-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12879 del 22 giugno 2016
«Il ricorso per cassazione avverso una sentenza pronunciata nei confronti di una curatela fallimentare può essere proposto nei confronti della società fallita sul presupposto e a condizione che venga fornita la prova - a pena di inammissibilità...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19396 del 30 settembre 2016
«Nel procedimento per esecuzione forzata, il creditore intervenuto in difetto di titolo esecutivo, poi formatosi nel corso della procedura, non ha il potere di chiedere che si proceda alla vendita del bene qualora, essendo venuto a mancare il...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21235 del 20 ottobre 2016
«Il giuramento suppletorio ai sensi dell'art. 2736, n. 2, c.c. è deferibile d'ufficio ed è quindi oggetto di un potere pienamente discrezionale del giudice, il cui esercizio la parte può solo sollecitare, sicchè il giudice d'appello può sempre...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 27352 del 29 dicembre 2016
«La notifica al condominio di edifici, in quanto semplice "ente di gestione" privo soggettività giuridica, va effettuata, secondo le regole stabilite per le persone fisiche, all'amministratore, quale elemento che unifica, all'esterno, la compagine...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9241 del 6 maggio 2016
«In materia di responsabilità da sinistro stradale, l'omesso uso del casco protettivo da parte di un motociclista vittima di incidente può essere fonte di corresponsabilità del medesimo, a condizione che tale infrazione abbia concretamente influito...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1869 del 3 febbraio 1984
«Le cause di estinzione della pena operano nel momento in cui intervengono: pertanto, se la esecuzione della pena è subordinata alla scadenza di un termine o al verificarsi di una condizione, il tempo necessario per l'estinzione della pena decorre...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3232 del 11 aprile 1984
«In tema di delitto di estorsione sussistono gli estremi dell'idoneità della minaccia tutte le volte che, nell'apprezzamento dell'intera fattispecie e con riguardo alla volontà sopraffattrice dell'agente e alle particolari condizioni della vittima...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8123 del 6 ottobre 1984
«Il delitto previsto dall'art. 630 c.p., si caratterizza come una forma speciale di estorsione qualificata dal fatto che il mezzo intimidatorio usato per commetterla è costituito dal sequestro di persona. Ne deriva che, salvo l'elemento...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 13350 del 29 novembre 1986
«Ai fini della configurabilità del vizio parziale di mente non basta la sussistenza in soggetto tossicodipendente di semplici anomalie del carattere o di manifestazioni a tipo nevrotico di natura episodica o sporadica, ma occorre il riscontro di...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 6432 del 27 giugno 1986
«La condizione comune ed imprescindibile posta dalla legge per riconoscere le attenuanti di cui al quarto e quinto comma dell'art. 630 c.p. è la «dissociazione dagli altri». Ciò sta a significare, anzitutto, che si presuppone che si versi in...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13070 del 22 dicembre 1987
«In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, il requisito della forza di intimidazione, dalla quale deriva la condizione di assoggettamento e di omertà degli stessi associati e dei terzi, non costituisce una modalità della condotta...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2029 del 17 febbraio 1987
«La condizione posta dal quarto comma dell'art. 630 c.p., relativa all'applicabilità della diminuente per il concorrente che abbia tenuto un comportamento dal quale sia derivata la liberazione del sequestrato senza il versamento del riscatto, non...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10426 del 25 ottobre 1988
«Non è applicabile la diminuzione di pena prevista dall'art. 630, quarto comma c.p. per il delitto di sequestro di persona a scopo di estorsione, qualora la liberazione della vittima, pur non preceduta dal pagamento del prezzo, sia stata sottoposta...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9080 del 25 agosto 1988
«Integra minaccia idonea a determinare la condizione di soggezione psicologica, ai fini della sussistenza del delitto di estorsione, di cui all'art. 629 c.p., il comportamento di più persone, nella specie cinque, le quali, suscitando grave timore...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 11977 del 9 settembre 1989
«In tema di furto, la ratio dell'aggravamento della pena, previsto dall'art. 625, n. 7, terza ipotesi, c.p., non è correlata alla natura — pubblica o privata — del luogo ove si trova la «cosa», ma alla condizione di esposizione di essa alla...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10155 del 10 luglio 1990
