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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11630 del 17 settembre 2001
«La assegnazione della casa familiare, di cui i coniugi siano comproprietari, al coniuge affidatario dei figli non ha più ragion d'essere e, quindi, il diritto di abitazione, che ne scaturisce, viene meno nel momento in cui il coniuge, cui la casa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5236 del 27 maggio 1994
«Il provvedimento giudiziale di assegnazione della casa coniugale al coniuge separato o divorziato può essere opposto al terzo titolare del diritto di proprietà che agisca per il rilascio dell'immobile solo nell'ipotesi in cui tale titolarità sia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9689 del 24 luglio 2000
«Con la pronuncia di cessazione degli effetti civili del matrimonio viene meno lo stato di separazione dei coniugi e, con esso, la regolamentazione dei rapporti tra i medesimi, anche per quanto riguarda l'eventuale assegnazione della casa familiare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 21002 del 1 agosto 2008
«In tema di divorzio, la formula usata dal legislatore nell'art. 12 bis, aggiunto alla legge 1 dicembre 1970, n. 898 dall'art. 16 della legge 6 marzo 1987, n. 74, per attribuire al coniuge il diritto ad una percentuale dell'indennità di fine...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5719 del 23 marzo 2004
«In tema di scioglimento del matrimonio, il diritto dell'ex coniuge, titolare di assegno di divorzio, ad ottenere — salvo che non sia passato a nuove nozze — una percentuale dell'indennità «percepita» dall'altro coniuge «all'atto della cessazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 285 del 10 gennaio 2005
«L'art. 12 bis della legge n. 898 del 1970, introdotto dall'art. 16 della legge n. 74 del 1987, a norma del quale l'ex coniuge titolare di assegno ai sensi dell'art. 5 della citata legge n. 898 ha diritto, se non passato a nuove nozze, a una...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2466 del 10 febbraio 2004
«Ai fini del riconoscimento della quota dell'indennità di fine rapporto spettante, ai sensi dell'art. 12 bis della legge 1 dicembre 1970, n. 898 (introdotto dall'art. 16 della legge 6 marzo 1987, n. 74), all'ex coniuge, la sussistenza delle...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12426 del 20 settembre 2000
«Ai sensi dell'art. 12 bis legge divorzio, l'ex coniuge titolare di assegno ai sensi dell'art. 5 legge cit. ha diritto, se non passato a nuove nozze, a una percentuale dell'indennità di fine rapporto dell'altro coniuge, non rilevando che la stessa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6047 del 29 maggio 1993
«La norma dell'art. 12 bis della L. 1 dicembre 1970, n. 898 — che regola il diritto del coniuge titolare di un assegno di divorzio (e non passato a nuove nozze) di conseguire una quota del trattamento di fine rapporto lavorativo percepito...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7249 del 27 giugno 1995
«Il coniuge titolare dell'assegno di divorzio non ha diritto di conseguire una quota dell'anticipo del trattamento di fine rapporto dell'altro coniuge, ai sensi dell'art. 12 bis della L. 1 dicembre 1970, n. 898 (introdotto dall'art. 16 della L. 6...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5553 del 7 giugno 1999
«Il disposto dell'art. 12 bis della legge 898/70 — nella parte in cui attribuisce al coniuge titolare dell'assegno divorzile che non sia passato a nuove nozze il diritto ad una quota dell'indennità di fine rapporto dell'altro coniuge «anche quando...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12175 del 6 giugno 2011
«L'espressione, contenuta nell'art. 12 bis della legge 1º dicembre 1970, n. 898, secondo cui il coniuge ha diritto alla quota del trattamento di fine rapporto anche se questo "viene a maturare dopo la sentenza" implica che tale diritto deve...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 24421 del 29 ottobre 2013
«La quota del trattamento di fine rapporto dell'altro coniuge, riconosciuta dall'art. 12 bis della legge 1 dicembre 1970, n. 898, a quello titolare dell'assegno divorzile che non sia passato a nuove nozze, deve liquidarsi sulla base di quanto dal...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10075 del 25 giugno 2003
«La disposizione dell'art. 12 bis della legge 1 dicembre 1970, n. 898 — che regola il diritto del coniuge avente diritto all'assegno di divorzio (e non passato a nuove nozze) di conseguire una quota del trattamento di fine rapporto spettante...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12158 del 19 agosto 2003
«In riferimento ad una controversia avente ad oggetto il diritto all'attribuzione di una quota della pensione di reversibilità all'ex coniuge, ex art. 9 della legge n. 898 del 1970, è inammissibile il ricorso per cassazione con il quale si contesti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 27233 del 14 novembre 2008
