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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2521 del 1 marzo 1987
«Con riferimento al modo di deduzione della prova per testi nel rito del lavoro, trova applicazione il disposto dell'art. 244 c.p.c. cui implicitamente rinvia l'art. 414, n. 5, c.p.c. col fatto di prescrivere l'indicazione, già in ricorso, dei...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28269 del 9 luglio 2009
«È legittimo il provvedimento con il quale il tribunale, nell'esaminare l'appello contro la decisione del giudice che abbia respinto l'istanza di revoca di misura cautelare (nella specie obbligo di dimora), richiami, facendola propria, la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2314 del 21 aprile 1997
«In materia di falsità in atti, per poter qualificare come certificato amministrativo, ai sensi dell'art. 477 c.p., un atto proveniente da un pubblico ufficiale, devono concorrere due condizioni: a) che l'atto non attesti i risultati di un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3432 del 3 aprile 1998
«L'interesse a partecipare al giudizio previsto come causa d'incapacità a testimoniare dall'art. 246 c.p.c. si identifica con l'interesse a proporre la domanda e a contraddirvi previsto dall'art. 100 dello stesso codice, sicché deve ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1164 del 15 febbraio 1996
«L'ordinanza di rigetto dell'istanza di revoca di un provvedimento di assegnazione disposta dal giudice dell'esecuzione ai sensi del secondo comma dell'art. 529 c.p.c., non avendo il carattere della definitività, non è impugnabile con il ricorso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4404 del 4 maggio 1998
«La parte rimasta contumace in primo grado non può godere, nel giudizio di appello, di diritti processuali più ampi di quelli spettanti alla parte ritualmente costituita in quel primo giudizio, e deve, conseguentemente, accettare il processo nello...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2401 del 26 giugno 1976
«Il giudice, usando della facoltà concessa dal secondo comma dell'art. 253 del codice di procedura civile, ben può rivolgere al teste, d'ufficio o su istanza delle parti, tutte le domande che ritiene utili a chiarire i fatti sui quali il teste è...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, sentenza n. 10579 del 7 maggio 2013
«Il terzo, chiamato in causa su istanza di parte, non può eccepire l'irritualità della stessa per mancata osservanza delle prescrizioni stabilite dall'art. 269, secondo comma, cod. proc. civ., essendo al riguardo carente di interesse, atteso che il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10682 del 24 aprile 2008
«La chiamata in causa del terzo ad istanza dell'attore non può essere chiesta, né autorizzata, dopo la prima udienza, nemmeno nell'ipotesi in cui l'interesse alla chiamata sia sorto successivamente a tale momento. La violazione del termine in esame...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12490 del 28 maggio 2007
«Il convenuto per poter legittimamente formulare, ai sensi del combinato disposto degli artt. 167, comma terzo, e 269 c.p.c., l'istanza di chiamata in causa di un terzo deve necessariamente costituirsi tempestivamente, ovvero nel rispetto del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 984 del 19 gennaio 2006
«La chiamata del terzo disposta, ex art. 106 c.p.c., ad istanza di parte è rimessa alla esclusiva valutazione discrezionale del giudice del merito, sicché l'esercizio del relativo potere non può formare oggetto d'impugnazione né, tantomeno, è...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4309 del 23 febbraio 2010
«In tema di chiamata in causa di un terzo su istanza di parte, al di fuori delle ipotesi di litisconsorzio necessario di cui all'art. 102 c.p.c., è discrezionale il provvedimento del giudice di fissazione di una nuova udienza per consentire la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3815 del 9 giugno 1986
«In appello non è ammissibile l'intervento coatto, né a istanza di parte né iussu iudicis, ancorché sia stato sollecitato al riguardo il potere discrezionale del giudice di primo grado.»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4000 del 2 luglio 1985
«Per attribuire la qualità di parte all'interventore iussu iudicis non è necessario che egli proponga domande o che queste siano proposte contro di lui.»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3690 del 9 marzo 2012
«L'istituto della riunione di procedimenti relativi a cause connesse, previsto dall'art. 274 c.p.c., operante anche in sede di legittimità, è inapplicabile non solo nel caso di giudizi pendenti in gradi diversi, ma anche quando i due procedimenti,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11357 del 16 maggio 2006
