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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5904 del 7 novembre 1981
«Perché un'apertura possa considerarsi veduta, non basta la mera possibilità di una ispectio e di una prospectio sul fondo del vicino, ma è altresì necessario che la possibilità di guardare nel fondo medesimo e di sporgere il capo e vedere nelle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3564 del 5 agosto 1977
«Il giudice del merito può escludere l'esistenza di una veduta in considerazione delle sole dimensioni, di altezza e di spessore (nella specie, rispettivamente, di metri 1,26 e cm. 50), del parapetto di una terrazza, in base alle quali risulti che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20200 del 19 ottobre 2005
«Un'apertura munita di inferriata, che consenta di guardare sul fondo sottostante mediante una manovra di per sé eccezionale e poco agevole per una persona di normale conformazione fisica, costituisce una luce e non una veduta, con la conseguenza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3441 del 8 marzo 2001
«Esula dall'applicazione della normativa prevista dagli artt. 901 e 904 c.c. quell'apertura che si apre in un muro comune tra un vano e l'altro del medesimo edificio con lo scopo di dare ad uno di essi aria e luce attraverso l'altro. Tale apertura...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2707 del 14 marzo 1991
«Non costituiscono luci in senso tecnico giuridico, soggette alla disciplina dell'art. 901 c.c., quelle parti del muro perimetrale nelle quali sia stato inserito materiale di altra natura, quale in particolare il vetro-cemento, il quale, pur...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4117 del 14 maggio 1990
«In tema di servitù di passaggio, la sporadicità dell'esercizio dell'uso relativo non denota che questo si verifichi per mera tolleranza, allorquando sia accertato che il passaggio corrisponde ad un interesse che non richiede una frequente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3265 del 4 aprile 1987
«L'utilità della veduta consiste nella possibilità di inspicere e prospicere in alienum , sicché le aperture prive di tali caratteristiche, stante la mancanza del nostro ordinamento di un tertium genus , non possono essere qualificate che come...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22553 del 23 ottobre 2009
«In materia di diritti reali, la domanda volta ad obbligare il vicino alla regolarizzazione di una luce, pur costituendo quantitativamente un "minus" rispetto alla "actio negatoria servitutis", rappresenta un qualcosa di diverso rispetto a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8930 del 4 luglio 2000
«Il proprietario del fondo sul quale viene aperta una luce irregolare non ha diritto alla sua chiusura, ma solo alla regolarizzazione di tale luce (art. 902 c.c.), né l'irregolarità della luce può determinare l'usucapione di alcun diritto.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2368 del 9 marzo 1988
«Con riguardo alla disciplina delle luci che si aprono sul fondo del vicino (art. 901 c.c.), ove quest'ultimo insorga avverso un'apertura, fatta dal confinante, che non corrisponda alle prescrizioni contenute nella norma citata, il giudice che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 643 del 27 febbraio 1976
«Costituiscono luci, sia pure irregolari, le finestre che, senza l'uso di mezzi artificiali od anormali, non consentono la prospectio , ossia il comodo affaccio, sul fondo del vicino, anche se esse non hanno le caratteristiche previste nell'art....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2159 del 14 febbraio 2002
«Il proprietario del fondo su cui si esercita una veduta illegale può proporre l'azione negatoria e chiedere l'accertamento dell'inesistenza della servitù e anche la sua eliminazione in ogni momento, purché non sia decorso il termine ventennale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8611 del 29 agosto 1998
«In virtù del disposto dell'art. 903 ed in applicazione dei principi generali sulla comunione, nessuno dei due proprietari può aprire luci senza il consenso dell'altro manifestato per iscritto.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6495 del 7 dicembre 1981
«Nell'ipotesi di comunione del muro divisorio fra un cortile comune ed un'area inedificata di proprietà esclusiva di uno dei comproprietari del muro, il fatto che, in prosieguo di tempo, quest'ultimo comproprietario abbia addossata al muro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3819 del 12 giugno 1981
«Salva l'opposizione, per motivi di sicurezza o di estetica, degli altri partecipanti alla comunione, al condomino è consentito di aprire nel muro comune, sia esso maestro oppure no, luci sulla strada o sul cortile; tuttavia, qualora il muro comune...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3398 del 23 maggio 1981
