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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 2672 del 22 febbraio 2012
«La dichiarazione di risoluzione del concordato fallimentare, che sia stato omologato anteriormente alla modifica dell'art. 137 legge fall., quale introdotta dal D.L.vo n. 169 del 2007 ed entrata in vigore il 1 gennaio 2008, è assoggettata alle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4568 del 11 gennaio 1993
«In materia di reato continuato, l'art. 671, c.p.p. relativo all'applicazione della continuazione nella fase esecutiva dei provvedimenti giurisdizionali pronunciati in distinti procedimenti contro la stessa persona, rappresenta la necessaria...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5153 del 19 novembre 1996
«Nella fase esecutiva non sussiste un onere probatorio a carico del condannato che invochi un provvedimento giurisdizionale per sè favorevole. Pertanto a chi chiede il riconoscimento del vincolo di continuazione tra più reati giudicati con distinte...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4019 del 3 agosto 1995
«In tema di applicazione della continuazione in executivis, incombe all'interessato indicare i reati ai quali il nesso della continuazione si riferisce, senza che si debba ritenere sussistente a suo carico l'onere di provare l'unitarietà del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3600 del 2 novembre 1993
«In tema di riconoscimento della continuazione in sede esecutiva, incombe all'interessato indicare i reati ai quali il nesso della continuazione si riferisce, senza che si debba ritenere sussistente a suo carico l'onere di provare l'unitarietà del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4292 del 2 dicembre 1992
«In tema di riconoscimento della continuazione in sede esecutiva, incombe all'interessato indicare i reati ai quali il nesso della continuazione si riferisce, senza che si debba ritenere sussistente a suo carico l'onere di provare l'unitarietà del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 118 del 3 marzo 1992
«La richiesta rivolta al giudice dell'esecuzione con la quale si instaura il procedimento disciplinato dall'art. 666 c.p.p. non ha natura di impugnazione e, pertanto, non può essere dichiarata inammissibile per il solo fatto che, a sostegno di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4648 del 7 maggio 1993
«L'art. 672 c.p.p., innovando la disciplina contenuta nell'art. 593 del previgente codice, secondo cui solo il pretore poteva procedere d'ufficio, quale giudice dell'esecuzione, all'applicazione dell'amnistia o dell'indulto al condannato, ha...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 412 del 25 maggio 1992
«L'art. 672, primo comma, c.p.p., innovando la disciplina prevista dall'art. 593, primo e terzo comma, c.p.p. previgente — il quale prevedeva che solo il pretore poteva procedere di ufficio all'applicazione dell'amnistia e dell'indulto al...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10534 del 7 marzo 2008
«In tema di impugnazioni, poiché la revoca «di diritto» del beneficio della sospensione condizionale della pena consegue automaticamente all'avvenuto accertamento delle condizioni previste dalla legge, ove il giudice di merito non vi provveda, la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21864 del 25 ottobre 2010
«In tema di esdebitazione, istituto previsto dagli artt. 142 a 144 della legge fall., nel testo novellato dal d.l.vo n. 5 del 2006 e dal d.l.vo n. 169 del 2007, la domanda con cui il debitore chiede di essere ammesso a tale beneficio va notificata,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3160 del 18 marzo 1995
«Con riguardo a provvedimenti cautelari a carico degli amministratori o sindaci di società fallita, soggetti ad azione di responsabilità, la questione dell'applicabilità dell'art. 146 ultimo comma del R.D. 16 marzo 1942 n. 267, ovvero dell'art. 669...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9803 del 14 settembre 1999
«Il principio secondo cui, nell'ipotesi di richiesta ad un ufficio giudiziario di un decreto ingiuntivo e di conseguente emissione del decreto, in pendenza di un giudizio di accertamento negativo del credito oggetto del ricorso monitorio, non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5579 del 26 ottobre 1981
«Qualora il fallimento del socio sia conseguenza ope legis del fallimento sociale (art. 147 legge fallimentare), la revoca del fallimento della società, in sede di opposizione, non comporta la revoca del fallimento del socio, ove si accerti — anche...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1852 del 9 febbraio 2001
«Le questioni non ricomprese nel thema decidendum del giudizio d'appello — coincidente con le questioni effettivamente devolute con i motivi d'impugnazione o, se di queste siano l'antecedente logico, con quelle rilevabili d'ufficio, su cui non sia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7965 del 27 marzo 2008
