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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7315 del 25 luglio 1997
«Riveste la qualità di incaricato di un pubblico servizio, a norma dell'art. 358 c.p., il ricevitore autorizzato dal Coni o dall'Unire a riscuotere l'importo delle poste relative alle giocate effettuate nei concorsi pronostici connessi con le...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7496 del 20 febbraio 2009
«Gli "ausiliari del traffico", a norma dell'art. 17, comma 132, L. 15 maggio 1997, n. 127, così come interpretato dall'art. 68, comma primo, L. 23 dicembre 1999, n. 488, rivestono la qualifica di incaricati di pubblico servizio quando procedono...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 38877 del 23 novembre 2006
«Il cosiddetto «ausiliario del traffico» non riveste, per tale sola qualifica, la qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio, in quanto la sua attività è circoscritta dall'art. 17, comma 132, Legge 15 maggio 1997 n. 127,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 42817 del 18 dicembre 2002
«La guardia particolare giurata che conduce un furgone portavalori, quando svolge attività di vigilanza e custodia di beni mobili di proprietà dell'Ente Poste, che ancorché trasformato in società per azioni esplica servizi pubblici, ha la qualifica...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 263 del 16 gennaio 1995
«Il custode di beni di cui sia certa la titolarità e l'appartenenza allo Stato in attesa che l'amministrazione provveda ad una loro destinazione d'uso è, alla stregua dell'art. 358 c.p., come «novellato» dall'art. 18 della L. 26 aprile 1990, n. 86,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3224 del 21 marzo 1992
«Alla guardia particolare giurata, nella specie adibita alla vigilanza all'ingresso di un pubblico ente ospedaliero, deve attribuirsi, in virtù del disposto dell'art. 358 c.p., sostituito dall'art. 18 della L. 26 aprile 1990, n. 86, la qualità non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 45067 del 30 ottobre 2014
«Il delitto di simulazione di reato può essere scriminato dalla ritrattazione solo se questa si verifica nel medesimo contesto (inteso in termini di continuità e di durata) della denuncia, in quanto solo la resipiscenza realizzata in un "continuum"...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6150 del 7 febbraio 2013
«Configura il delitto di calunnia l'indicazione, nel momento di acquisizione della notizia di reato e da parte del suo autore, delle generalità di altra persona effettivamente esistente, sempreché la reale identità fisica del reo non sia...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32944 del 21 agosto 2012
«Integra il delitto di calunnia la condotta oggettivamente idonea a determinare l'avvio di un procedimento penale nei confronti di una persona che si sa innocente, non essendo necessario che i fatti siano esposti secondo lo schema tipico di una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37795 del 25 ottobre 2010
«Non integra il delitto di calunnia l'esposizione di circostanze di fatto inidonee ad indicare taluno come colpevole di fatti costituenti reato, anche quando il soggetto attivo, sulla base dei dati prospettati all'autorità giudiziaria, manifesti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34696 del 24 settembre 2010
«Non integra il delitto di calunnia colui che al momento dell'arresto fornisce agli operanti false generalità, attribuendosi l'identità di altra persona realmente esistente.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21789 del 8 giugno 2010
«Il delitto di calunnia ha natura plurioffensiva, nel senso che oltre a ledere l'interesse dello Stato alla corretta amministrazione della giustizia, offende anche l'onore dell'incolpato, il quale è conseguentemente legittimato all'opposizione alla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7643 del 25 febbraio 2010
«Integra l'elemento materiale del delitto di calunnia, quale "denunzia", anche il disconoscimento di scrittura privata nel procedimento civile, ai sensi dell'art. 214 c.p.p., quando la parte non si limiti ad esercitare tale potere in termini...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32841 del 28 maggio 2009
«Ai fini della prova del delitto di calunnia è necessario che sia accertata non già la mera non verosimiglianza delle dichiarazioni con le quali altri sia incolpato di un reato, ma la sicura falsità delle stesse.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 15559 del 4 maggio 2006
«Il delitto di calunnia, che è reato di pericolo per la cui integrazione è sufficiente anche la possibilità dell'inizio di un procedimento penale, non si configura quando la falsa accusa ha ad oggetto fatti per i quali l'esercizio dell'azione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 24572 del 4 luglio 2005