«In tema di divorzio, l'evidente connessione tra la domanda di attribuzione di una quota di TFR, fondata sull' art. 12 bis della legge 1 dicembre 1970 n. 898, e la domanda di assegno divorzile, il cui riconoscimento condiziona l'accoglimento della...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 159 del 12 gennaio 1998
«Il diritto al trattamento di reversibilità, previsto, dall'art. 9, comma secondo, della legge n. 898 del 1970 nel testo novellato dall'art. 13 legge 6 marzo 1987, n. 74, a favore del coniuge divorziato, in assenza di un coniuge superstite avente i...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10458 del 10 luglio 2002
«In presenza di un coniuge superstite avente i requisiti per la pensione di reversibilità, il diritto del coniuge divorziato ad una quota del trattamento di reversibilità (art. 9, comma terzo, dell'art. 9, legge n. 898 del 1970 nel testo novellato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3635 del 8 marzo 2012
«In tema di trattamento economico a favore del coniuge divorziato, ai fini del riconoscimento della pensione di reversibilità, in caso di morte dell'ex coniuge, occorre distinguere tra l'ipotesi di attribuzione di un assegno divorzile, che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5422 del 13 marzo 2006
«Il diritto del coniuge divorziato alla pensione di reversibilità, o ad una quota di essa in caso di concorso con altro coniuge superstite — di cui all'art. 9 della legge 6 marzo 1987, n. 74 — presuppone (anche ai sensi dell'art. 5 della legge 28...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10557 del 27 novembre 1996
«Con la possibilità di attribuire al coniuge divorziato del coniuge defunto una quota della pensione di reversibilità o un assegno alimentare a carico dell'eredità, gli artt. 9 e 9 bis della legge n. 898 del 1970, come novellata dalla legge n. 436...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6619 del 18 luglio 1997
«Ai fini della spettanza, al coniuge divorziato, del diritto ex art. 9 della legge n. 898 del 1970, quale risulta dalle modifiche introdotte con la legge 6 marzo 1987, n. 74, ad una quota della pensione di reversibilità da ripartire con il coniuge...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 412 del 19 gennaio 1996
«A seguito dell'entrata in vigore della L. 6 marzo 1987, n. 74 che, nel modificare la normativa precedente (art. 9, L. n. 898 del 1970, già modificato dalla L. n. 436 del 1978), prevede in caso di morte di uno degli ex coniugi successivamente allo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12389 del 19 settembre 2000
«Ai fini dell'integrazione della fattispecie costitutiva del diritto dell'ex coniuge alla pensione di reversibilità ai sensi dell'art. 9 legge sul divorzio, è necessaria (anche alla luce dei principi affermati dalla Corte cost. con la sentenza n....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 146 del 12 gennaio 1988
«L'art. 13 della L. 6 marzo 1987, n. 74, che configura una disposizione innovativa rispetto all'art. 9 della L. 898 del 1970 così come sostituito dall'art. 2 della L. 436 del 1978, — applicabile quale ius superveniens ai rapporti controversi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4902 del 20 maggio 1999
«Non è causa né di inammissibilità né di improponibilità della domanda (né, tantomeno, di rigetto della medesima) la mancata produzione, da parte dell'ex coniuge superstite, dell'atto notorio dal quale risultino “tutti gli eventuali aventi diritto”...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2920 del 14 marzo 2000
«L'art. 9, terzo comma, della L. n. 898 del 1970, nel testo vigente, prevede che nella ripartizione della pensione di reversibilità fra il coniuge superstite e l'ex coniuge occorre tener conto della durata del matrimonio, nel senso che non è...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10474 del 7 dicembre 1994
«La norma di cui all'art. 9, comma 2, della L. 1 dicembre 1970, n. 898, nel testo novellato dall'art. 13 della L. 6 marzo 1987, n. 74, prevedendo, in caso di morte dell'ex coniuge ed in assenza di un coniuge superstite di questi avente i requisiti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3037 del 2 marzo 2001
«L'adozione del rito camerale per i procedimenti relativi a tutte le pretese del coniuge divorziato aventi ad oggetto la pensione di reversibilità trova applicazione anche dopo la novella n. 74 del 1987 (per effetto della quale è stato soppresso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15111 del 18 luglio 2005
«La controversia tra l'ex coniuge e il coniuge superstite per l'accertamento della ripartizione — ai sensi dell'art. 9, comma terzo, della legge n. 898 del 1970, come sostituito dall'art. 13 della legge n. 74 del 1987 — del trattamento di...»