncino la decadenza dalla potestà sui figli o la reintegrazione in essa, ai sensi...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11026 del 15 luglio 2003
«Quando il provvedimento impugnato sia privo dei caratteri della decisorietà e definitività in senso sostanziale (come nel caso dei provvedimenti, emessi in sede di volontaria giurisdizione, che limitino o escludano la potestà dei genitori naturali...»