«Non è idonea a rendere configurabile il delitto di calunnia ma solo quello di false generalità (eventualmente aggravato ove si realizzi la condizione di cui al terzo comma, n. 2, dell'art. 495 c.p.), la condotta di chi, nell'ambito di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39232 del 7 ottobre 2004
«Per la sussistenza del delitto di calunnia occorre che la falsa incolpazione sia portata a conoscenza della autorità giudiziaria o di altra autorità che ad essa ha l'obbligo di riferire. Ne consegue che non è configurabile il predetto reato in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25901 del 16 giugno 2003
«Non ricorre il delitto di calunnia se i profili di falsità della denuncia sporta dal soggetto attivo non incidono sul giudizio di sussistenza del fatto e sulla relativa qualificazione giuridica, anche se da essi possa derivare l'indebita...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14352 del 27 marzo 2003
«In tema di calunnia (art. 368 c.p.), la falsa attribuzione di un fatto costituente reato integra l'elemento materiale della fattispecie criminosa, e come tale deve essere apprezzata con riferimento al momento consumativo, non influendo in ordine...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33556 del 8 ottobre 2002
«In tema di calunnia, essendo irrilevante, ai fini della consumazione del reato, la circostanza che nella denuncia non sia stato accusato alcun soggetto determinato quando il destinatario dell'accusa sia implicitamente, ma agevolmente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33855 del 18 settembre 2001
«Non integra il delitto di calunnia (art. 368 c.p.) la condotta di colui il quale denunci un fatto realmente accaduto, qualificato con un preciso nomen iuris, ma non corrispondente ad alcuna fattispecie astratta di reato, atteso che nell'azione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22636 del 1 giugno 2001
«Premesso che nel delitto di calunnia l'incolpazione del soggetto può essere anche di tipo indiretto, può cioè riguardare una persona che, pur non espressamente indicata, sia tuttavia individuabile in modo implicito ma inequivoco, sussiste il reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8769 del 2 agosto 2000
«L'assunzione da parte del colpevole di un reato delle generalità di altra persona effettivamente esistente, dopo che egli sia stato arrestato, non integra il delitto di calunnia, di cui all'art. 369 c.p., perché in tal caso non si verifica alcun...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10125 del 10 novembre 1997
«Ai fini della configurazione del delitto di calunnia non è richiesta una denunzia in senso formale contenente l'addebito specifico di una determinata fattispecie criminosa ma è sufficiente anche una semplice insinuazione a carico di persona, che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1126 del 6 febbraio 1997
«In tema di calunnia, anche il dubbio nella responsabilità della persona nei confronti della quale vengono rivolte le false accuse vale ad escludere il dolo, ma tale situazione comporta l'assoluzione dell'imputato con la formula «il fatto non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3983 del 17 aprile 1996
«Requisito necessario per la sussistenza del delitto di calunnia è l'idoneità della falsa denuncia a determinare l'inizio di un procedimento penale o, comunque, di indagini da parte dell'autorità giudiziaria nei confronti del denunciato. Il reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8142 del 22 luglio 1992
«Il delitto di calunnia si configura come reato di pericolo e, quindi, è sufficiente, per la sua integrazione, la possibilità che l'autorità giudiziaria dia inizio al procedimento per accertare il reato incolpato con danno per il normale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16645 del 17 aprile 2009
«Non sussiste il dolo del delitto di calunnia se non si ha intenzione di accusare una persona che si sa innocente, e ci si limita alla formulazione di addebiti temerari.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20955 del 12 maggio 2003
«Il dolo nel delitto di calunnia va escluso nel caso in cui un soggetto si limiti a riferire obiettivamente e fedelmente notizie apprese dalla voce pubblica o di pubblico dominio, tra cui vanno certamente comprese le risultanze di indagini...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7932 del 18 luglio 1995
«Il delitto di calunnia si può commettere anche riferendo ciò che si è appreso da altri ovvero voci o maldicenze correnti, qualora il denunciante abbia la coscienza che l'incolpato non ha commesso il fatto: in tale ipotesi l'elemento psicologico...»