«L'identità di due cause pendenti davanti allo stesso giudice non può determinare il rapporto di litispendenza governato dall'articolo 39, comma primo, c.p.c., che presuppone la contemporanea pendenza della «stessa causa» dinnanzi a «giudici...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9638 del 10 settembre 1999
«Il provvedimento di riunione ex art. 274 c.p.c. delle cause connesse, ha natura ordinatoria e costituisce esercizio della facoltà discrezionale affidata al giudice di merito incensurabile in Cassazione. Del pari è insindacabile in sede di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4805 del 26 marzo 2012
«La domanda di condanna al risarcimento di un danno non quantificabile con mere operazioni aritmetiche deve interpretarsi, in difetto di indicazioni contrarie, come domanda di condanna generica. (Nella specie, il lavoratore aveva chiesto la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2659 del 23 aprile 1986
«L'art. 278 c.p.c., il quale consente una pronuncia non definitiva limitata all'an debeatur con rinvio della liquidazione del quantum a successiva fase dello stesso giudizio, sulla sola base dell'istanza della parte interessata e senza necessità...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1324 del 13 febbraio 1997
«Nel giudizio di risarcimento del danno, solo in presenza dell'accordo delle parti o, quanto meno, della mancata opposizione del convenuto, il giudice può scindere il giudizio medesimo, che è di norma unitario, e limitare la pronuncia all'an...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1440 del 9 febbraio 2000
«Dalla esecutività per legge della sentenza di secondo grado deriva che la parte soccombente non ha interesse a dolersi con ricorso per cassazione, della mancata pronuncia, da parte del giudice di appello, sull'istanza di sospensione dell'efficacia...»
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Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 2671 del 5 febbraio 2013
«L'istanza di sospensione dell'efficacia esecutiva o dell'esecuzione della sentenza impugnata, formulata ai sensi dell'art. 283 c.p.c., mette capo ad un subprocedimento incidentale, privo di autonomia rispetto al giudizio di merito, sicché la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4024 del 21 febbraio 2007
«L'ordinanza, emessa ai sensi dell'art. 283 c.p.c., con la quale venga accolta l'istanza di sospensione dell'efficacia della sentenza di primo grado, ha carattere provvisorio e cautelare e, pertanto, non pregiudica in nessun caso la decisione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13617 del 22 luglio 2004
«Nel processo del lavoro, cui è improntato anche il rito locatizio, l'appello è proponibile prima del deposito della sentenza soltanto nell'ipotesi eccezionale di esecuzione iniziata in base al dispositivo, al solo scopo di investire il giudice del...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4647 del 7 settembre 1985
«La declaratoria di difetto di giurisdizione, resa dal giudice d'appello, privando di ogni efficacia la sentenza di primo grado, ne elimina anche l'eventuale valore provvisoriamente esecutivo (nella specie, trattandosi di condanna al pagamento di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9065 del 7 luglio 2000
«Poiché il provvedimento di correzione della sentenza ha natura amministrativa - senza modificare il contenuto della sentenza corretta, servendo solo a eliminare meri errori materiali e, perciò, a rendere aderente l'elemento rappresentativo a...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 5950 del 14 marzo 2007
«In tema di procedimento di correzione di errori materiali, l'art. 288 c.p.c., nel disporre che le sentenze possono essere impugnate relativamente alle parti corrette nel termine ordinario decorrente dal giorno in cui è stata notificata l'ordinanza...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 35692 del 28 agosto 2013
«In tema di riesame, la richiesta del difensore volta ad accedere, prima del loro deposito ai sensi del quarto comma dell'art. 268 c.p.p., alle registrazioni di conversazioni o comunicazioni intercettate e sommariamente trascritte dalla polizia...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 5767 del 8 maggio 2000
«La proposizione della istanza di correzione della sentenza non comporta la legale conoscenza della stessa e, pertanto, non determina, sia che il giudice abbia proceduto alla correzione sia che l'abbia negata, la decorrenza del termine breve per...»
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Cassazione civile, sentenza n. 2286 del 31 luglio 1951
«Per evitare l'estinzione del processo è sufficiente che entro il termine perentorio previsto dall'art. 289 c.p.c. sia presentata al giudice la istanza di parte diretta ad ottenere l'integrazione del provvedimento istruttorio che non contenga la...»