«Ai fini della sussistenza del reato di estorsione, di cui all'art. 629 c.p., costituisce minaccia qualsiasi prospettazione di un danno ingiusto rilevante, e tale non può non considerarsi il rendere difficoltoso o ritardare il recupero della...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16320 del 7 dicembre 1990
«Condizione essenziale per l'applicabilità dell'attenuante della provocazione ex art. 62 n. 2 c.p. è che il reato sia stato commesso in stato d'ira, come reazione al fatto ingiusto altrui. Ne consegue che non sussiste l'attenuante se l'azione del...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23909 del 20 marzo 1990
«Sono manifestamente infondate le eccezioni di illegittimità costituzionale degli artt. 600 e 602 c.p., prospettate per violazione dell'art. 3 della Costituzione (per presunta disparità di trattamento tra nomadi che sfruttano per la consumazione...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3242 del 3 ottobre 1991
«La liberazione condizionale e la riabilitazione sono istituti diversi che operano in tempi e con finalità diversi: la prima costituisce una delle cause di estinzione della pena; la seconda elimina gli effetti penali della condanna ed ha, perciò,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5633 del 27 maggio 1991
«Nell'ambito del rito previsto dall'art. 599, quarto comma, c.p.p. — verificandosi una sorta di temporanea devoluzione alle parti del potere discrezionale di graduazione della pena — non è consentito al giudice di procedere ex officio a rettifica,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6203 del 6 giugno 1991
«Ai fini della configurabilità del delitto di associazione di tipo mafioso non è necessario che siano raggiunti effettivamente e concretamente uno o più degli scopi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice, né è necessario che la forza...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10144 del 22 ottobre 1992
«Nel caso di appropriazione indebita consumata ai danni di una società in accomandita semplice, è pienamente valida la querela presentata dal socio accomandatario, legittimato a sensi dell'art. 2318 c.c., senza che sia necessaria l'indicazione...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11361 del 25 novembre 1992
«In tema di attenuanti generiche, posto che la ragion d'essere della relativa previsione normativa è quella di consentire al giudice un adeguamento, in senso più favorevole all'imputato, della sanzione prevista dalla legge, in considerazione di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1342 del 17 settembre 1992
«Condizione essenziale per la concessione della liberazione condizionale disciplinata dall'art. 176 c.p. ovvero dell'art. 8 della L. n. 304 del 1982, concernente misure per la difesa dell'ordinamento costituzionale, è l'avere il condannato tenuto,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1721 del 25 giugno 1992
«L'appartenenza a una banda armata o a qualunque associazione sovversiva è elemento che, di per sé solo, non consente né di ritenere, né di escludere l'unicità del disegno criminoso che non può identificarsi nell'unicità di motivazione o...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2225 del 11 dicembre 1992
«Non è concettualmente incompatibile o giuridicamente impossibile ipotizzare il nesso della continuazione tra reato associativo e reati programmati che siano stati poi effettivamente commessi, a condizione però che questi ultimi siano stati...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5144 del 4 maggio 1992
«In tema di continuazione, l'identità del disegno criminoso, prevista come condizione necessaria ed ineludibile per l'unificazione di più reati ai sensi dell'art. 81, cpv., c.p., richiede che tutte le condotte, integratrici delle diverse...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7399 del 24 giugno 1992
«Nel caso in cui i testi, prima del loro esame, non siano stati posti in condizione di non comunicare con le parti, in violazione del disposto di cui all'art. 149 delle norme di attuazione del codice di rito, non può parlarsi di inutilizzabilità, a...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8381 del 24 luglio 1992
«Il comune può essere considerato danneggiato dal delitto di associazione per delinquere di tipo mafioso, in quanto tale reato certamente cagiona un pregiudizio, di carattere patrimoniale e non, almeno all'immagine della città ed allo sviluppo del...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1683 del 8 giugno 1993
«Con la norma contenuta nell'art. 610 c.p. si tutela la libertà di autodeterminazione spontanea dell'individuo, al di fuori di qualsiasi limite o condizione che non sia legittimamente posta. Se la coartazione da parte dell'agente è diretta a...»