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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4410 del 4 maggio 1998
«In tema di contratto simulato, la cosiddetta «controdichiarazione» costituisce atto di riconoscimento o di accertamento della simulazione, e non atto richiesto ad substantiam per l'esistenza dell'accordo simulatorio, di modo che, mentre è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4071 del 18 giugno 1986
«Al fine della prova della simulazione assoluta l'atto scritto è richiesto solo ad probationem per superare il divieto della prova orale contraria al contenuto del documento, e, pertanto, tale atto può essere costituito anche da una dichiarazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7187 del 4 agosto 1997
«Nella interposizione fittizia di persona la simulazione ha come indispensabile presupposto la partecipazione all'accordo simulatorio non solo dell'interposto e dell'interponente, ma anche del terzo contraente che deve dare la propria consapevole...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1811 del 7 marzo 1990
«Con riguardo ad immobili, il cui acquisto si pretenda effettuato per interposta persona, l'accertamento del diritto di proprietà sugli immobili stessi, in favore del soggetto che assuma di essere il beneficiario effettivo del rapporto, non può...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5550 del 12 dicembre 1989
«In tema di compravendita di immobile la prova della interposizione fittizia — che si ha quando la proprietà del bene viene simultaneamente intestata a persona diversa dall'effettivo acquirente, con la partecipazione del venditore, il quale è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4453 del 21 agosto 1985
«In caso d'interposizione fittizia del compratore nel contratto di acquisto di un immobile e di conflitto fra compratore apparente e compratore effettivo, è sufficiente, al fine di riconoscere efficacia fra le parti al contratto dissimulato, un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19435 del 15 luglio 2008
«In tema di prova della simulazione tra le parti la legge, mentre vieta (tranne determinati casi) la prova per testimoni e per presunzioni, non vieta, invece, l'interrogatorio formale che abbia per oggetto negozi per i quali non sia richiesto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2133 del 17 luglio 1974
«In tema di prova della simulazione inter partes la legge, mentre vieta la prova per testi, tranne per determinati casi — quelli previsti dall'art. 2724 c.c. e quelli in cui, ai sensi dell'art. 1417 c.c., la prova sia diretta a far valere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11771 del 21 maggio 2007
«In materia di simulazione, i limiti all'ammissibilità della prova per presunzioni semplici stabiliti dall'art. 1417 c.c. (e, più in generale, dagli artt. 2721 e 2722 c.c.) sono diretti alla tutela esclusiva degli interessi privati e non della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2976 del 22 giugno 1989
«In tema di simulazione il giudice può negare l'ammissione di una prova testimoniale diretta ad accertare un fatto al quale la parte richiedente attribuisce valore presuntivo solo se ritenga che tale valore difetti, nel senso che dal fatto oggetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4387 del 5 agosto 1985
«In tema di simulazione, il divieto generale, in presenza di contratto redatto per iscritto, del ricorso alla prova per testimoni (e quindi anche a quella per presunzioni in virtù del richiamo di cui all'art. 2729, secondo comma, c.c.), opera solo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2252 del 28 febbraio 1998
«Agli effetti della prova della simulazione deve essere considerata «parte» e non «terzo» chi, pur essendo in apparenza estraneo al contratto, assuma di essere uno dei soggetti del rapporto giuridico che si volle in realtà costituire e di avere,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24134 del 13 novembre 2009
«L'erede legittimario che chieda la dichiarazione di simulazione di una vendita compiuta dal "de cuius" siccome celante una donazione, assume la qualità di terzo rispetto ai contraenti - con conseguente ammissibilità della prova testimoniale o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7134 del 25 maggio 2001
«Dall'esercizio dell'azione di simulazione da parte dell'erede per l'accertamento di dedotte dissimulate donazioni non deriva necessariamente che egli è terzo, al fine dei limiti alla prova testimoniale stabiliti dall'art. 1417 c.c., perché, se...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 848 del 2 febbraio 1999
«Il legittimario che impugni per simulazione un atto compiuto dal de cuius ha veste di terzo, e può, quindi, avvalersi della prova testimoniale senza limiti solo quando agisca per la reintegrazione della quota a lui riservata, mentre soggiace...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5519 del 5 giugno 1998
