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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26058 del 20 novembre 2013
«La regola di cui all'art. 244 cod. proc. civ., la quale stabilisce che la prova per testimoni deve essere dedotta mediante indicazione specifica delle persone da interrogare (e dei fatti, formulati in articoli separati, sui quali ciascuna deve...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9902 del 6 ottobre 1998
«In materia di responsabilità aquiliana, qualora la sentenza di primo grado contenente una statuizione di condanna venga impugnata unicamente sull'accertamento della responsabilità e sull'esistenza del danno, il giudice d'appello, se non accoglie...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8957 del 18 aprile 2006
«La concessione di un termine per la formulazione delle indicazioni relative ai capitoli di prova testimoniale ed alle persone da interrogare, - costituente tanto in primo che in secondo grado una facoltà meramente discrezionale del giudice non...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6494 del 26 giugno 1990
«Nel giudizio di opposizione alla dichiarazione dello stato di adottabilità di un minore le persone che debbono essere sentite dal giudice non prestano il giuramento previsto in tema di assunzione della prova testimoniale dall'art. 251 c.p.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12828 del 3 settembre 2003
«Poiché il verbale di udienza costituisce atto pubblico, che fa fede fino a querela di falso della sua provenienza da parte del pubblico ufficiale che lo forma e delle dichiarazioni rese dalle persone intervenute, la mancata sottoscrizione da parte...»
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Cassazione civile, sentenza n. 1322 del 31 luglio 1948
«Pur non risultando sufficienti elementi per l'applicazione degli artt. 246 (rilevante la incapacità a testimoniare di persone che abbiano giuridico interesse a partecipare al giudizio) e 256 del codice di procedura civile (sulla perseguibilità in...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 682 del 13 gennaio 1997
«L'integrazione ex officio della prova testimoniale ai sensi dell'art. 257, primo comma, c.p.c. — norma applicabile anche nel rito del lavoro in quanto coerente con l'accentuazione, propria di tale rito, della disponibilità della prova da parte del...»
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Cassazione civile, sentenza n. 577 del 9 marzo 1963
«L'art. 257 c.p.c., pur importando un'eccezione al principio fissato dall'art. 244, secondo cui i testimoni debbono essere indicati ab initio, non deroga alle altre disposizioni relative all'espletamento della prova ed in particolare all'art. 253,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2996 del 28 marzo 1994
«Con riguardo al fallimento di una società di persone ed al fallimento dei soci illimitatamente responsabili (art. 147 L. fall.), la curatela del fallimento sociale non è passivamente legittimata rispetto alle controversie coinvolgenti la massa...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 833 del 29 marzo 1994
«Le risultanze e le certificazioni anagrafiche, nel loro valore di pubblicità e non costitutivo, inducono una presunzione semplice circa la residenza in un determinato luogo delle sole persone che in esso anagraficamente risultano avere fissato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7321 del 27 giugno 1995
«In tema di concorso di persone nel reato, solo l'evento atipico - cioè il fatto eccezionale e del tutto imprevedibile, non una prospettazione meramente soggettiva di non passaggio al reato più grave - può escludere la responsabilità a titolo di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5276 del 6 giugno 1983
«In tema di omicidio volontario, la mancata identificazione di una causale può risultare irrilevante, in presenza di elementi di prova unitariamente convergenti a carico dell'imputato. La sua identificazione, peraltro, assume decisiva rilevanza a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15735 del 13 agosto 2004
«I «rappresentanti legali» la cui morte, per il disposto degli artt. 299 e 300 c.p.c., è causa di interruzione del processo, sono soltanto coloro che stanno in giudizio in luogo degli incapaci, non anche le persone che svolgono la funzione di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1997 del 13 novembre 1993
«Anche in tema di pene accessorie non discrezionali è sempre e comunque necessaria la pronuncia del giudice. E se lo stesso non vi ha provveduto con la sentenza di condanna, si dovrà provvedere in sede esecutiva, ai sensi degli artt. 666 e 676...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2038 del 16 luglio 1999
