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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23222 del 9 giugno 2011
«Sussiste il requisito della comunicazione con più persone atto ad integrare il delitto di diffamazione (art. 595 c.p.) nella condotta di colui che invii una lettera denigratoria al Presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati, considerato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19396 del 8 maggio 2009
«Non integra il delitto di diffamazione (art. 595 c.p.) la condotta di colui che invii una lettera al Presidente dell'Ordine degli Avvocati contenente espressioni offensive nonché la segnalazione di comportamenti deontologicamente scorretti tenuti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 27624 del 12 luglio 2007
«In tema di diffamazione, sussiste il requisito della comunicazione con più persone, necessario per integrare il reato, qualora le espressioni lesive dell'altrui reputazione siano contenute in una lettera indirizzata ad una pubblica autorità in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19559 del 18 maggio 2007
«Sussiste il requisito della «comunicazione con più persone» necessario ad integrare il delitto di diffamazione nel caso in cui le espressioni lesive dell'altrui reputazione siano contenute in un telegramma.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 30819 del 22 luglio 2003
«Integra l'elemento obiettivo del reato di diffamazione, sotto il profilo della comunicazione con più persone, l'invio a mezzo di un telefax di missiva contenente espressioni lesive dell'altrui reputazione, poiché le caratteristiche e la natura del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9384 del 13 agosto 1998
«In tema di diffamazione, un pubblico comizio va considerato mezzo di pubblicità, e cioè di ampia e indiscriminata diffusione della notizia tra un numero indeterminato di persone.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2432 del 15 marzo 1993
«In tema di diffamazione, sussiste l'estremo della comunicazione con più persone non solo quando l'agente prenda direttamente contatto con una pluralità di soggetti, ma anche quando egli comunichi ad una persona una notizia destinata, nelle sue...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5427 del 13 aprile 1989
«Allorché la diffamazione è compiuta a mezzo stampa, l'elemento della pluralità e cioè della comunicazione con più persone, richiesto per la configurabilità del delitto ex art. 595 c.p., si può ritenere in re ipsa, per il fatto stesso della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5267 del 28 maggio 1985
«In tema di diffamazione, la comunicazione con più persone non perde il carattere criminoso se è fatta in via confidenziale o riservata. Ai fini della configurabilità del requisito della comunicazione con più persone concorrono a formare il numero...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2784 del 21 gennaio 2015
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, qualora l'espressione lesiva dell'altrui reputazione sia riferibile, ancorché in assenza di indicazioni nominative, a persone individuabili e individuate per la loro attività, esse possono ragionevolmente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5559 del 12 maggio 1992
«Nei delitti contro l'onore ed in particolare in tema di diffamazione a mezzo stampa, la circostanza aggravante di un fatto determinato è costituita dall'addebito di una condotta che non sia designata solamente nel genere o nella specie, ma che sia...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 26133 del 5 luglio 2011
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, nella nozione di "stampa" di cui all'art. 595 comma terzo c.p. vanno ricomprese tutte le riproduzioni grafiche, come i manifesti e i volantini, ottenute con qualsiasi mezzo meccanico, sia esso un ciclostile,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19827 del 30 aprile 2003
«Poiché il delitto di diffamazione commesso dal giornalista con il mezzo della stampa rappresenta l'evento del reato colposo attribuibile al direttore responsabile, ai sensi dell'art. 57 c.p., la condotta omissiva di quest'ultimo consiste...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7393 del 23 gennaio 1997
«La prova dell'errore scriminante in materia di esercizio putativo del diritto di cronaca deve vertere sul fatto, e cioè sulla verità della notizia e non sull'attendibilità della fonte di informazione, dal momento che il giornalista può essere...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10307 del 15 novembre 1993
«Il reato di diffamazione è costituito dall'offesa alla reputazione di una persona determinata e non può essere, quindi, ravvisato nel caso in cui vengano pronunciate o scritte frasi offensive nei confronti di una o più persone appartenenti ad una...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2657 del 19 marzo 1993
