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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1864 del 1 febbraio 2005
«L'autotutela della P.A. è espressione della sua supremazia, e conseguentemente può essere esercitata solo nei confronti di soggetti privati, non anche nei confronti di soggetti che fanno parte anch'essi della P.A., e che, in quanto tali, sono...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6852 del 6 maggio 2003
«La facoltà della pubblica amministrazione, in alternativa all'esercizio dei propri poteri di autotutela, di agire davanti al giudice ordinario a difesa della proprietà demaniale o patrimoniale, secondo la previsione dell'art. 823 c.c., deve...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7892 del 16 luglio 1991
«Per il combinato disposto dagli artt. 823 c.c., il quale riserva alla pubblica amministrazione la tutela dei beni demaniali, e 81 c.p.c., che limita i casi di sostituzione processuale a quelli espressamente previsti dalla legge, nel caso di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6129 del 18 ottobre 1986
«L'art. 823 secondo comma c.c., sul carattere alternativo dell'autotutela amministrativa rispetto ai mezzi ordinari a difesa della proprietà o del possesso, ancorché dettato per i beni demaniali, configura espressione di un principio generale,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 354 del 10 gennaio 2011
«Un'area privata può ritenersi assoggettata a servitù pubblica di passaggio, allorché sussista non solo l'uso generalizzato del passaggio da parte di una collettività indeterminata di individui, considerati "uti cives" in quanto portatori di un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5312 del 29 maggio 1998
«Perché un'area privata possa ritenersi assoggettata a uso pubblico di passaggio è necessario che l'uso avvenga ad opera di una collettività indeterminata di soggetti considerati uti cives , ossia quali titolari di un pubblico interesse di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4755 del 29 aprile 1995
«L'assoggettamento di un'area ad una servitù di uso pubblico per effetto del possesso, richiede: a) la generalità di uso da parte di una collettività indeterminata di individui, considerati uti cives , ossia quali titolari di un interesse...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26402 del 16 dicembre 2009
«L'appartenenza di un bene al patrimonio indisponibile di un ente territoriale discende non solo dalla esistenza di un atto amministrativo che lo destini ad uso pubblico, ma anche dalla concreta utilizzazione dello stesso a tale fine, la cui...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7269 del 12 maggio 2003
«L'art. 826, terzo comma c.c. richiede, ai fini della appartenenza di un bene al patrimonio indisponibile della pubblica amministrazione la concreta ed effettiva destinazione dello stesso ad un pubblico servizio. Tuttavia, nella ipotesi in cui non...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 391 del 15 luglio 1999
«Affinché un bene non appartenente al demanio necessario possa rivestire il carattere pubblico proprio del beni patrimoniali indisponibili perché «destinati ad un pubblico servizio» ai sensi dell'art. 826, terzo comma c.c. deve sussistere un doppio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8743 del 9 settembre 1997
«L'appartenenza di un bene al patrimonio indisponibile dello Stato, dei Comuni e delle Province, a meno che non si tratti di beni riservati, per loro natura, a tale patrimonio, dipende soprattutto dalle caratteristiche oggettive e funzionali del...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 6950 del 23 giugno 1993
«Un bene, in tanto può considerarsi appartenente al patrimonio indisponibile per essere destinato a pubblici servizi a norma del terzo comma dell'art. 826 c.c., in quanto abbia una effettiva destinazione a quel servizio, non essendo sufficiente la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11101 del 26 luglio 2002
«Ai sensi dell'art. 947 c.c., nel testo anteriore alle modifiche ad esso apportate dalla legge 5 gennaio 1994, n. 37, le accessioni fluviali comportano l'acquisto della proprietà a titolo originario da parte del proprietario rivierasco solo se si...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3451 del 12 aprile 1996
«La sdemanializzazione di un bene, con la conseguenziale configurabilità di un possesso da parte del privato ad usucapionem , può verificarsi tacitamente, in carenza di un formale atto di declassificazione, solo in presenza di comportamenti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2635 del 4 marzo 1993
«La sdemanializzazione di un bene può essere anche tacita, indipendentemente da un formale atto di sclassificazione, purché risulti da atti univoci e concludenti, incompatibili con la volontà dell'amministrazione di conservarne la destinazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4430 del 24 febbraio 2009
