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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45607 del 29 dicembre 2010
«In tema di determinazione della pena da porre in esecuzione, l'applicazione del criterio moderatore di cui all'art. 78 c.p. deve aver luogo prima della detrazione, dal cumulo, delle pene espiate ovvero sofferte in custodia cautelare.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1786 del 16 gennaio 2009
«Ai fini della determinazione della pena il giudice, nel valutare la gravità del danno cagionato dal reato, deve fare riferimento non soltanto a quello derivato, con relazione di diretta immediatezza, dalla lesione del bene protetto, ma anche alle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 28707 del 4 luglio 2013
«La valutazione della sussistenza dei presupposti per l'adozione di una sanzione sostitutiva è legata agli stessi criteri previsti dalla legge per la determinazione della pena, e quindi il giudizio prognostico positivo cui è subordinata la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 41702 del 26 ottobre 2004
«A norma dell'art. 60 del D.L.vo 28 agosto 2000, n. 274, secondo cui la sospensione condizionale della pena non si applica alle pene irrogate dal giudice di pace, il beneficio è inapplicabile anche alle pene irrogate dal giudice diverso, chiamato a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12364 del 14 settembre 1990
«Pur costituendo la adeguatezza della pena nella sua concretezza più il risultato di una intuizione che di un processo logico di natura analitica, il giudice, nell'esercizio del suo potere discrezionale di determinazione di essa, per evitare che la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2350 del 19 febbraio 1990
«La determinazione della misura della pena è compito esclusivamente affidato alla prudente valutazione del giudice di merito. Trattandosi di una potestà interamente affidata alla discrezionalità, il controllo sulla corretta applicazione della legge...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45482 del 24 novembre 2004
«Ai fini della determinazione della pena pecuniaria (art. 133 bis c.p.) con il possibile aumento fino al triplo o diminuzione fino ad un terzo, le condizioni economiche del reo non hanno natura di circostanze aggravanti ex art. 101 legge n. 689 del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11836 del 18 dicembre 1997
«In tema di valutazione delle condizioni economiche del reo ai fini della determinazione della pena pecuniaria (art. 133 bis c.p.), il giudice ha l'onere innanzitutto di individuare la pena base e quindi di procedere alle correzioni necessarie per...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9575 del 8 novembre 1996
«Ai fini dell'applicabilità dell'art. 133 bis c.p. circa le condizioni economiche del reo — aumento fino al triplo e/o diminuzione fino ad un terzo della pena pecuniaria — le dette condizioni non debbono essere previamente contestate all'imputato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 618 del 5 aprile 1990
«Il periodo di ricovero dell'imputato in un ospedale giudiziario, durante la detenzione in stato di custodia cautelare, va computato ai fini della determinazione della residua pena da espiare e, dunque, a norma dell'art. 137 c.p., dev'essere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 759 del 4 marzo 1999
«Ai fini della determinazione della pena da eseguire in Italia, la carcerazione subita all'estero senza titolo è computabile solo se sofferta in conseguenza di una domanda di estradizione o nel caso di rinnovazione del giudizio in Italia per il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 365 del 19 aprile 1971
«Anche ai fini della determinazione della misura di sicurezza di cui all'art. 219 c.p. deve trovare applicazione il principio stabilito dall'art. 157 c.p. per cui il giudice, per calcolare il tempo necessario a prescrivere, deve avere riguardo al...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17951 del 16 aprile 2004
«Ai fini della determinazione della durata della misura di sicurezza del ricovero in manicomio giudiziario rileva ex art. 222 c.p. la pena che la legge stabilisce per il reato addebitato e pertanto non è valutabile la riduzione di pena prevista in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2218 del 17 febbraio 1990
«Qualora si tratti di un privato, che operi come agente provocatore, è necessario, per l'esclusione della punibilità, che il suo intervento sia giustificato da un ordine della pubblica autorità, sicché possa, per questa via, trovare applicazione la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9208 del 22 ottobre 1996
«Il livello della pena minima edittale stabilita per questo reato è pertanto congruamente correlato all'esigenza di punire adeguatamente l'offesa arrecata alla pubblica amministrazione da un tentativo diretto a impedire con violenza o minaccia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 48745 del 30 dicembre 2011