«In tema di estradizione, il sequestro del corpo del reato e delle cose pertinenti a reato, eseguito in via di urgenza dalla polizia giudiziaria in danno delle persone nei confronti delle quali sia stata presentata domanda di arresto provvisorio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2328 del 31 maggio 1995
«In tema di estradizione, il sequestro del corpo del reato e delle cose pertinenti a reato, eseguito in via di urgenza dalla polizia giudiziaria in danno delle persone nei confronti delle quali sia stata presentata domanda di arresto provvisorio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10106 del 22 marzo 2006
«In tema di estradizione per l'estero, la condizione ostativa all'estradizione prevista dall'art. 698, comma primo c.p.p. opera esclusivamente nelle ipotesi in cui vi sia la ragionevole previsione che l'estradando verrà sottoposto ad atti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16380 del 20 novembre 2002
«È manifestamente in fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 120, secondo comma, legge fall., nella parte in cui prevede che i creditori riacquistano il libero esercizio delle azioni verso il debitore per la parte non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4612 del 13 ottobre 1995
«Deve essere posto a carico di tutti i partecipi ad una spedizione punitiva - dei quali uno solo fornito di arma, peraltro già pronta all'uso, e gli altri di spranghe - l'omicidio in cui sia sfociata la rissa programmata, essendo prevedibile...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3240 del 18 marzo 1994
«In tema di imputabilità di persone concorrenti nel reato, accertata la piena capacità di intendere e di agire di ciascun singolo imputato, non è corretto dedurre la seminfermità di mente dall'intreccio delle interazioni e dalle influenze...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7034 del 11 luglio 1996
«In tema di aggravanti costituisce motivo futile la determinazione criminosa che trova origine in uno stimolo tanto lieve, quanto sproporzionato, da prospettarsi più come un pretesto che non una causa scatenante della condotta antigiuridica. Ne...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 853 del 27 gennaio 1996
«L'aggravante dell'aver agito con crudeltà verso le persone, concretandosi essenzialmente in una carenza del sentimento di pietà e di umanità, attiene ad un aspetto della condotta che, pur non essendo necessario il fine di arrecare inutili...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 28492 del 22 dicembre 2005
«In caso di ammissione del debitore al concordato fallimentare con assunzione dei relativi obblighi da parte di un terzo, il passaggio in giudicato della sentenza di omologazione del concordato non impedisce la prosecuzione dei giudizi di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4855 del 4 aprile 1990
«L'attenuante di cui al quarto comma dell'art. 289 bis c.p. è applicabile non solo quando uno dei concorrenti si dissoci e si adoperi per la liberazione dell'ostaggio, ma anche quando detta liberazione avvenga per decisione unanime di tutti i...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4363 del 25 marzo 2003
«In tema di fallimento in estensione, il principio c.d. di automaticità dettato dall'art. 148, comma terzo della legge fallimentare (a mente del quale “il credito dichiarato dai creditori sociali nel fallimento della società si intende dichiarato...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13421 del 23 maggio 2008
«In tema di estensione del fallimento ai sensi dell'art. 147 legge fall., qualora, dopo la dichiarazione di fallimento di una società con soci a responsabilità illimitata, si accerti l'esistenza di altro socio illimitatamente responsabile (ovvero,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16213 del 23 luglio 2007
«In caso di estensione del fallimento di una società di persone al socio illimitatamente responsabile, che sia anche titolare di un'impresa individuale, quest'ultimo risponde con tutto il suo patrimonio sia delle obbligazioni contratte in qualità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7273 del 26 marzo 2010
«Il principio della consecuzione processuale tra le procedure di concordato preventivo e di fallimento non può essere applicato con riferimento ai creditori personali dei soci illimitatamente responsabili di società di persone, in quanto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8924 del 24 luglio 1992
«La trasformazione di una società di persone in società di capitali non comporta l'estinzione di un soggetto e la creazione di un altro soggetto, ma la semplice modificazione della struttura e dell'organizzazione societaria, che lascia immutata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5764 del 10 marzo 2011
«In tema di dichiarazione del fallimento del socio illimitatamente responsabile di società di persone, il principio di certezza delle situazioni giuridiche - la cui generale attuazione la Corte costituzionale ha inteso assicurare con la pronuncia...»