«I terreni acquistati dagli enti di riforma fondiaria, essendo destinati all'attuazione della funzione istituzionale dei medesimi, ossia quella della redistribuzione della proprietà terriera ai contadini, come stabilito dall'art. 1 della legge n....»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 17295 del 14 novembre 2003
«Nell'ipotesi in cui la ASL abbia affidato ad un privato la gestione del servizio di bar all'interno di un ospedale pubblico, il rapporto tra la pubblica amministrazione ed il privato, avendo ad oggetto un'attività da svolgersi all'interno di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12608 del 28 agosto 2002
«In materia di beni immobili, ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 830 e 828, secondo comma, c.c., i beni del patrimonio indisponibile di un ente pubblico non territoriale possono essere sottratti alla pubblica destinazione soltanto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13732 del 27 giugno 2005
«Poiché alle delibere condominiali si applica il principio dettato in materia di contratti, secondo cui il potere attribuito al giudice dall'art. 1421 c.c. di rilevarne d'ufficio la nullità deve necessariamente coordinarsi con il principio della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5421 del 11 aprile 2001
«Per aversi atto emulativo vietato ai sensi dell'art. 833 c.c. è necessario che l'atto di esercizio del diritto sia privo di utilità per chi lo compie e sia posto in essere al solo scopo di nuocere o di recare molestia ad altri, sicché è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13102 del 30 dicembre 1997
«Non costituisce atto emulativo l'azione dell'amministratore di un condominio per la cessazione dell'abuso di un bene comune da parte di un condomino che, servendosene a vantaggio della sua proprietà esclusiva, lo sottrae alla possibile...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12258 del 3 dicembre 1997
«Per aversi atto emulativo vietato dall'art. 833 c.c. è necessario che l'atto di esercizio del diritto sia privo di utilità per chi lo compie e che sia stato posto in essere con il solo scopo di nuocere o di recare molestia ad altri, onde non è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10250 del 20 ottobre 1997
«Ritenere che l'atto emulativo possa consistere anche in una condotta omissiva, costituisce violazione dell'art. 833 c.c. sia perché la norma, letteralmente, vieta al proprietario il compimento di «atti»; sia perché non è configurabile un atto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1515 del 5 marzo 1984
«Per aversi atto emulativo vietato dalla legge (art. 833 c.c.) non è sufficiente che il comportamento del soggetto attivo arrechi nocumento o molestia ad altri, occorrendo altresì che il fatto sia posto in essere per tale esclusiva finalità senza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3010 del 8 maggio 1981
«Poiché gli atti emulativi, vietati dall'art. 833 c.c., sono caratterizzati, oltre che dall'elemento oggettivo del danno e della molestia altrui, anche dall' animus nocendi , consistente nell'esclusivo scopo di nuocere o molestare i terzi senza...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 11028 del 19 maggio 2011
«L'imposizione di un vincolo di uso pubblico sulle strade vicinali permette alla collettività di esercitarvi il diritto di servitù di passaggio con le modalità consentite dalla conformazione della strada, ma non altera il diritto di proprietà della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17091 del 27 luglio 2006
«In tema di proprietà immobiliare, nel caso di terreno nel cui sottosuolo insista una proprietà separata (nella specie ampie grotte risultanti da antichissime cave di tufo), con antistante piazzale, acquistata con atto di compravendita dal...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7655 del 21 aprile 2004
«Il diritto di proprietà può esser frazionato in senso orizzontale e quindi la proprietà del sottosuolo può appartenere ad un soggetto diverso dal proprietario del suolo e del fabbricato su esso insistente. In tal caso il rapporto tra i rispettivi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3318 del 6 aprile 1987
«A norma dell'art. 840 c.c., la proprietà del sottosuolo spetta al proprietario del suolo, salvo che in senso contrario disponga lo stesso titolo di acquisto di quest'ultimo oppure che detta proprietà risulti spettare ad altri in base ad un titolo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1379 del 20 aprile 1976
«Il possesso di un immobile si estende, di norma, allo spazio aereo compreso nella proiezione ideale, in altezza, dell'immobile stesso, fin dove, però, tale spazio non presenti una soluzione di continuità per la frapposizione di altro immobile,...»