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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14092 del 11 giugno 2010
«Chi agisce in giudizio per essere dichiarato proprietario di un bene, affermando di averlo usucapito, deve dare la prova di tutti gli elementi costitutivi della dedotta fattispecie acquisitiva e, quindi, non solo del "corpus", ma anche...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15145 del 6 agosto 2004
«Chi agisce in giudizio per essere dichiarato proprietario di un bene, affermando di averlo usucapito, deve dare la prova di tutti gli elementi costitutivi della dedotta fattispecie acquisitiva e, quindi, non solo del animus ma anche dell' animus...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16094 del 27 ottobre 2003
«Al di fuori dell'ipotesi della rivendicazione per la quale l'art. 948 c.c. prevede un regime probatorio rigoroso, la proprietà può essere provata, come tutti i fatti, anche con presunzioni e quindi anche attraverso il ricorso alle risultanze...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3419 del 23 marzo 1993
«Per la ricorrenza della servitù a carico di un fondo di proprietà comune e a vantaggio di altro fondo di proprietà esclusiva di uno dei comproprietari del primo, è necessario che l'utilità tratta dalle nuove opere sia diversa da quella normalmente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2432 del 2 febbraio 2011
«A differenza dell'ipotesi prevista dal primo comma dell'art. 1029 del c.c. (costituzione di una servitù per un vantaggio futuro), in cui essendo esistenti tutti gli elementi necessari per la costituzione della servitù (fondo dominante, fondo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4346 del 7 aprile 2000
«In tema di servitù per vantaggio futuro, la differenza fra le due fattispecie previste nei commi primo e secondo dell'art. 1029 c.c., sta in ciò, che nel primo caso (servitù per un vantaggio futuro del fondo dominante) esistono tutti gli elementi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3306 del 20 maggio 1981
«In presenza di un negozio costitutivo di servitù (nella specie: di passaggio), la natura coattiva del relativo peso va riconosciuta quando sussistano nel caso concreto le condizioni di legge per la costituzione di una servitù coattiva e risulti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10301 del 22 settembre 1999
«Per la costituzione di servitù coattiva di passaggio è necessario l'accertamento dell'inesistenza di impedimenti, limiti od ostacoli all'esercizio in concreto della servitù, e, nel caso in cui l'accesso alla via pubblica del fondo intercluso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8432 del 1 agosto 1995
«L'attraversamento di un bene demaniale che non sia sottratto alla collettività ed il cui uso sia consentito indifferentemente a tutti i cittadini, di modo che possa essere utilizzato senza bisogno di un particolare atto amministrativo, non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1758 del 17 giugno 1974
«Per ottenere la costituzione della servitù coattiva di teleferica occorre dimostrare la sussistenza di tutti i requisiti previsti dall'art. 2 della L. 13 giugno 1907, n. 403.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5699 del 18 aprile 2001
«La costituzione della servitù per destinazione del padre di famiglia, ha come presupposto che due fondi o due parti del medesimo fondo, appartenenti in origine ad un proprietario unico o a più proprietari in comunione, siano stati posti da lui...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1516 del 11 febbraio 2000
«L'esigenza che nell'atto costitutivo di una servitù siano specificamente indicati tutti gli elementi di questa non implica la necessità della espressa indicazione ed analitica descrizione del fondo servente e di quello dominante essendo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1027 del 10 febbraio 1984
«Quando la servitù sia costituita mediante titolo, questa deve contenere tutti gli elementi atti ad individuarla, oltre che con l'indicazione dei fondi, anche con la specificazione del peso imposto e della sua estensione, tenendosi al riguardo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3083 del 29 marzo 1994
«L'atto di disposizione del fondo comune, consistente nella costituzione su di esso di un diritto reale di servitù, esige il consenso di tutti i partecipanti alla comunione, in difetto del quale il compimento da parte di uno solo o da alcuni di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3892 del 26 ottobre 1976
«Il proprietario di un immobile al cui servizio sia stata installata nel sottosuolo di un cortile, di cui egli è comproprietario con altri, una tubazione fognante, non può permettere a terzi, senza il consenso degli altri comproprietari del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2104 del 3 marzo 1994