«La prova della simulazione di un contratto solenne, stipulato da un soggetto poi deceduto, da parte degli eredi succeduti a titolo universale (che, versando nella stessa condizione del de cuius , non possono legittimamente dirsi «terzi» rispetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2836 del 1 aprile 1997
«Il legittimario che per far valere il suo diritto alla quota di riserva chiede l'accertamento della simulazione e la nullità, per difetto dei requisiti di forma, di un atto dissimulato, stipulato dal de cuius — nella specie donazione dissimulata...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7666 del 13 luglio 1995
«Il divieto della prova testimoniale della simulazione sancito dagli artt. 1417 e 2722 c.c. nei confronti delle parti opera anche nei confronti dell'erede che agisca per l'acquisizione al patrimonio ereditario di beni che hanno formato oggetto del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8942 del 29 ottobre 1994
«Al fine della prova della simulazione di una vendita fatta dal de cuius il legittimario può essere considerato terzo e come tale beneficiante delle agevolazioni probatorie previste dall'art. 1417 c.c. solo quando contestualmente all'azione di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9012 del 16 aprile 2009
«In tema simulazione di contratto di affitto di azienda, incidendo l'accordo simulatorio sulla volontà dei contraenti, colui che deduce che la simulazione è stata posta in essere in violazione di norme imperative può avvalersi di testimoni e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7878 del 27 settembre 1994
«La vendita con patto di riscatto o di retrovendita stipulata fra il debitore ed il creditore nell'intento di costituire una garanzia con l'attribuzione irrevocabile del bene al creditore in caso di inadempienza del debitore, pur non integrando...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4081 del 26 settembre 1977
«La circostanza che un contraente chieda solo la risoluzione di un contratto collegato non preclude al giudice di pronunciare la risoluzione di un più ampio rapporto, se ritiene che quello da risolvere secondo la domanda di parte costituisca...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6492 del 22 marzo 2011
«La circostanza che una delle parti del contratto, nell'esecuzione degli obblighi assunti, abbia violato norme imperative, se può: comportarne la nullità, tuttavia non ne giustifica, di per sé, la risoluzione ai sensi dell'art. 1453 c.c., la quale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7480 del 11 agosto 1997
«L'eccezione inadimpleti contractus consente non solo di paralizzare la domanda di adempimento della controparte, ma pure di escludere il diritto della controparte di fare accertare o di domandare la risoluzione del contratto.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15290 del 12 luglio 2011
«In materia contrattuale, il diritto di scelta tra domanda di adempimento e domanda di risoluzione attribuito, dal primo comma dell'art. 1453 cod. civ., alla parte adempiente non si consuma all'esito della pronunzia di condanna del debitore...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9941 del 28 aprile 2006
«La regola posta dall'art. 1453, secondo comma, c.c., in forza della quale la parte può sostituire la domanda di adempimento del contratto con quella di risoluzione, trova applicazione anche nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10927 del 24 maggio 2005
«L'art. 1453 c.c., derogando ai principi di ordine processuale che vietano la mutatio libelli in corso di causa, consente di sostituire in qualsiasi fase e grado del giudizio alla originaria domanda di adempimento in forma specifica quella di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9926 del 11 maggio 2005
«La stipulazione di un contratto a prestazioni corrispettive e l'inadempimento di uno dei contraenti sono, ai sensi dell'art. 1453 c.c., i fatti costitutivi del diritto dell'altro contraente ad ottenere la risoluzione del contratto, ovvero...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4361 del 29 aprile 1998
«L'esercizio dello jus variandi di cui all'art. 1453 è consentito quando la domanda di risoluzione e quella d'adempimento sono proposte nello stesso giudizio in via subordinata. Non altrettanto può dirsi quando la manifestazione di volontà del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8192 del 22 luglio 1993
«La disposizione dell'art. 1453, secondo comma, c.c. secondo cui nei contratti con prestazioni corrispettive la risoluzione può essere domandata anche quando inizialmente sia stato chiesto l'adempimento, fissa un principio di contenuto processuale...»