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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2722 del 6 marzo 1993
«L'azione reale volta al rispetto delle distanze legali fra le costruzioni deve essere proposta nei confronti del proprietario della costruzione illegittima, solo costui potendo essere destinatario dell'ordine di demolizione che tale azione tende...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5116 del 29 aprile 1998
«In tema di distinzione tra i reati di corruzione e concussione, elemento determinante è l'atteggiamento delle volontà rispettive del pubblico ufficiale e del privato e conseguentemente del tipo di rapporto che si instaura tra i due soggetti. Nella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10173 del 14 ottobre 1998
«La rilevanza giuridica della licenza o concessione edilizia si esaurisce nell'ambito del rapporto pubblicistico tra pubblica amministrazione e privato, richiedente o costruttore, senza estendersi ai rapporti tra privati dato che il conflitto tra...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3692 del 27 marzo 1993
«Nel caso in cui il convenuto, nei confronti del quale sia stato domandato l'abbattimento di una costruzione perché realizzata in violazione della vigente normativa urbanistica, opponga di averla eseguita prima dell'entrata in vigore di tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7747 del 2 agosto 1990
«L'art. 872, secondo comma, c.c. - secondo cui colui che per effetto della trasgressione di norme edilizie speciali ha subito danno dev'essere risarcito, salva la facoltà di chiedere la riduzione in pristino in ipotesi di violazione delle norme...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2463 del 27 marzo 1990
«Con riferimento all'art. 879, secondo comma c.c., secondo cui alle costruzioni eseguite a confine con piazze e vie pubbliche non si applicano le norme sulle distanze di cui all'art. 873 stesso codice, la qualifica «pubblica» di una via o piazza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7752 del 15 luglio 1995
«Negli edifici condominiali l'utilizzazione delle parti comuni con impianto a servizio esclusivo di un appartamento esige non solo il rispetto delle regole dettate dall'art. 1102 c.c., comportanti il divieto di alterare la destinazione della cosa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6351 del 22 giugno 1990
«La disciplina delle distanze nelle costruzioni del codice civile impone al legislatore locale di non stabilire in ogni caso distanze inferiori ai tre metri, salva restando la facoltà per i regolamenti locali, purché sia rispettato l'anzidetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7275 del 29 marzo 2006
«Al fine di stabilire se una norma contenuta nello strumento urbanistico locale sia integrativa della disciplina prevista dal c.c. in materia di distanze tra costruzioni, dando così luogo al diritto di ottenere, ai sensi dell'art. 872, secondo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4599 del 8 luglio 1983
«La comunione del muro sul confine comporta la proprietà pro indiviso sul muro e del suolo su cui esso è eretto, senza, quindi, che sia configurabile un diritto dominicale di ciascuno dei proprietari dei fondi confinanti di utilizzare in modo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3638 del 16 febbraio 2007
«In tema di distanze tra costruzioni, in base al principio della prevenzione, è consentito a chi costruisce per primo di operare la scelta fra il costruire alla distanza legale e l'erigere la propria fabbrica fino ad occupare l'estremo limite del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4948 del 28 maggio 1990
«In tema di distanze legali nelle costruzioni, colui che invochi il diritto di prevenzione — applicabile anche in tema di sopraelevazione, nel senso che chi abbia costruito per primo (avvalendosi delle facoltà del preveniente) ha il potere-dovere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4549 del 11 agosto 1982
«Perché ricorra l'ipotesi della costruzione in aderenza, prevista dall'art. 877 c.c., è necessario che la nuova opera e quella preesistente siano autonome dal punto di vista strutturale, nel senso che il perimento o la demolizione dell'una non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2904 del 17 ottobre 1974
«Affinché si verifichi l'ipotesi di costruzione in aderenza è necessario che la nuova opera e quella preesistente — pur essendo autonome dal punto di vista strutturale, nel senso che il perimento o la demolizione dell'una non possa incidere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12459 del 7 luglio 2004
«In tema di limitazioni legali della proprietà, i requisiti del muro di cinta che, ai sensi dell'art. 878 cod. civ. non va considerato ai fini del computo delle distanze ed è accomunato ad ogni altro muro isolato che non abbia altezza superiore a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8144 del 15 giugno 2001
