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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13571 del 12 giugno 2006
«Nella ipotesi di morte di una delle parti in corso di giudizio, la relativa legitimatio ad causam si trasmette (salvo i casi di cui agli artt. 460 e 486 c.c.) non al semplice chiamato all'eredità bensì (in via esclusiva) all'erede, tale per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16450 del 27 settembre 2012
«Nel giudizio di risarcimento del danno derivante da fatto illecito, costituisce violazione della regola della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato, di cui all'art. 112 c.p.c., il prescindere, travalicandole, dalle specifiche indicazioni...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4727 del 30 agosto 1984
«La formula con cui una parte domanda al giudice di condannare la controparte al pagamento di un importo indicato in una determinata somma «o in quella somma maggiore o minore che risulterà di giustizia» non può essere considerata — agli effetti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9159 del 24 giugno 2002
«Il termine entro il quale deve essere effettuato il disconoscimento della scrittura privata ex art. 215 c.p.c., avendo carattere intrinsecamente perentorio non è prorogabile da parte del giudice.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19693 del 17 luglio 2008
«Il provvedimento di riunione di cause, che si adegua al principio dell'economia dei giudizi, costituisce espressione del potere ordinatorio del giudice che lo esercita incensurabilmente, e, pertanto, non è suscettibile di impugnazione dinanzi ad...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3494 del 13 aprile 1996
«Il mancato esame di un'istanza istruttoria può dar luogo al vizio di omessa o insufficiente motivazione solo quando l'istanza attenga a circostanze che, con giudizio di certezza e non di mera probabilità avrebbero potuto indurre ad una decisione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10948 del 2 ottobre 1999
«La pronuncia, con cui il giudice del merito, per effetto dell'erroneo apprezzamento degli atti processuali, ha escluso la proposizione di una specifica domanda giudiziale, non viola l'art. 112 c.p.c., ma realizza un errore nella ricostruzione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11639 del 22 giugno 2004
«L'interpretazione della domanda spetta al giudice del merito, per cui, ove questi abbia espressamente ritenuto che una certa domanda era stata avanzata — ed era compresa nel thema decidendum tale statuizione, ancorché erronea non può essere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10124 del 30 aprile 2009
«L'art. 336 c.p.c. (nel testo novellato dell'art. 48 della legge 26 novembre 1990, n. 353), disponendo che la riforma o la cassazione estende i suoi effetti ai provvedimenti e agli atti dipendenti dalla sentenza riformata o cassata, comporta che,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 22382 del 10 dicembre 2012
«Il giudice investito da una domanda di risarcimento del danno ambientale può condannare il responsabile al ripristino dello stato dei luoghi o al risarcimento in forma specifica anche d'ufficio, dovendosi considerare la richiesta di tutela reale,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2078 del 13 febbraio 2002
«Nel giudizio di risarcimento del danno derivante da fatto illecito, costituisce violazione della regola della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato, di cui all'art. 112 c.p.c., il prescindere, travalicandole, dalle specifiche indicazioni...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11460 del 17 maggio 2007
«La fattispecie del riconoscimento tacito della scrittura privata, secondo il modello previsto dall'art. 215 c.p.c., opera esclusivamente nel processo in cui essa viene a realizzarsi, esaurendo i suoi effetti nell'ammissione della scrittura come...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9166 del 5 novembre 1994
«Poiché spetta al giudice dare alla domanda l'esatta qualificazione, indipendentemente dall'esattezza della indicazione della parte o dalla mancanza di indicazioni, con il solo limite di non mutarne gli elementi obiettivi come fissati dall'attore,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1099 del 3 febbraio 1998
«In relazione all'opzione difensiva del convenuto consistente nel contrapporre alla pretesa attorea fatti ai quali la legge attribuisce autonoma idoneità modificativa, impeditiva o estintiva degli effetti del rapporto sul quale la predetta pretesa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9526 del 8 settembre 1999
«L'art. 112 c.p.c., stabilendo che il giudice non deve oltrepassare i limiti della domanda, si applica, quale disposizione generale contenuta nel primo libro del codice di rito, anche all'appello, come ad ogni altro procedimento d'impugnazione....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1112 del 24 gennaio 2003
