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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4938 del 10 febbraio 2011
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, il rispetto della verità del fatto assume in riferimento all'esercizio del diritto di critica politica un limitato rilievo, necessariamente affievolito rispetto alla diversa incidenza sul versante del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1369 del 15 gennaio 2009
«In tema di diffamazione, il divieto di "exceptio veritatis", alla luce di un'interpretazione costituzionalmente orientata dell'art. 596, comma primo, c.p., non può trovare applicazione qualora l'autore del fatto incriminato abbia agito...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13880 del 2 aprile 2008
«In tema di diffamazione, integra la causa di giustificazione dell'esercizio del diritto di critica politica l'espressione «protettori di illegalità » pronunciata da un consigliere comunale, in sede istituzionale riferita al periodo in cui taluni...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7662 del 23 febbraio 2007
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, l'esercizio del diritto di critica richiede la verità del fatto attribuito e assunto a presupposto delle espressioni criticate, in quanto — fermo restando che la realtà può essere percepita in modo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 34821 del 29 settembre 2005
«In tema di diffamazione a mezzo stampa (art. 595 c.p.), l'esercizio del diritto di critica storica postula l'uso del metodo scientifico che implica l'esaustiva ricerca del materiale utilizzabile, lo studio delle fonti di provenienza e il ricorso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38096 del 26 ottobre 2010
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, non costituisce reato la riproduzione, nell'ambito di un'inchiesta giornalistica, di affermazioni e ricostruzioni, in passato già diffuse da altri, che rechino frasi offensive della reputazione dei soggetti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16266 del 26 aprile 2010
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, ai fini della individuazione del soggetto passivo non è sufficiente avere riguardo al titolo dell'articolo diffamatorio ma è necessario estendere la disamina a tutto il complesso degli elementi topografici...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7419 del 24 febbraio 2010
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, ai fini dell'applicazione dell'esimente di cui all'art. 51 c.p., la critica politica - che nell'ambito della polemica fra contrapposti schieramenti può anche tradursi in valutazioni e commenti tipicamente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9373 del 17 marzo 2006
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, l'esercizio del diritto di critica pur assumendo necessariamente connotazioni soggettive ed opinabili, in particolare quando, come nella specie, abbia per oggetto lo svolgimento di pubbliche attività di cui...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12859 del 6 aprile 2005
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, non sussiste l'esimente, anche putativa, del diritto di cronaca giudiziaria allorché manchi la necessaria correlazione tra il fatto narrato e quello accaduto, il quale implica l'assolvimento dell'obbligo di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41135 del 19 novembre 2001
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, poiché non può ritenersi di per sè attendibile la confidenza di un ufficiale di polizia giudiziaria, il cronista, che raccolga, al di fuori delle comunicazioni ufficiali fornite nel corso di una conferenza...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1866 del 19 febbraio 1992
«Nel caso di professionista al quale sia stata applicata dal consiglio dell'ordine una sanzione disciplinare, non costituisce lesione della sua reputazione, tale da dar luogo al delitto di diffamazione, la diffusione di un giudizio di adesione,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43087 del 21 novembre 2007
«In tema di delitti contro l'onore, l'esimente della provocazione (art. 599, comma secondo, c.p.) è applicabile anche nel caso in cui la reazione dell'agente sia diretta contro persona diversa dal provocatore, quando quest'ultimo sia legato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8097 del 27 febbraio 2007
«Ai fini dell'integrazione dell'esimente della provocazione, l'immediatezza della reazione deve essere intesa in senso relativo, avuto riguardo alla situazione concreta e alle stesse modalità di reazione in modo da non esigere una contemporaneità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10426 del 11 marzo 2015
«Il delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù è a fattispecie plurima ed è integrato alternativamente dalla condotta di chi esercita su una persona poteri corrispondenti a quelli spettanti al proprietario, che, implicando la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2775 del 26 gennaio 2011