«I requisiti essenziali del muro di cinta, che a norma dell'art. 878 c.c. non va considerato nel computo delle distanze legali, sono costituiti dall'isolamento delle facce, l'altezza non superiore a metri tre, la sua destinazione alla demarcazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5472 del 16 maggio 1991
«Non può essere considerato muro di cinta, ai sensi e agli effetti dell'art. 878 c.c. (inapplicabilità delle distanze legali fra le costruzioni), quello che, ancorché posto sul confine e isolato da entrambe le facce, presenti un'altezza superiore a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2025 del 19 febbraio 1993
«Le strade vicinali assoggettate a pubblico transito sono equiparate alle strade pubbliche in senso proprio e sottoposte al regime giuridico di queste ultime per quanto riguarda sia l'esclusione dalla disciplina delle distanze nelle costruzioni...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5261 del 10 marzo 2006
«In tema di presunzione di comunione del muro divisorio tra edifici prevista dall'art. 880 c.c., i limiti di operatività di detta presunzione sono determinati dallo stesso articolo (secondo periodo del primo comma) facendo espresso riferimento «al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17899 del 25 novembre 2003
«La ricostruzione del muro comune, ove comunque necessaria, deve essere eseguita previo consenso di tutti i comproprietari, salvo che non ricorrano ragioni di urgenza, la cui insussistenza, in mancanza del consenso di tutti i comproprietari, rileva...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 940 del 4 aprile 1973
«Le riparazioni e le ricostruzioni del muro comune sono a carico di coloro che vi hanno diritto, in proporzione di tale diritto ed indipendentemente sia da ogni interesse particolare che il ricostruttore possa avere, perché l'obbligo della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 237 del 11 gennaio 1997
«Il muro comune divisorio può essere sopraelevato — anche abbattendo una preesistente rete metallica — senza necessità di consenso dell'altro comproprietario perché la relativa facoltà, ai sensi dell'art. 885 c.c., è svincolata dal regime normale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6407 del 7 luglio 1994
«Il comproprietario può innalzare il muro comune senza il consenso del condomino e senza alcun vincolo di destinazione, salvo i limiti costituiti dal divieto di atti emulativi e dalle esigenze di contemperamento dei reciproci interessi e di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6235 del 15 marzo 2010
«L'art. 889, secondo comma, c.c., nel prevedere per i tubi di acqua pura o lurida la distanza di almeno un metro dal confine, si fonda su una presunzione assoluta di dannosità per infiltrazioni o trasudamenti che non ammette la prova contraria; ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14354 del 3 novembre 2000
«In tema di distanze legali, la norma dell'art. 890 c.c. volta a preservare il vicino da ogni possibile danno insito nella destinazione della costruzione, contiene una elencazione meramente esemplificativa sicché la disciplina ivi prevista deve...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2423 del 19 aprile 1982
«In tema di distanze ex art. 890 c.c. per fabbriche di materie esplodenti, le norme dettate dal R.D. 6 maggio 1940, n. 635 (regolamento di esecuzione del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza), all. b, cap. II, n. 1, cap. III, n..4 — là dove...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2707 del 14 marzo 1991
«Non costituiscono luci in senso tecnico giuridico, soggette alla disciplina dell'art. 901 c.c., quelle parti del muro perimetrale nelle quali sia stato inserito materiale di altra natura, quale in particolare il vetro-cemento, il quale, pur...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13649 del 11 giugno 2007
«In caso di apertura di luci nel muro divisorio tra proprietà confinanti, da considerarsi comune ai sensi dell'articolo 880 c.c., deve applicarsi il disposto dell'articolo 903 c.c., il quale, oltre a consentire, al primo comma, l'apertura al...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 738 del 24 gennaio 2000
«La facoltà di apertura e mantenimento di luci in un solaio frapposto tra due unità immobiliari l'una soprastante l'altra e comprese in uno stabile condominiale resta subordinata, a mente dell'art. 903 comma secondo c.c. (norma dettata in tema di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8611 del 29 agosto 1998
«In virtù del disposto dell'art. 903 ed in applicazione dei principi generali sulla comunione, nessuno dei due proprietari può aprire luci senza il consenso dell'altro manifestato per iscritto.»