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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6004 del 30 maggio 1991
«Ai fini dell'esatta qualificazione in tema dei delitti di falso, i contratti tra il comune e i cittadini per la concessione di tombe non sono né autorizzazioni amministrative né scritture private, ma atti pubblici perché costituiscono nei...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5482 del 18 maggio 1991
«Il nulla-osta per l'avviamento al lavoro ha natura di autorizzazione amministrativa, e pertanto risponde del delitto di cui all'art. 480 c.p., e non di quello previsto dall'art. 479 stesso codice, il funzionario dell'ufficio di collocamento che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45225 del 13 dicembre 2005
«Integra solo la condotta di falso ideologico in atto pubblico (art. 479 c.p.) e non anche quella di abuso d'ufficio (art. 323 c.p.), la condotta del pubblico ufficiale che, in qualità di vigile urbano, compili, in distinte occasioni, verbali di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11804 del 11 marzo 2004
«Integra il reato di falsità materiale in atto pubblico commessa da privato (art. 476, comma secondo e 482 c.p.) la contraffazione della ricevuta di versamento in conto corrente postale, poichè la trasformazione dell'Ente Poste in società per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44689 del 7 dicembre 2005
«La falsa attestazione della propria presenza in ufficio da parte di un pubblico dipendente, posta in essere mediante fraudolenta timbratura del cartellino, in quanto commessa da soggetto che, pur investito di qualifica pubblicistica, agisce come...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 25336 del 7 giugno 2004
«Sussiste il delitto di falsità ideologica del privato in atto pubblico (art. 483 c.p.), qualora un esperto qualificato, iscritto in un albo speciale, riversi — così assumendo spontaneamente responsabilità attestativa — in un atto pubblico redatto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10524 del 7 settembre 1999
«Le false dichiarazioni rese da un privato nella domanda di condono non integrano il reato di cui all'art. 483 c.p. (falsità ideologica del privato in atto pubblico) atteso che la concessione edilizia in sanatoria, al pari della concessione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8909 del 31 luglio 1998
«Oggetto della tutela del reato di falsità personale, di cui all'art. 495 c.p., è un contrassegno personale della persona fisica e non anche delle persone giuridiche che abbiano a qualificarsi nei confronti della pubblica amministrazione. Le false...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5211 del 13 aprile 1989
«La falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (art. 483 c.p.) ricorre qualora il privato attesti falsamente in un atto pubblico fatti che l'attestante ha il dovere giuridico di esporre veridicamente e dei quali l'atto era destinato a...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9014 del 21 luglio 1980
«La sottoscrizione di una cambiale col proprio nome e cognome, ma con la falsa aggiunta della qualifica di rappresentante di una società commerciale, costituisce falsità ideologica e non materiale. In tal caso, infatti, non viene meno la genuinità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22522 del 22 gennaio 2003
«Ai fini della sussistenza del reato di falso per soppressione, di cui all'art. 490 c.p., non è rilevante la qualificazione dell'atto, in quanto la norma in questione riguarda sia atti pubblici che scritture private, con la sola condizione che si...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44955 del 22 dicembre 2010
«Integra il reato di sostituzione di persona la falsa rappresentazione della qualità di dipendente con rapporto di lavoro a tempo indeterminato in quanto la legge attribuisce a tale rapporto determinati effetti, tra cui il diritto alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18080 del 12 maggio 2010
«Non integra il reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) la condotta di colui che esponga sul cruscotto dell'auto un contrassegno per invalidi rilasciato ad un parente, in quanto la mera esposizione del contrassegno invalidi sull'auto, in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 340 del 17 febbraio 1967
«La norma dell'art. 494 c.p., che reprime l'induzione di altri in errore ottenuta con i mezzi indicati dalla legge, richiede il concorso del dolo specifico dell'agente di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno. Ma il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2379 del 25 maggio 1994
«In virtù dell'art. 60 c.p.p. la qualità di imputato si assume nel momento in cui a taluno viene attribuito un reato nella richiesta di rinvio a giudizio o in altri atti tassativamente indicati da tale norma. Pertanto, la persona nei cui confronti...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 18898 del 22 aprile 2004
