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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15406 del 2 luglio 2009
«In tema di riparto dell'onere della prova in ordine alla richiesta del lavoratore di promozione automatica ai sensi dell'art. 2103 c.c., grava sul datore di lavoro la prova che il lavoratore sostituito aveva diritto alla conservazione del posto,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12460 del 8 giugno 2011
«Nel processo del lavoro, grava sul datore di lavoro, in presenza di assegnazione del lavoratore a mansioni superiori per periodi singolarmente considerati non superiori al termine previsto dall'art. 2103 c.c., in relazione all'art. 38 del CCNL di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17095 del 8 agosto 2011
«In tema di mansioni del lavoratore, le limitazioni dello "ius variandi" introdotte dall'art. 2103 c.c., nel testo di cui all'art. 13 della legge n. 300 del 1970, sono dirette ad incidere su quei provvedimenti unilaterali del datore di lavoro o su...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14314 del 6 giugno 2013
«La figura del "distacco" o "comando" del lavoratore comporta un cambio nell'esercizio del potere direttivo - perché il dipendente viene dislocato presso altro datore di lavoro, con contestuale assoggettamento al comando ed al controllo di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20611 del 9 settembre 2013
«In tema di sede di lavoro, la disciplina limitativa del trasferimento del lavoratore di cui all'art.2103 c.c., che condiziona la legittimità del trasferimento alla ricorrenza di comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive, è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 17624 del 5 agosto 2014
«Il divieto per il datore di lavoro di variazione in "pejus" ex art. 2103 cod. civ., opera anche quando al lavoratore, nella formale equivalenza delle precedenti e nuove mansioni, siano assegnate di fatto mansioni sostanzialmente inferiori, dovendo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5629 del 5 maggio 2000
«La prestazione d'opera da parte del lavoratore subordinato a favore di terzi concorrenti costituisce una violazione dell'obbligo di fedeltà che, se è irrilevante sotto il profilo penale qualora compiuta fuori del normale orario di lavoro, integra...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13188 del 25 ottobre 2001
«La sottrazione di documenti aziendali costituisce per il lavoratore violazione dei doveri di lealtà e correttezza imposti dall'articolo 2105 c.c., senza che rilevi in contrario l'intento dello stesso lavoratore di fare della documentazione un uso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19132 del 15 dicembre 2003
«Ai fini della configurabilità di una violazione del divieto di concorrenza previsto, nei confronti del prestatore di lavoro subordinato, dall'art. 2105 c.c. divieto che riguarda non già la concorrenza che il prestatore, dopo la cessazione del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13394 del 19 luglio 2004
«Ai fini della configurabilità di una violazione dell'obbligo di fedeltà previsto dall'art. 2105 c.c., che si specifica nel divieto di concorrenza nei confronti del prestatore di lavoro subordinato — divieto che riguarda non già la concorrenza che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18459 del 29 agosto 2014
«La violazione del divieto di concorrenza posto a carico del lavoratore subordinato dall'art. 2105 cod. civ., riguarda non già la concorrenza che il prestatore, dopo la cessazione del rapporto, può svolgere nei confronti del precedente datore di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1741 del 19 febbraio 1998
«In assenza di ulteriori disposizioni di legge in materia, possono intervenire norme integrative di fonte negoziale, le quali però (analogamente all'eventuale normativa legale di dettaglio) non possono precludere o limitare l'esercizio del diritto,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1947 del 23 novembre 1998
«Consegue che l'avviso, comunicato dal lavoratore, del suo stato di malattia, sul presupposto della sua incompatibilità con le finalità delle ferie, determina – dalla data della conoscenza di esso da parte del datore di lavoro – la conversione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14490 del 8 novembre 2000
«Il lavoratore assente per malattia e ulteriormente impossibilitato a riprendere servizio non ha l'incondizionata facoltà di sostituire alla malattia il godimento di ferie maturate quale titolo della sua assenza, allo scopo di bloccare il decorso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15768 del 14 dicembre 2000
«Il principio della sospensione delle ferie per malattia insorta durante il relativo periodo, stabilito dalla Corte costituzionale con sentenza n. 616 del 1987, opera ogni qualvolta la fruizione delle ferie risulti pregiudicata in concreto dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14020 del 12 novembre 2001
