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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5087 del 24 aprile 1987
«Qualora a seguito di un'aggressione, la vittima riporti una alterazione psicopatica che è in rapporto diretto di causalità con la condotta dell'agente, questi risponde di lesioni personali aggravate se la malattia derivata da esse presenta un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2634 del 19 marzo 1993
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 584 c.p., in quanto previsione normativa di un'ipotesi di responsabilità obiettiva, in contrasto con l'art. 3 Cost., sotto il profilo della disparità di trattamento...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4836 del 16 maggio 1985
«Il criterio distintivo tra l'omicidio preterintenzionale e quello volontario va individuato nella diversità dell'elemento psicologico. Nel primo, dove è voluto solo l'evento minore (percosse o lesioni) e non è, invece, voluto l'evento più grave...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4237 del 29 gennaio 2009
«L'integrazione dell'omicidio preterintenzionale richiede l'accertamento di una condotta dolosa (atti diretti a percuotere o a ledere) e di un evento (morte) legato eziologicamente a tale condotta; l'elemento soggettivo del delitto in questione va...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19838 del 30 aprile 2003
«Sussistendo il delitto di lesioni volontarie nella condotta di colui che inietta sostanza stupefacente nelle vene di un'altra persona in quanto ne determina uno stato di alterazione fisio-psichica, deve rispondere del delitto di omicidio...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5639 del 13 maggio 1992
«Il chirurgo che, in assenza di necessità ed urgenza terapeutiche, sottopone il paziente ad un intervento operatorio di più grave entità rispetto a quello meno cruento e comunque di più lieve entità del quale lo abbia informato preventivamente e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5544 del 12 maggio 1992
«Ai fini del delitto di omicidio preterintenzionale, l'elemento psicologico consiste nell'aver voluto l'evento minore (percosse o lesioni) e non anche l'evento più grave (morte) che costituisce solo la conseguenza diretta della condotta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5139 del 5 maggio 1995
«In virtù del principio sancito dall'art. 40, cpv. c.p. può essere chiamato a rispondere di omicidio preterintenzionale il funzionario di polizia che sia assente dal luogo ove il fatto si è verificato, violando l'obbligo di impedire che la condotta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14302 del 21 aprile 2006
«In tema di responsabilità penale per morte o lesioni costituenti conseguenza non voluta di altro delitto doloso (art. 586 c.p.), si deve ritenere sussistente la responsabilità non sulla base del mero rapporto di causalità materiale (purché non...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4311 del 13 aprile 1994
«In caso di successive cessioni di sostanza stupefacente, il nesso di causalità tra la prima cessione e la morte dell'ultimo cessionario, sopravvenuta quale conseguenza non voluta dall'assunzione di tale sostanza, non può considerarsi interrotto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1870 del 26 febbraio 1993
«La morte, conseguita ad assunzione di sostanza stupefacente, del consumatore di essa, comporta la responsabilità del suo fornitore anche non immediato, a norma dell'art. 586 c.p.; più in particolare, la morte dell'assuntore è addebitata all'agente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16609 del 19 dicembre 1990
«Allorché un soggetto abbia ceduto, anche in dose singola, una sostanza stupefacente ad un terzo che ne abbia fatto poi oggetto di trasferimento ad altri, il nesso di causalità tra la prima condotta e la morte dell'ultimo cessionario, sopravvenuta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4402 del 2 febbraio 2009
«In tema di delitto di rissa, l'aggravante di cui all'art. 588, comma primo, c.p. è applicabile anche nei confronti del compartecipe che abbia riportato lesioni personali, in quanto colui che partecipa volontariamente alla condotta violenta...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40565 del 16 ottobre 2012
«Integra il reato di violenza sessuale di gruppo (art. 609 octies c.p.), con abuso delle condizioni di inferiorità psichica o fisica, la condotta di coloro che inducano la persona offesa a subire atti sessuali in uno stato di infermità psichica...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14956 del 13 aprile 2011
«La circostanza aggravante prevista dall'art. 112, comma primo, n. 2, c.p. è configurabile anche per il delitto di violenza sessuale di gruppo, non sussistendo alcuna incompatibilità tra la natura di reato a concorso necessario e la maggiore...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 22936 del 26 maggio 2003