«L'esercizio abusivo della professione legale non implica necessariamente la spendita, al cospetto del giudice o di altro pubblico ufficiale, della qualità indebitamente assunta, per cui il reato si perfeziona per il solo fatto che l'agente curi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2847 del 2 marzo 1999
«Non sono configurabili i reati di cui agli artt. 495 e 498 c.p. nei confronti di soggetto il quale, qualificandosi come «Rev. sac.» in una richiesta di rilascio di passaporto, ed allegando a tale richiesta una propria fotografia in clergyman,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7524 del 12 luglio 1991
«In tema di lesioni personali, la circostanza aggravante del fatto commesso con armi, prevista dall'art. 585, comma primo, ult. parte, c.p., ricorre solo quando l'oggetto qualificato come arma è usato in maniera propria, conformemente alla sua...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1449 del 7 febbraio 1987
«La circostanza aggravante speciale, di carattere obiettivo e ad effetto comune, del delitto di lesione personale volontaria costituita dal fatto commesso con armi, postula per il suo riconoscimento che lo strumento qualificabile come arma sia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6335 del 16 maggio 1987
«Nell'ipotesi di morte conseguente ad altro delitto (nella specie cessione di sostanza stupefacente) si applicano le disposizioni sul concorso formale dei reati da qualificare come concorso formale improprio — e non quelle sul concorso materiale.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 17601 del 7 maggio 2010
«In materia di omicidio colposo, l'automobilista il quale per colpa - consistita in violazione di regole di prudenza e delle norme sulla circolazione, sbandi ripetutamente e si arresti, alla fine, ponendosi di traverso sulla carreggiata di una...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5064 del 17 maggio 1993
«L'imprenditore può allargare o circoscrivere le competenze del preposto ma, qualora la limitazione dei poteri sia ex post ritenuta tale da incidere negativamente sul corretto e puntuale svolgimento del lavoro, responsabile degli eventuali effetti...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 21476 del 21 giugno 2006
«È ravvisabile il concorso di colpa tra coloro che partecipano ad una gara automobilistica, in relazione ad un incidente stradale che veda coinvolto un automobilista estraneo alla competizione, quando ciascuna condotta — sia che la si voglia...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 37666 del 23 settembre 2004
«In materia di lesioni colpose, se i fatti sono commessi con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro o relative all'igiene del lavoro o che abbiano determinato una malattia professionale, sussiste sempre la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4407 del 15 aprile 1998
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 591 c.p. (abbandono di persone minori o incapaci), non è penalmente apprezzabile l'atto con il quale il direttore sanitario di una clinica — presso cui è ricoverato, in trattamento sanitario non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 290 del 14 gennaio 1994
«La norma dell'art. 591 c.p. tutela il valore etico-sociale della sicurezza della persona fisica contro determinate situazioni di pericolo. In questa prospettiva, nessun limite si pone nella individuazione delle fonti da cui derivano gli obblighi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3126 del 21 gennaio 2008
«Non può ritenersi scriminata dall'esercizio del diritto di critica politica l'ingiuria riconoscibile nella qualificazione di «persona compromessa e invischiata» attribuita, nel corso di una seduta della giunta di una comunità montana, da un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4678 del 17 aprile 2000
«In tema di diffamazione addebitata ad un soggetto rivestente la qualifica di parlamentare, la non perseguibilità del soggetto per le opinioni espresse richiede che tali opinioni siano strettamente connesse con la funzione pubblica esercitata....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8703 del 4 agosto 1992
«Nei reati contro l'onore, la verità della qualifica o del fatto attribuito non elimina di per sé il carattere offensivo dell'azione; in ogni caso, però, i delitti di ingiuria e di diffamazione non sussistono quando l'offesa all'altrui personalità...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3320 del 7 aprile 1993
«In materia di diffamazione, poiché la circostanza aggravante dell'attribuzione di un fatto determinato prevista dall'art. 595 secondo comma c.p. e dall'art. 13 L. 8 febbraio 1948, n. 47 riguarda la qualificazione particolare della notizia...»