«Per la configurabilità del reato di usurpazione di funzioni pubbliche è richiesto il dolo generico, che consiste nella volontà di assumere ed esercitare la funzione pubblica sapendo di non esserne autorizzato, mentre lo scopo e i motivi che hanno...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2805 del 20 febbraio 1989
«.... In quest'ultima ipotesi, al fine della causale determinazione di tale evento, assume rilievo eziologico l'azione o l'omissione dell'agente, in esse dovendosi individuare l'esistenza, o meno, della colpa. La mera accensione del fuoco, dovuta,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5696 del 17 giugno 1986
«Ne consegue che gli elementi previsti in questa norma vanno soggetti al giudizio di comparazione previsto dal vigente art. 69 c.p., con l'ulteriore effetto, nel caso della sua equivalenza, di ritenere il reato, non solo ai fini della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45423 del 24 novembre 2004
«Nella determinazione, in misura inferiore a quella massima consentita dalla legge, della riduzione di pena dovuta al giudizio di prevalenza delle circostanze attenuanti generiche, il giudice può valorizzare anche i precedenti penali relativi a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6 del 2 gennaio 2014
«Il giudizio di comparazione fissato dall'art. 69 cod. pen. presuppone una valutazione complessiva degli elementi circostanziali, siano essi aggravanti o attenuanti, che trova fondamento nella necessità di giungere alla determinazione del disvalore...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44408 del 12 novembre 2004
«Il giudizio di comparazione fra le circostanze di cui all'art. 69 c.p. è previsto unicamente per la determinazione della pena e non vale a configurare giuridicamente il reato come ipotesi semplice e non circostanziata, sicchè nel caso di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1450 del 7 febbraio 1987
«Nel primo caso, il giudizio di comparazione tende a determinare la misura della pena — base, con riferimento alla pena prevista per il reato più grave e agli eventuali aumenti o alle eventuali riduzioni da applicare, nei limiti legalmente fissati...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2280 del 28 gennaio 1993
«Ai fini della determinazione dei criteri di irrogazione della pena, non occorre nella motivazione una «parte spaziale autonoma» essendo sufficiente che i relativi criteri siano indicati nell'intero corpo della decisione.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36190 del 3 ottobre 2007
«Ne consegue che, in relazione a un soggetto che soffra di un disturbo di mancanza di controllo degli impulsi, la valutazione del ruolo della patologia, anche ai fini della determinazione della pena, richiede l'analisi delle condotte poste in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25928 del 26 giugno 2001
«In tema di rinvio facoltativo dell'esecuzione della pena da eseguire contro chi si trovi in condizioni di grave infermità fisica (art. 147, comma 1, n. 2, c.p.), pur essendo legittima in astratto l'apposizione di un termine finale al differimento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 475 del 9 gennaio 2004
«Il differimento dell'esecuzione della pena nel caso di presentazione di domanda di grazia (art. 147, comma primo n. 1 c.p.) non può superare complessivamente i sei mesi, a decorrere dal giorno in cui la sentenza è divenuta irrevocabile, anche...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 30885 del 12 agosto 2005
«In tema di sospensione condizionale della pena, i limiti che, cumulando la pena irrogata a quella già inflitta, non devono essere superati per la concessione del beneficio sono quelli derivanti dalla nuova formulazione dell'art. 163 c.p. —...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32649 del 11 agosto 2009
«La prestazione di attività non retribuita a favore della collettività, cui può essere subordinata in mancanza di opposizione del condannato la sospensione condizionale della pena, pur non rivestendo natura di sanzione penale, ha contenuto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9950 del 21 novembre 1996
«Non è perciò necessario, perché il falso assuma rilevanza penale, né la determinazione di un danno ulteriore per l'amministrazione né il pregiudizio derivante dalla lesione dell'interesse probatorio connesso all'oggetto materiale della condotta di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9927 del 28 settembre 1995
«In tema di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale o impiegato in atto pubblico (artt. 479 e 493 c.p.), non danno luogo a successioni di leggi penali i mutamenti di regime giuridico che hanno via via interessato l'Azienda autonoma delle...»