«Ai fini della configurabilità del delitto di riduzione in schiavitù (art. 600 c.p.) non è necessaria un'integrale negazione della libertà personale ma è sufficiente una significativa compromissione della capacità di autodeterminazione della...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2841 del 25 gennaio 2007
«In tema di riduzione e mantenimento in servitù posta in essere dai genitori nei confronti dei figli e di altri bambini in rapporto di parentela, ridotti in stato di soggezione continuativa e costretti all'accattonaggio, non è invocabile da parte...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4012 del 1 febbraio 2006
«La previsione di cui all'art. 600 c.p. (riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù) configura un delitto a fattispecie plurima, integrato alternativamente dalla condotta di chi esercita su una persona poteri corrispondenti a quelli...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2854 del 13 febbraio 2015
«In materia di responsabilità per attività medico-chirurgica, l'acquisizione del consenso informato del paziente, da parte del sanitario, costituisce prestazione altra e diversa rispetto a quella avente ad oggetto l'intervento terapeutico, di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3390 del 20 febbraio 2015
«In materia di responsabilità per attività medico-chirurgica, l'accertamento del nesso causale - da compiersi secondo il criterio della "preponderanza dell'evidenza" (altrimenti definito anche del "più probabile che non") - implica una valutazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19883 del 6 ottobre 2015
«La diligenza esigibile dalla P.A. nel compimento dei propri atti, ivi compresa l'adozione di provvedimenti amministrativi, va valutata col criterio dettato dagli artt. 1176, comma 2, c.c., applicabile anche alle ipotesi di responsabilità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19004 del 10 settembre 2014
«Qualora il giudice ordinario abbia, in primo grado, dichiarato la propria "incompetenza" in favore del giudice straniero, la relativa sentenza non è impugnabile con il regolamento di competenza, nè con il ricorso straordinario per cassazione,...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 14369 del 9 luglio 2015
«Intervenuta una pronuncia declinatoria della competenza, il termine ivi fissato per la riassunzione della causa innanzi al giudice indicato come competente diviene irrilevante quando sia proposto regolamento ai sensi dell'art. 42 cod. proc. civ.,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 23539 del 18 novembre 2015
«La parte che decida di proseguire il processo innanzi al giudice ritenuto (da quello originariamente adito) munito di giurisdizione, con salvezza degli effetti sostanziali e processuali della domanda già proposta, mostra, inequivocamente, di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, ordinanza n. 17654 del 19 luglio 2013
«In sede di ottemperanza, non possono avere ingresso questioni attinenti al difetto di giurisdizione del giudice amministrativo che ha emesso la decisione sulla cui esecuzione si controverte, non rilevando in senso contrario l'art. 37 c.p.c., che,...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 17794 del 22 luglio 2013
«L'eccezione di incompetenza territoriale del convenuto non introduce nel processo un tema sul quale è possibile lo svolgimento di un'istruzione secondo le regole della fase dell'istruzione in funzione della decisione nel merito, di modo che il...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 19256 del 9 settembre 2010
«In tema di regolamento di giurisdizione, ai sensi dell'art. 59 della legge 18 giugno 2009, n. 69 (applicabile "ratione temporis" alla fattispecie) - ma anche in costanza della disciplina processuale antecedente - il giudice adito sulla...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 26109 del 13 dicembre 2007
«A seguito della formulazione dell'art. 367 c.p.c., così come introdotta dall'art. 61 della legge n. 353 del 1990, il disposto dell'art. 41 c.p.c. deve essere interpretato nel senso dell'inammissibilità del regolamento di giurisdizione proposto in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1124 del 19 ottobre 2000
«Il ricorso per regolamento di giurisdizione proposto in pendenza e nell'ambito di un processo di esecuzione deve essere dichiarato inammissibile, non potendosi più ritenere applicabile, in subiecta materia, per effetto dell'entrata in vigore della...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 125 del 6 dicembre 2000
«A norma dell'art. 669 terdecies c.p.c., nel testo risultante dalla sentenza della Corte costituzionale n. 253 del 1994, avverso i provvedimenti di accoglimento o di rigetto della misura cautelare è ammesso il reclamo al giudice processualmente...»