«La disposizione del secondo comma dell'art. 1068 c.c., che consente al proprietario del fondo servente di offrire, al proprietario dell'altro fondo un luogo ugualmente comodo per l'esercizio della servita nel caso in cui l'originario esercizio sia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7475 del 6 luglio 1995
«La servitù degli scoli prevista dall'art. 1094 c.c. attribuisce al proprietario del fondo inferiore (dominante) il diritto di ricevere ed usare le acque che giungono al fondo superiore (servente) e che residuano dopo l'utilizzazione a vantaggio di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8727 del 27 aprile 2005
«Il diritto di servitù, per sua natura indivisibile in quanto inerente a tutto il fondo dal lato sia attivo che passivo, non può formare oggetto di comunione, poiché essa presuppone la frazionabilità per quote della cosa o del diritto comune, e ciò...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1023 del 10 aprile 1974
«Nel caso di successione ereditaria nella quotaparte di un bene indiviso, ove nella quota caduta nella successione ereditaria subentrino due o più eredi, alla comunione convenzionale originaria, che si estende all'intero bene che forma oggetto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17208 del 24 giugno 2008
«In tema di uso della cosa comune secondo i criteri stabiliti nel primo comma dell'art. 1102 cod. civ., lo sfruttamento esclusivo del bene da parte del singolo che ne impedisca la simultanea fruizione degli altri e non è riconducibile alla facoltà...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26226 del 7 dicembre 2006
«In tema di condominio negli edifici, la regolamentazione dell'uso della cosa comune, in assenza dell'unanimità, deve seguire il principio della parità di godimento tra tutti i condomini stabilito dall'art. 1102 c.c., il quale impedisce che, sulla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8429 del 11 aprile 2006
«In tema di comunione, l'uso frazionato della cosa a favore di uno dei comproprietari può essere consentito per accordo fra partecipanti solo se l'utilizzazione, concessa nel rispetto dei limiti stabiliti dall'art. 1102 c.c., rientri tra quelle cui...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8808 del 30 maggio 2003
«La nozione di pari uso della cosa comune cui fa riferimento l'art. 1102 c.c — che in virtù del richiamo contenuto nell'art. 1139 c.c. è applicabile anche in materia di condominio negli edifici — non va intesa nel senso di uso identico e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10175 del 14 ottobre 1998
«L'art. 1102 c.c. vieta al singolo partecipante di attrarre la cosa comune o una sua parte nell'orbita della propria disponibilità esclusiva e di sottrarlo in tal modo alla possibilità di godimento degli altri contitolari, estendendosi il diritto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11138 del 23 dicembre 1994
«L'esercizio della facoltà di ogni condomino di servirsi della cosa comune, nei limiti indicati dall'art. 1102 c.c., deve esaurirsi della sfera giuridica e patrimoniale del diritto di comproprietà sulla cosa medesima e non può essere esteso,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 421 del 23 gennaio 1986
«Il divieto di modificare la cosa comune, sottraendola alla possibilità di sfruttamento da parte di tutti i partecipanti alla comunione secondo l'originaria funzione della cosa stessa, opera anche in relazione alle porzioni del bene comune delle...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6192 del 28 gennaio 1984
«L'utilizzazione della cosa comune ad opera del condomino può avvenire tanto secondo la destinazione usuale della cosa stessa, quanto in modo particolare e diverso da quello praticato dagli altri partecipanti alla comunione, sempre però nell'ambito...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1836 del 21 maggio 1976
«A norma dell'art. 1102 c.c. ciascun condomino può servirsi della cosa comune apportandovi le modificazioni che egli ritenga utili per il miglior godimento di essa, fino a sostituirla con altra che offra maggiore funzionalità. Tali facoltà,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17868 del 24 novembre 2003
«Il muro perimetrale di un edificio condominiale può essere utilizzato dal singolo condominio per il migliore godimento della parte di edificio di sua proprietà esclusiva, ma non può essere invece utilizzato, senza il consenso di tutti i condomini,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8591 del 11 agosto 1999
«In tema di condominio di edifici l'apertura di un varco su un muro comune che metta in comunicazione il terreno di proprietà esclusiva di un singolo condomino con quello comune non dà luogo alla costituzione di una servitù (che richiederebbe il...»