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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7098 del 29 marzo 2011
«In tema di legato in sostituzione di legittima, il legittimario in favore del quale il testatore abbia disposto ai sensi dell'art. 551 c.c. un legato avente ad oggetto un bene immobile, qualora intenda conseguire la legittima, deve rinunciare al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2276 del 27 febbraio 1995
«Ne consegue che l'accettazione tacita, fatta con il compimento di uno degli atti previsti dall'art. 476 c.c. (nella specie, trattavasi di una divisione amichevole dei beni ereditari), non rientra nel potere del rappresentante legale e perciò non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10 del 9 gennaio 1973
«L'ipotesi della lacerazione del testamento olografo — posto all'art. 684 c.c. a fondamento della presunzione della volontà del testatore di revocare il testamento lacerato — ricorre solo se siano venute meno le normali caratteristiche di integrità...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12242 del 6 giugno 2011
«...della continuità delle trascrizioni. Conseguentemente, l'erede non può eccepire l'anteriorità della trascrizione del suo acquisto, al fine di rendere a lui inopponibile l'atto di disposizione a favore dei terzi compiuto, in vita, dal "de cuius".»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15481 del 16 ottobre 2003
«Pertanto, qualora il genitore affidatario del figlio minore consenta che il medesimo vada a vivere con l'altro genitore, è tenuto a concorrere al suo mantenimento anche prima ed indipendentemente da un provvedimento di modifica delle condizioni...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15777 del 2 luglio 2010
«In tema di azione di disconoscimento di paternità esercitata dal figlio, ai sensi dell'art. 235, primo comma, n. 3, c.c., in caso di adulterio della madre, il termine annuale previsto dall'art. 244, terzo comma, c.c., a pena di decadenza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1058 del 23 gennaio 2003
«In tema di controversie relative ai minori, ai fini dell'individuazione del tribunale per i minorenni territorialmente competente in ordine ai provvedimenti diretti ad intervenire sulla potestà genitoriale e sulle modalità del suo esercizio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11175 del 17 luglio 2003
«L'intervento del pubblico ministero all'esame dell'interdicendo o dell'inabilitando costituisce — in considerazione delle conseguenze che il procedimento è diretto ad avere, a tutela degli interessi dell'interdicendo o dell'inabilitando, con...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 26009 del 30 ottobre 2008
«In tema di contributi consortili, allorquando la cartella esattoriale emessa per la riscossione dei contributi medesimi sia motivata con riferimento ad un "piano di classifica" approvato dalla competente autorità regionale, è onere del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8092 del 8 aprile 2011
«Qualora un bene oggetto di proprietà condominiale subisca - in base ad apposita delibera assembleare - un mutamento di destinazione tale da farne cessare la qualità condominiale, al medesimo non si applicheranno più le norme concernenti la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1662 del 27 gennaio 2005
«In tema di comproprietà, mentre la concessione del bene (nella specie, un fondo rustico) in locazione o in affitto può avvenire su iniziativa disgiunta di ciascun condomino (trovando applicazione la presunzione che il singolo contitolare abbia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4804 del 24 ottobre 1978
«Il sopralluogo per l'ispezione giudiziale è un atto dell'ufficio, non personale del giudice, che si concretizza in un processo verbale. Ne consegue che l'utilizzazione e valutazione delle risultanze del sopralluogo, da parte del giudice investito...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1460 del 9 febbraio 1995
«L'obbligo di comunicazione imposto all'amministratore del condominio dal terzo comma dell'art. 1131 c.c., rilevante solo all'interno del rapporto tra la collettività dei condomini e l'amministratore stesso, come non incide sulla deducibilità e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15377 del 1 dicembre 2000
«Con riguardo alla impugnazione di delibere condominiali invalide, la valutazione dell'interesse alla impugnazione si pone in termini di strumentalità rispetto alla decisione sulla rilevabilità d'ufficio della nullità. Infatti, posto che il giudice...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4137 del 16 giugno 1983
«Nel procedimento di denuncia di nuova opera, la legittimazione passiva, nella prima fase (a cognizione sommaria) - intesa ad ottenere un provvedimento che assicuri la conservazione della situazione materiale dedotta in causa, con l'inibizione di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4852 del 19 maggio 1999
