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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1902 del 27 gennaio 2011
«a consumazione del potere d'impugnazione, che ai sensi dell'art. 358 c.p.c., consegue alla dichiarazione di inammissibilità od improcedibilità dell'appello, presuppone che l'impugnazione sia stata rivolta contro un provvedimento idoneo a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13062 del 5 giugno 2007
«Il principio processuale della consumazione dell'impugnazione — in base al quale la parte rimasta in tutto o in parte soccombente esercitando il potere di impugnazione consuma la facoltà di critica della decisione che la pregiudica e non può...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 13332 del 1 giugno 2010
«La richiesta di enunciazione del principio di diritto nell'interesse della legge, rivolta alla Corte di cassazione dal P.G. ai sensi dell'art. 363 c.p.c., come novellato dal d.l.vo 2 febbraio 2006, n. 40, si configura non già come mezzo di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9486 del 18 aprile 2013
«La natura sussidiaria dell'azione di arricchimento senza causa costituisce un presupposto della domanda, richiesto dalla legge, pertanto, tale condizione, non integrando un'eccezione in senso stretto, può essere rilevata d'ufficio dal giudice, nei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26905 del 10 novembre 2008
«A norma dell'art. 345 c.p.c. si ha domanda nuova, inammissibile in appello, quando la modifica della domanda originale si risolva in una pretesa sostanzialmente e formalmente diversa da quella fatta valere in primo grado, mentre si è in presenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6431 del 23 marzo 2006
«Si configura domanda nuova — e, come tale, inammissibile in appello (con rilevabilità dell'inerente violazione del divieto anche d'ufficio in funzione dell'attuazione rigorosa del principio del doppio grado di giurisdizione) — quando gli elementi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4804 del 6 marzo 2006
«A norma dell'art. 345 c.p.c. non è configurabile come domanda nuova in appello quella con cui non vengano mutati il bene della vita richiesto, ossia il petitum né i fatti posti a base della domanda, ossia la causa petendi ma solo la qualificazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4932 del 27 aprile 1993
«La parte che, allegando la medesima situazione posta a fondamento dell'eccezione opposta in primo grado, propone, per la prima volta in appello, domanda riconvenzionale, implicitamente ripropone anche l'eccezione, ai sensi e per gli effetti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23949 del 22 ottobre 2013
«In tema di domanda di risarcimento danni derivanti da attività di dequalificazione e mobbing del datore di lavoro (nella specie, una pubblica amministrazione), deve ritenersi domanda nuova - e come tale preclusa in appello - quella volta ad...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9239 del 17 aprile 2013
«Non costituisce domanda nuova, ai fini di cui all'art. 345 cod. proc. civ., la proposizione per la prima volta in appello della domanda di corresponsione dell'indennizzo ex art. 2045 cod. civ., quando l'appellante abbia proposto in primo grado...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4591 del 22 febbraio 2008
«La domanda di affermazione della responsabilità per cosa in custodia (in virtù dell'art. 2051 c.c.) deve essere considerata, dal giudice d'appello, diversa e nuova e, dunque, inammissibile, rispetto a quella che in primo grado aveva avuto ad...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4603 del 22 febbraio 2008
«In tema di risarcimento da diffamazione a mezzo stampa, l'allegazione, per la prima volta in grado di appello, di fatti lesivi derivanti dalla illegittima pubblicazione di atti coperti dal segreto istruttorio, ai sensi degli artt. 114 e 335, comma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3803 del 25 febbraio 2004
«Nel giudizio avente ad oggetto l'accertamento della responsabilità del danno da fatto illecito imputabile a più persone (nel caso di specie, incidente stradale), il giudice di merito adito dal danneggiato può e deve pronunciarsi sulla graduazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2869 del 26 febbraio 2003
«In tema di risarcimento dei danni da responsabilità civile, la domanda di risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali, proposta dal danneggiato nei confronti del soggetto responsabile, comprende necessariamente anche la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2080 del 14 febbraio 2001
«È domanda nuova, non proponibile per la prima volta in appello ai sensi dell'articolo 345 c.p.c., quella che alteri anche uno soltanto dei presupposti della domanda iniziale, introducendo un petitum diverso e più ampio, oppure una diversa causa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14930 del 18 novembre 2000