«In tema di violenza sessuale di gruppo, l'intervento in itinere da parte di un corresponsabile che ha impedito la protrazione del delitto in atto, assume i caratteri di un vero e proprio ravvedimento operoso nell'ipotesi in cui la connotazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, ordinanza n. 2851 del 9 settembre 1996
«La condotta che configura il reato di violenza sessuale di gruppo si differenzia da quella disciplinata nell'art. 609 bis c.p. per il numero dei partecipanti e dà luogo ad un'ipotesi autonoma di reato per l'introduzione di quest'elemento di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9026 del 25 febbraio 2014
«Per la configurabilità del reato di cui all'art. 648 ter cod. pen., non occorre che il reimpiego del danaro o degli altri beni provenienti da delitto avvenga in attività lecite, né che tali attività siano svolte professionalmente; non è altresì...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 24548 del 5 giugno 2013
«Commette il delitto di riciclaggio colui che accetta di essere indicato come beneficiario economico di conti correnti accesi all'estero, formalmente intestati a società aventi sede in paradisi fiscali, ma in realtà appartenenti a terzi, e sui...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 22992 del 28 maggio 2013
«L'alterazione dei numeri di telaio di un veicolo di illecita provenienza è condotta idonea ad integrare il delitto di riciclaggio.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 36913 del 13 ottobre 2011
«Il momento perfezionativo del reato di riciclaggio si individua nella sostituzione dei beni sicché non rileva, ai fini della integrazione del reato, che parte degli oggetti materiali di una condotta continuata di riciclaggio sia pervenuta nella...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12766 del 29 marzo 2011
«Integra l'elemento oggettivo del reato di riciclaggio anche il mero smontaggio di singoli pezzi, pur privi di codice identificativo, di un bene mobile registrato, come un ciclomotore, di provenienza delittuosa, rientrando tale condotta nella...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24380 del 25 giugno 2010
«L'integrazione del reato di riciclaggio non richiede che il bene oggetto della condotta illecita fuoriesca dalla sfera di disponibilità dell'autore della stessa. (Fattispecie di alterazione dei dati identificativi di autovettura di provenienza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1439 del 16 gennaio 2009
«In tema di reati contro il patrimonio, il delitto presupposto del reato di riciclaggio può essere costituito anche dal reato di illecita concorrenza con minaccia e con violenza.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 495 del 9 gennaio 2009
«Integra il delitto di riciclaggio la condotta di chi deposita in banca danaro di provenienza illecita, atteso che, stante la natura fungibile del bene, in tal modo lo stesso viene automaticamente sostituito, essendo l'istituto di credito obbligato...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 15092 del 13 aprile 2007
«Integra il delitto di riciclaggio lo smontaggio e la successiva vendita, o riutilizzo in altro modo, dei singoli pezzi di un'autovettura di provenienza delittuosa, pur se non muniti di codici identificativi suscettibili di alterazione, in ragione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 36779 del 7 novembre 2006
«Costituisce riciclaggio e non ricettazione la condotta di colui che non solo pone in contatto l'acquirente e il venditore, ma che interviene materialmente nel trasferimento del bene in quanto mentre la mediazione è un'attività accessoria al...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5505 del 4 febbraio 2014
«Risponde del delitto consumato e non tentato di riciclaggio il soggetto sorpreso dalla polizia giudiziaria nell'atto di smontare un'autovettura rubata, in quanto l'art. 648 bis cod. pen. configura un'ipotesi di reato a consumazione anticipata. (In...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 20312 del 28 maggio 2010
«I motivi di particolare valore morale o sociale cui l'art. 62, comma primo, n. 1, c.p. riconosce efficacia attenuante sono soltanto quelli avvertiti come tali dalla prevalente coscienza collettiva, ed intorno ai quali vi sia un generale consenso....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17637 del 10 maggio 2005
«Le distinte ed autonome circostanze attenuanti di natura soggettiva previste dall'art. 62 n. 6 c.p. (riparazione totale del danno e ravvedimento operoso) attribuiscono rilievo alla condotta dell'autore del reato successivamente alla consumazione...»