«Il diritto del lavoratore alle ferie annuali, tutelato dall'art. 36 Costituzione, è ricollegabile non solo ad una funzione di corrispettivo dell'attività lavorativa, ma altresì – come riconosciuto dalla Corte costituzionale nelle sentenze n. 616...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 18166 del 26 luglio 2013
«L'esatta determinazione del periodo feriale, presupponendo una valutazione comparativa di diverse esigenze, spetta unicamente al datore di lavoro, nell'esercizio del generale potere organizzativo e direttivo dell'impresa, dovendosi riconoscere al...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6043 del 11 maggio 2000
«La richiesta del lavoratore in malattia di utilizzare un periodo di ferie per il prolungamento dell'assenza al fine di evitare il superamento del periodo di comporto deve contenere l'indicazione del momento a decorrere dal quale egli intende...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15954 del 17 dicembre 2001
«Al lavoratore assente per malattia è consentito di mutare il titolo dell'assenza con la richiesta di fruizione delle ferie già maturate al fine di sospendere il decorso del periodo di comporto; ove una richiesta di ferie sia stata avanzata e, sia...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24899 del 25 novembre 2011
«In tema di licenziamento per superamento del periodo di comporto per malattia del lavoratore, fermo restando il potere datoriale di recedere non appena terminato il periodo suddetto, e quindi anche prima del rientro del prestatore, nondimeno il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 23063 del 10 ottobre 2013
«Lo stato di malattia del lavoratore preclude al datore di lavoro l'esercizio del potere di recesso quando si tratti di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, che, tuttavia, ove intimato, non è invalido ma solo inefficace e produce i suoi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12563 del 4 giugno 2014
«Nel rapporto di lavoro i principi di correttezza e buone fede rilevano, come norme di relazione con funzione di fonti integrative del contratto (art. 1374 cod. civ.), ove ineriscano a comportamenti dovuti in relazione ad obblighi di prestazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19400 del 15 settembre 2014
«Nel licenziamento per superamento del periodo di comporto il requisito della tempestività non può risolversi in un dato cronologico fisso e predeterminato, ma costituisce oggetto di una valutazione di congruità, non sindacabile in cassazione ove...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22753 del 27 ottobre 2014
«Il lavoratore che, assente per malattia ed impossibilitato a riprendere servizio, intenda evitare la perdita del posto di lavoro conseguente all'esaurimento del periodo di comporto, deve comunque presentare la richiesta di fruizione delle ferie,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15371 del 9 agosto 2004
«A norma dell'art. 2112 c.c. nel testo vigente anteriormente alla modifica di cui all'art. 32 del D.L.vo n. 276 del 2003 (ed applicabile nella specie ratione temporis ), in caso di trasferimento d'azienda e di prosecuzione dei rapporti di lavoro...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19291 del 22 settembre 2011
«In caso di cessione d'azienda assoggettata al regime di cui all'art. 2112 c.c., posto il carattere retributivo e sinallagmatico del trattamento di fine rapporto che costituisce istituto di retribuzione differita, il datore di lavoro cedente rimane...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14208 del 5 giugno 2013
«Nel caso di trasferimento di azienda, il riconoscimento, in favore dei lavoratori dell'azienda ceduta, dell'anzianità maturata presso il cedente non implica che il cessionario debba corrispondere gli scatti in riferimento a tale anzianità, ove...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13617 del 16 giugno 2014
«In tema di trasferimento d'azienda, il lavoratore ha interesse ad accertare in giudizio la non ravvisabilità di un ramo d'azienda in un complesso di beni oggetto del trasferimento, e, quindi, in difetto del suo consenso, l'inefficacia nei suoi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16168 del 18 agosto 2004
«La disposizione dell'art. 2113, primo comma, c.c., che stabilisce l'invalidità delle rinunzie e transazioni aventi per oggetto diritto del prestatore di lavoro derivante da disposizioni inderogabili della legge e dei contratti collettivi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16283 del 19 agosto 2004
«Ne consegue che non è impugnabile l'accordo con cui il datore di lavoro in sede sindacale pattuisca l'erogazione di somme notevolmente maggiori rispetto a quelle che si potevano erogare, ottenendo in cambio la rinuncia sia all'impugnativa del...»