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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6207 del 16 marzo 2011
«Qualora il fascicolo d'ufficio del giudizio di primo grado non sia stato inviato al giudice del gravame e non ne risulti dedotto lo smarrimento, è onere della parte che vi ha interesse produrre copia dei verbali di causa contenenti le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13897 del 20 ottobre 2000
«Nell'ipotesi di mancato reperimento del fascicolo d'ufficio di primo grado nell'incartamento processuale, il giudice di appello, qualora la parte interessata non abbia provveduto a depositare il fascicolo di parte, secondo quanto richiesto con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24339 del 1 dicembre 2010
«Il potere-dovere del giudice di qualificazione della domanda nei gradi successivi al primo va coordinato con i principi propri del sistema delle impugnazioni, sicché deve ritenersi precluso al giudice dell'appello di mutare d'ufficio - violando il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16128 del 9 luglio 2009
«Il giudice di appello non può riconoscere gli interessi legali e la rivalutazione monetaria sulle somme liquidate a titolo di risarcimento del danno ex art. 2043 c.c., ove il danneggiato non abbia proposto in appello specifica domanda in tal...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13441 del 8 giugno 2007
«Il principio secondo cui la portata precettiva di una sentenza va individuata con riferimento non solo al dispositivo, ma anche alla motivazione, trova applicazione tutte le volte in cui il giudice abbia pronunciato una sentenza di merito (di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12137 del 1 dicembre 1997
«Qualora nel giudizio principale, in cui siasi svolta in appello la fase rescindente a presentazione di querela incidentale di falso, non si verta in un'ipotesi di litisconsorzio necessario (nella specie: domanda di accertamento del vincolo di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4299 del 29 aprile 1999
«La procura per il giudizio di cassazione rilasciata in calce o a margine del ricorso, costituendo corpo unico con l'atto cui inerisce, esprime necessariamente il suo riferimento a questo e garantisce così il requisito della specialità del mandato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8738 del 26 giugno 2001
«La parte che, a causa dell'esecuzione di una misura cautelare, abbia subito danni, può far valere il relativo diritto al risarcimento nel procedimento di reclamo in cui impugni la misura cautelare soltanto nel caso previsto dal primo comma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9486 del 18 aprile 2013
«La natura sussidiaria dell'azione di arricchimento senza causa costituisce un presupposto della domanda, richiesto dalla legge, pertanto, tale condizione, non integrando un'eccezione in senso stretto, può essere rilevata d'ufficio dal giudice, nei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 24847 del 24 novembre 2011
«L'interpretazione dell'atto di appello non è censurabile per violazione degli artt. 1362 e ss. c.c., non essendo questi ultimi applicabili all'interpretazione della domanda giudiziale, rispetto alla quale non si pone il problema...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7951 del 31 marzo 2010
«Il vizio di omessa pronuncia da parte del giudice di appello non è configurabile in relazione ad una domanda nuova (nella specie, domanda riconvenzionale proposta, solo in appello, da parte del Comune convenuto nel giudizio di opposizione a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26905 del 10 novembre 2008
«A norma dell'art. 345 c.p.c. si ha domanda nuova, inammissibile in appello, quando la modifica della domanda originale si risolva in una pretesa sostanzialmente e formalmente diversa da quella fatta valere in primo grado, mentre si è in presenza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8056 del 31 marzo 2007
«Affinché vi sia una mutatio libelli vietata in grado di appello, occorre che sussista una radicale immutazione del fatto giuridico costitutivo del diritto originariamente vantato, essendo stati posti a fondamento della pretesa fatti nuovi e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4034 del 21 febbraio 2007
«A norma dell'art. 345 c.p.c., può configurarsi un mutamento della domanda non consentito, riguardo al petitum solo quando risulti innovato l'oggetto della pretesa, inteso non come petitum immediato (ossia come provvedimento richiesto), bensì come...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6431 del 23 marzo 2006
«Si configura domanda nuova — e, come tale, inammissibile in appello (con rilevabilità dell'inerente violazione del divieto anche d'ufficio in funzione dell'attuazione rigorosa del principio del doppio grado di giurisdizione) — quando gli elementi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4185 del 2 marzo 2004