«La responsabilità del medico in ordine al danno subito dal paziente presuppone la violazione dei doveri inerenti allo svolgimento della professione, tra cui il dovere di diligenza da valutarsi in riferimento alla natura della specifica attività...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 108 del 10 aprile 2000
«L'improponibilità di una domanda giudiziale integra una questione rilevabile d'ufficio in ogni stato e grado del procedimento, trattandosi di materia sottratta alla disponibilità delle parti, sicché il giudice è tenuto ad accertare le condizioni...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19133 del 23 settembre 2004
«In tema di responsabilità contrattuale del professionista medico, l'errore o l'omissione di diagnosi integrano di per sé l'inadempimento del professionista e, anche in presenza di un quadro clinico complesso per la gravità della patologia e le...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1067 del 24 marzo 1976
«In tema di riconduzione ad equità del contratto rescindibile, qualora il contraente offra in giudizio una somma determinata, senza altra richiesta, il giudice non può far altro se non valutare l'offerta e, a seconda che la ritenga sufficiente o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1799 del 18 febbraio 1995
«Il potere di emettere una decisione secondo equità, previsto dall'art. 114 c.p.c., si distingue dal potere di liquidare il danno in via equitativa a norma dell'art. 1226 c.c., in quanto mentre il primo presuppone l'istanza delle parti ed importa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12714 del 25 maggio 2010
«In tema di risarcimento del danno, l'ipotesi del fatto colposo del creditore che abbia concorso al verificarsi dell'evento dannoso (di cui al primo comma dell'art. 1227 c.c.) va distinta da quella (disciplinata dal secondo comma della medesima...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4799 del 2 aprile 2001
«In tema di risarcimento del danno, l'ipotesi del fatto colposo del creditore che abbia concorso al verificarsi dell'evento dannoso (primo comma dell'art. 1227 c.c.) va distinta da quella (disciplinata dal secondo comma della medesima norma)...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3408 del 22 maggio 1986
«Mentre il concorso di colpa del creditore, previsto dal primo comma dell'art. 1227 c.c., può essere rilevato anche d'ufficio, nella diversa ipotesi dell'esimente contemplata dal secondo comma della stessa norma, il giudice è tenuto a svolgere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1265 del 15 febbraio 1999
«La lettera raccomandata costituisce prova certa della spedizione attestata dall'ufficio postale attraverso la ricevuta, da cui — anche in mancanza dell'avviso di ricevimento — può desumersi il suo arrivo a destinazione. Al contrario, il ricorso a...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 20398 del 21 ottobre 2005
«Il processo tributario, inoltre, pur avendo ad oggetto un rapporto che vede il contribuente nella veste di soggetto passivo, trae origine da un'azione costitutiva, volta all'annullamento di un atto autoritativo, il cui esercizio da parte del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3225 del 20 marzo 1995
«È ammissibile la negotiorum gestio anche nell'ambito degli atti in cui la forma solenne costituisca elemento concorrente della formazione della fattispecie negoziale, posto che l'immediata imputazione degli effetti dell'attività gestoria nella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11156 del 24 dicembre 1994
«L'esecuzione spontanea del contratto da parte dei contraenti non ne sana la nullità che, nel giudizio in cui sia fatta valere una pretesa fondata sul predetto contratto, deve essere, pertanto, rilevata, anche d'ufficio e contro la volontà delle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 460 del 18 gennaio 1983
«La nullità del contratto può essere rilevata anche d'ufficio in ogni stato e grado di giudizio, anche in sede di legittimità, purché il motivo di nullità sia già acquisito agli atti e non richieda, per il suo accertamento, un'indagine di fatto.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6880 del 18 giugno 1991
«La declaratoria di risoluzione del contratto, pur importando per il suo effetto retroattivo espressamente sancito dall'art. 1458 c.c. l'obbligo di ciascuno dei contraenti di restituire la prestazione ricevuta, non autorizza il giudice ad emettere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1637 del 31 maggio 1971
«Invero l'espressione «di diritto» usata in proposito dalla norma dell'art. 1457, secondo comma c.c., significa soltanto che la pronunzia giudiziale relativa ha carattere meramente dichiarativo della risoluzione stessa e che, quindi, i suoi effetti...»