«Il principio dell'onere della prova non implica affatto che la dimostrazione dei fatti costitutivi del diritto preteso debba ricavarsi esclusivamente dalle prove offerte da colui che è gravato dal relativo onere, senza poter utilizzare altri...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 29830 del 29 dicembre 2011
«L'atto notorio, pur essendo considerato da alcune specifiche norme di legge come prova sufficiente delle qualità di erede e di legatario, allorché queste siano fatte valere a fini esclusivamente amministrativi, anche se nell'ambito della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5934 del 15 giugno 1999
«Ove, in caso di revoca del fallimento, si intenda far valere la responsabilità del curatore collegata all'impulso processuale dallo stesso dato alla procedura, la fattispecie non si rende riconducibile né all'ambito della disciplina di cui...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 11038 del 10 giugno 2004
«Ai sensi dell'art. 122 c.p.c., l'italiano resta la lingua ufficiale del processo, che deve essere usata per gli atti compiuti dal difensore della parte appartenente alla minoranza linguista, di cui quest'ultima ha però il diritto di chiedere la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5260 del 4 marzo 2011
«La rimessione in termini, disciplinata dall'art. 184 bis c.p.c., "ratione temporis" applicabile, non può essere riferita ad un evento esterno al processo, impeditivo della costituzione della parte, quale la circostanza dell'infedeltà del legale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14627 del 17 giugno 2010
«Alla luce del principio costituzionale del giusto processo, la parte che abbia proposto ricorso per cassazione facendo affidamento su una consolidata giurisprudenza di legittimità in ordine alle norme regolatrici del processo, successivamente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10936 del 2 novembre 1998
«Il principio generale posto dall'art. 23, ultimo comma, della L. fall., secondo cui i provvedimenti del tribunale nell'ambito della giurisdizione fallimentare non sono reclamabili davanti alla Corte d'appello (se non nei casi previsti dalla stessa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26934 del 15 dicembre 2006
«In tema di fallimento, il provvedimento con il quale il giudice delegato — sul presupposto della inoperatività della «presunzione muciana» di cui all'art. 70 legge fall. sia alle fattispecie governate dal regime di comunione legale fra i coniugi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3919 del 31 gennaio 2012
«Non è ricorribile per cassazione l'ordinanza con cui il giudice di pace, fuori dalla ipotesi di concorso formale di reati, rileva la connessione con altro procedimento pendente a carico del medesimo imputato avanti al Tribunale, ordinando...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1746 del 18 luglio 1990
«Non sono impugnabili tutti i provvedimenti negativi di competenza, abbiano essi la forma di sentenza o quella di ordinanza, in quanto, a norma dell'art. 28 del nuovo c.p.p. — come, del resto, anche a norma dell'art. 51 del codice abrogato — tali...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 443 del 17 gennaio 2002
«La norma dettata dall'art. 116, secondo comma, c.p.c., nell'abilitare il giudice a desumere argomenti di prova dalle risposte date dalle parti nell'interrogatorio non formale, dal loro rifiuto ingiustificato a consentire le ispezioni da esso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28939 del 30 dicembre 2005
«In tema di sanzioni amministrative per violazione del codice della strada, la lettura e la trascrizione nel verbale di accertamento del numero di targa di un autoveicolo in sosta costituiscono operazioni semplici, che non implicano rilevanti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8585 del 11 agosto 1999
«Il giudice di merito può utilizzare in mancanza di qualsiasi divieto di legge, anche prove raccolte in un diverso giudizio fra le stesse altre parti, come qualsiasi altra produzione delle parti stesse, al fine di trarne non solo semplici indizi o...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5009 del 2 marzo 2009
«In forza del principio dell'unità della giurisdizione, il giudice civile può utilizzare come fonte del proprio convincimento le prove raccolte in un giudizio penale conclusosi con sentenza di non doversi procedere per intervenuta amnistia o per...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 22845 del 10 novembre 2010
«In tema di contenuto della sentenza, la concisa esposizione dello svolgimento del processo e dei motivi in fatto della decisione, richiesta dall'art. 132, comma 2, n. 4, c.p.c. nella versione anteriore alla modifica da parte dell'art. 45, comma...»