«Il principio del divieto di domande nuove in appello, essendo di ordine pubblico, non può essere sanato dall'accettazione del contraddittorio da parte dell'avversario, valendo tale accettazione solo nell'ipotesi di novità di domande proposte in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15408 del 15 ottobre 2003
«Si ha domanda nuova — inammissibile in appello — per modificazione della causa petendi quando i nuovi elementi, dedotti dinanzi al giudice di secondo grado, comportino il mutamento dei fatti costitutivi del diritto azionato, modificando l'oggetto...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 464 del 17 gennaio 2002
«Il mutamento della causa petendi determina mutamento della domanda, tale da renderla improponibile come domanda nuova in appello, nei soli casi in cui vengano alterati l'oggetto sostanziale dell'azione ed i termini della controversia mediante la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20217 del 16 novembre 2012
«La domanda di liquidazione dei compensi per una prestazione di lavoro autonomo, secondo i criteri sussidiari previsti dall'art. 2233 c.c., non modifica i presupposti di fatto e l'oggetto della domanda di liquidazione del compenso originariamente...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4804 del 6 marzo 2006
«A norma dell'art. 345 c.p.c. non è configurabile come domanda nuova in appello quella con cui non vengano mutati il bene della vita richiesto, ossia il petitum né i fatti posti a base della domanda, ossia la causa petendi ma solo la qualificazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5006 del 11 marzo 2004
«A norma dell'art. 345 c.p.c., può configurarsi un mutamento di domanda non consentito, riguardo al petitum, solo quando risulti innovato l'oggetto della pretesa, inteso non come petitum immediato (ossia come provvedimento richiesto), bensì come...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9567 del 9 settembre 1999
«Non costituisce domanda nuova in appello quella mediante la quale una parte, fermi petitum e causa petendi del primo grado, modifichi la prospettazione delle modalità di formazione di quest'ultima avvalendosi di documenti già prodotti. (Nella...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1952 del 10 febbraio 2003
«Nell'ipotesi di versamento di una somma di denaro a titolo di caparra confirmatoria, la parte adempiente che abbia agito per la risoluzione del contratto ed il risarcimento del danno, in secondo grado, in sostituzione di dette pretese, può...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4932 del 27 aprile 1993
«La parte che, allegando la medesima situazione posta a fondamento dell'eccezione opposta in primo grado, propone, per la prima volta in appello, domanda riconvenzionale, implicitamente ripropone anche l'eccezione, ai sensi e per gli effetti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1052 del 21 febbraio 1986
«Quando il giudice abbia pronunciato sul merito di una domanda riconvenzionale, proposta nell'udienza di precisazione delle conclusioni in violazione degli artt. 167, 183 e 184 c.p.c., l'attore, che abbia eccepito l'inammissibilità di tale domanda,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9356 del 8 giugno 2012
«Qualora, proposta in via principale un'"actio negatoria servitutis", il convenuto, nel costituirsi, si limiti ad invocare il rigetto dell'avversa domanda, per la supposta esistenza di un titolo costitutivo contrattuale del controverso diritto di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3602 del 12 marzo 2003
«Proposta in primo grado domanda di restituzione di un terreno e, in via graduata, il risarcimento del danno sul presupposto della invalidità del decreto di espropriazione e della conseguente sua inidoneità ad attribuire la proprietà del bene alla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13270 del 27 novembre 1999
«I diritti reali si identificano in base alla sola indicazione del loro contenuto (ossia il bene che ne forma l'oggetto) e non in base al titolo che ne costituisce la fonte, onde l'allegazione nel corso del giudizio di rivendicazione, sia in primo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9851 del 10 ottobre 1997
«La proprietà e gli altri diritti reali di godimento appartengono alla categoria dei diritti «autodeterminati», individuati in base alla sola indicazione del loro contenuto, rappresentato dal bene che ne forma l'oggetto, sicché nelle azioni ad essi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23949 del 22 ottobre 2013
«In tema di domanda di risarcimento danni derivanti da attività di dequalificazione e mobbing del datore di lavoro (nella specie, una pubblica amministrazione), deve ritenersi domanda nuova - e come tale preclusa in appello - quella volta ad...»