«Il divieto di proporre domande nuove in appello, operante sia nel rito ordinario sia nel rito del lavoro (v. artt. 345 e 437 c.p.c.) è rivolto ad assicurare il principio del doppio grado di giurisdizione ed, al contempo, a garantire che il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 23195 del 17 novembre 2010
«La domanda di corresponsione degli interessi compensativi sul residuo prezzo dovuto per una vendita di immobile, se proposta per la prima volta nel giudizio di appello, è da considerare nuova, come tale inammissibile ai sensi dell'art. 345 c.p.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9042 del 15 aprile 2010
«La domanda di arricchimento senza causa può essere proposta anche per la prima volta in appello, purchè prospettata sulla base delle medesime circostanze di fatto fatte valere in primo grado. (Nella specie, sulla base dei medesimi fatti, l'attore...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8070 del 4 settembre 1996
«L'art. 1453 c.c. contiene una deroga al divieto generale di mutamento della domanda nel corso del processo, limitatamente al petitum e non anche alla causa petendi. Pertanto, la risoluzione di un contratto preliminare di vendita non può essere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1090 del 30 gennaio 1995
«La richiesta di risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta del contratto con prestazioni corrispettive (art. 1467 c.c.) costituisce, anche quando proviene dalla parte convenuta per l'esecuzione del contratto, una vera e propria domanda, e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7668 del 6 settembre 1994
«L'azione di risoluzione del contratto in applicazione dell'art. 1456 c.c. tende ad una pronuncia dichiarativa dell'avvenuta risoluzione di diritto a seguito dell'inadempimento di una delle parti previsto come determinante per la sorte del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17227 del 9 ottobre 2012
«Nel giudizio in appello, la richiesta di restituzione delle somme pagate alla controparte in esecuzione della sentenza di primo grado non configura una domanda nuova, essendo conseguente alla richiesta di modifica della decisione impugnata. Ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21791 del 22 ottobre 2010
«Non costituisce domanda nuova, nel giudizio di divisione avente ad oggetto un bene immobile, quella con cui si introduca per la prima volta in grado di appello un tema d'indagine riguardante la stima del bene, atteso che essa non modifica né...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19067 del 5 settembre 2006
«Nel vigore dell'art. 345 nuovo testo c.p.c., non è possibile proporre istanza di verificazione ex art. 216 c.p.c. per la prima volta in appello con riferimento ad una scrittura privata prodotta in primo grado e in quella sede disconosciuta ai...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11261 del 16 maggio 2007
«In tema di domande nuove in appello, gli interessi anatocistici — considerati i limiti entro i quali la legge ne ammette la corresponsione (articolo 1283 c.c.) — non si possono automaticamente includere tra gli effetti accessori della condanna al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7656 del 30 luglio 1990
«La disposizione dell'art. 345 secondo comma ultima parte c.p.c. che derogando al fondamentale principio del divieto di domande nuove in appello, autorizza la proponibilità di quelle aventi ad oggetto gli interessi, i frutti, gli accessori maturati...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10871 del 1 ottobre 1999
«In tema di crediti pecuniari, ove la domanda di risarcimento del danno da svalutazione monetaria sia stata omessa in primo grado, non può essere proposta per la prima volta in appello, neanche al limitato fine della liquidazione del danno...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11600 del 8 novembre 1995
«In tema di crediti pecuniari, la svalutazione monetaria verificatasi durante la mora del debitore non giustifica in sé alcun risarcimento automatico che possa essere attuato con la rivalutazione della somma dovuta, con la conseguenza che il...»
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Cassazione civile, Sez. VI-5, ordinanza n. 6391 del 13 marzo 2013
«Il divieto di nuove eccezioni in appello, introdotto per il giudizio contenzioso ordinario con la legge 26 novembre 1990, n. 353, tramite la riforma dell'art. 345 c.p.c., e successivamente esteso al giudizio tributario dall'art. 57 del d.l.vo 31...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6350 del 16 marzo 2010
«La formula "somma maggiore o minore ritenuta dovuta" o altra equivalente, che accompagna le conclusioni con cui una parte chiede la condanna al pagamento di un certo importo, non può essere considerata, di per sé, come una clausola meramente di...»