«In tema di estensione del fallimento della società regolare al socio illimitatamente responsabile dopo la sentenza n. 319 del 2000 della Corte costituzionale — che ha dichiarato la parziale illegittimità dell'art. 147 legge fall. nella parte in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6003 del 14 marzo 2011
«Il fallimento del socio receduto non deve avvenire necessariamente con la procedura di estensione ex art. 147, secondo comma, legge fall., poiché, quando la sua esistenza è già nota prima della dichiarazione di fallimento della società, questo, ai...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17029 del 10 aprile 2003
«La declaratoria di inammissibilità di istanza di affidamento in prova al servizio sociale adottata de plano dal Presidente del tribunale di sorveglianza sul rilievo che l'entità della pena residua da espiare è superiore al limite massimo previsto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3005 del 20 maggio 1999
«In tema di esecuzione di pena detentiva nei confronti di condannato che si trovi agli arresti domiciliari per il fatto oggetto della condanna da eseguire, il tribunale di sorveglianza provvede de plano e senza garanzia di contraddittorio soltanto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1715 del 28 aprile 1995
«Davanti al magistrato di sorveglianza le funzioni di pubblico ministero sono esercitate dal procuratore della Repubblica presso il tribunale della sede dell'ufficio di sorveglianza, di guisa che legittimato a proporre impugnazione avverso un suo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2151 del 8 giugno 1994
«Non è dovuto l'avviso dell'udienza, nel procedimento di sorveglianza avente ad oggetto la revoca della misura alternativa, al professionista che era stato difensore di fiducia del detenuto nel procedimento relativo alla concessione della misura,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4972 del 19 gennaio 1994
«Il procedimento di sorveglianza si svolge in camera di consiglio, secondo lo schema del procedimento di esecuzione, a norma degli artt. 678 e 666 c.p.p., che prevedono la partecipazione necessaria del difensore. Ciò significa che il difensore (di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2370 del 19 luglio 1993
«Il procedimento davanti alla magistratura di sorveglianza è disciplinato, in forza dell'espresso rinvio dell'art. 678, primo comma, c.p.p., all'art. 666 dello stesso codice. L'inosservanza del terzo comma di tale articolo, concernente l'avviso...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7524 del 2 luglio 1994
«Nell'ipotesi in cui l'imputato sia assistito da un difensore di ufficio in primo grado, l'avviso dell'udienza di appello deve essere, a pena di nullità, dato a quest'ultimo e non ad altro nominato anch'esso d'ufficio senza che la sostituzione sia...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 24427 del 2 ottobre 2008
«In tema di ammissione del contribuente alla procedura di concordato preventivo, l'art. 168 legge fall., nel vietare l'inizio ovvero la prosecuzione di azioni esecutive sul patrimonio del debitore sino al passaggio in giudicato della sentenza di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2167 del 29 gennaio 2010
«La finalità di prevenzione del fallimento, che accomuna l'amministrazione controllata ed il concordato preventivo, pur consentendo di proporre in successione le relative istanze, non ne esclude la disomogeneità, quanto ad obiettivi e funzione,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8186 del 2 aprile 2010
«È inammissibile il ricorso per cassazione proposto ai sensi dell'art. 111 Cost. avverso il decreto con cui sia stata dichiarata l'inammissibilità della domanda di ammissione al concordato preventivo, nel caso in cui non possa attribuirsi alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18236 del 12 agosto 2009
«In tema di concordato preventivo, quando il debitore non esegue il deposito delle somme necessarie allo svolgimento della procedura, ai sensi dell'art. 163, terzo comma, della legge fall. (nel testo, "ratione temporis" vigente, conseguente alle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31132 del 31 luglio 2007
«È illegittima la decisione con cui il giudice di appello dichiari inammissibile la richiesta di revisione omettendo di comunicare all'interessato il parere del P.G., in quanto — ancorché nella fase preliminare di ammissibilità della richiesta sia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4521 del 13 febbraio 1992
«Ai sensi dell'art. 634 c.p.p., quando la richiesta di revisione è proposta, fuori dalla ipotesi preveduta dagli artt. 639 e 632 o senza l'osservanza delle disposizioni di cui agli artt. 631, 632, 633, 641 c.p.p., ovvero risulta manifestamente...»