«Ai fini della determinazione della somma liquidata a titolo di riparazione pecuniaria alla persona offesa dal reato di diffamazione commesso col mezzo della stampa, il parametro della diffusione dello stampato attiene non al numero delle copie...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4384 del 17 aprile 1991
«L'intento diffamatorio può essere raggiunto anche con mezzi indiretti e mediante subdole allusioni e pure in questa forma deve essere penalmente represso. (Nella specie — relativa a rigetto di ricorso delle parti civili, le quali avevano...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 24431 del 8 giugno 2015
«La diffusione di un messaggio diffamatorio attraverso l'uso di una bacheca "facebook" integra un'ipotesi di diffamazione aggravata ai sensi dell'art. 595, comma terzo, c.p., poiché trattasi di condotta potenzialmente capace di raggiungere un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11895 del 12 marzo 2014
«Per procedere al sequestro preventivo di un sito "internet" in cui siano stati pubblicati messaggi e commenti a carattere diffamatorio è necessaria una potenzialità offensiva del sito in sé, non individuabile nello sviluppo di un "blog" di libera...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5490 del 28 maggio 1985
«Anche nei rapporti tra persone esercenti la medesima attività professionale, se è consentito manifestare giudizi negativi sull'operato del collega, nel legittimo esercizio del diritto di critica, questa ultima deve però rimanere nell'ambito di un...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4664 del 15 aprile 1992
«In tema di riconoscimento dell'esimente della provocazione di cui all'art. 599 c.p., il fatto ingiusto altrui può costituire provocazione anche se diretto verso persona diversa da colui che reagisce, ma a costui legata, o verso un gruppo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13532 del 4 aprile 2011
«Non integra la fattispecie criminosa di riduzione in schiavitù, il cui evento di riduzione o mantenimento di persone in stato di soggezione consiste nella privazione della libertà individuale, la condotta consistente nell'offerta di un lavoro con...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43868 del 1 dicembre 2005
«Nel reato di riduzione in schiavitù, la finalità di sfruttamento, che distingue la fattispecie di cui all'art. 600 c.p. da ogni altra forma di inibizione della libertà personale, non è esclusa dall'eventualità che un margine degli introiti...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 33470 del 5 ottobre 2006
«Il delitto di cui all'art. 600 bis c.p. sussiste anche nel caso il cui l'autore del reato abbia indotto soggetti minorenni ad avere rapporti retribuiti non già con una pluralità indiscriminata di persone, ma solo con l'agente stesso; infatti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 569 del 15 gennaio 2015
«In tema di prova testimoniale, i testimoni "de relato actoris" sono quelli che depongono su fatti e circostanze di cui sono stati informati dal soggetto che ha proposto il giudizio, così che la rilevanza del loro assunto è sostanzialmente nulla,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14355 del 6 giugno 2013
«Ai sensi degli artt. 106 e 107 del d.P.R. 15 dicembre 1959, n. 1229, l'ufficiale giudiziario è competente a notificare, per mezzo del servizio postale, atti del proprio ministero a persone residenti, dimoranti o domiciliate nella sua...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21896 del 25 settembre 2013
«In tema di notificazione, qualora un soggetto, residente all'estero, abbia domicilio in Italia, non trova applicazione diretta l'art. 139 c.p.c., che disciplina le notificazioni da eseguirsi a persone residenti, dimorate e domiciliate in Italia,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11122 del 23 dicembre 1994
«L'errore dell'attore, consistito nel citare i convenuti come contitolari di una «ditta», anziché come persone fisiche, si risolve, non esistendo un soggetto «ditta» distinto dai suoi contitolari, in una mera imprecisione terminologica, tale da non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5157 del 1 giugno 1990
«La domanda formalmente proposta contro la ditta individuale deve ritenersi intentata contro la persona del suo titolare, in quanto la ditta non ha una soggettività giuridica diversa da quella di quest'ultimo, con il quale si identifica sotto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 402 del 19 gennaio 1979
«L'art. 163, n. 6, c.p.c. richiede, in relazione ai difensori, la mera indicazione del nome e cognome e non già quella della loro residenza, né la necessità di tale indicazione può desumersi dalla disposizione contenuta nel n. 2 dell'articolo...»