«Nel caso in cui si sia acquistata (nella specie, per usucapione) la comproprietà di un muro posto sul confine, la successiva sopraelevazione (muro su muro) non integra la fattispecie dell'accessione, di cui all'art. 934 c.c., a favore...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12864 del 10 giugno 2011
«La norma dell'art. 904 c.c. consente al vicino di chiudere la luce aperta nel muro in quanto esso ne acquisti la comunione avvero costruisca in aderenza, esercitando, pertanto, le facoltà rispettivamente previste dagli artt. 874 e 877 c.c.....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3391 del 15 febbraio 2007
«In tema di tutela possessoria, qualora un'apertura lucifera sia stata ostruita dall'accumulo di macerie e dalla presenza di uno scheletro di un fabbricato oggetto di sequestro, il vicino non può invocare il diritto di chiudere le luci spettante,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12016 del 1 luglio 2004
«In tema di proprietà e rapporti di vicinato, il sacrificio del diritto del vicino di tenere luci nel muro è subordinato alla effettiva erezione di una costruzione, in appoggio o in aderenza al muro stesso, che apporti una concreta utilità a chi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15442 del 4 dicembre 2000
«Il proprietario del fondo confinante con il muro in cui il vicino ha aperto luci, regolari o irregolari che siano — salva in quest'ultimo caso la facoltà di chiederne la regolarizzazione, ai sensi dell'art. 902 comma secondo c.c. — ha diritto di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2293 del 19 marzo 1996
«La tutela possessoria delle aperture lucifere è consentita, oltre che nel caso di servitù di luce, anche in quello in cui le aperture siano state eseguite e mantenute iure proprietatis , costituendo l'apertura di luce sul confine manifestazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8744 del 16 agosto 1993
«Integra spoglio l'impedimento del possesso esistente, senza che possa diversamente rilevare la possibilità di un diverso modo di esercizio di detto possesso, atteso che questo verrebbe a porre in essere una situazione di fatto diversa dalla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25188 del 15 ottobre 2008
«In tema di limitazioni legali alla proprietà, l'apertura di un ballatoio di collegamento tra la pubblica via e l'ingresso delle abitazioni situate al primo e al secondo piano può essere qualificata veduta ed assoggettata al regime giuridico del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6576 del 29 marzo 2005
«In materia di diritti reali, l'obbligo del rispetto delle distanze legali trova applicazione anche quando la veduta viene esercitata dal piano terreno di una costruzione (nella fattispecie, dal portico inserito nel fabbricato), non occorrendo che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7511 del 25 agosto 1994
«L'obbligo di rispettare le distanze stabilite dall'art. 905 c.c. per l'apertura di vedute dirette sussiste anche nel caso in cui lo spazio tra edifici vicini sia costituito da un cortile comune, la cui presenza impone a carico dei proprietari dei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4453 del 24 aprile 1991
«Anche ai fini dell'applicazione della distanza legale stabilita dall'art. 905 comma secondo c.c. per le vedute ed i prospetti esercitati da balconi o da altri sporti, terrazze, lastrici solari e simili, muniti di parapetto che permetta di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3597 del 12 giugno 1982
«L'apertura di una veduta verso il fondo del vicino, ai sensi ed agli effetti degli artt. 905 e seguenti c.c., sul fondo che già goda naturalmente di una vista panoramica, in conseguenza di posizione sopraelevata, è configurabile solo quando...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15430 del 7 luglio 2006
«In tema di limitazioni legali della proprietà, costituisce veduta diretta sul fondo del vicino ogni apertura che consenta di affacciarsi e guardare frontalmente su di esso da uno qualsiasi dei lati, essendo riservato al giudice di merito...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4523 del 16 aprile 1993
«Ai fini dell'accertamento dell'aggravamento dell'esercizio della servitù in dipendenza della trasformazione operata sul fondo dominante, questa va considerata non in sé stessa, come risultato di un'attività consentita o non consentita nel normale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4401 del 17 maggio 1997
«A differenza dell'art. 873 c.c. che è inteso ad evitare la formazione di intercapedini dannose e a tutelare gli interessi generali dell'igiene, decoro e sicurezza degli abitanti, consentendo agli enti locali di stabilire distanze maggiori, secondo...»