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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2007 del 25 giugno 1971
«I creditori dell'eredità beneficiata si trovano in una situazione uguale a quella dei creditori separatisti per quanto concerne la separazione dei patrimoni del defunto e dell'erede; conseguentemente lo Stato, nella veste di creditore della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3546 del 23 febbraio 2004
«Il termine per richiedere la separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede, a norma dell'art. 516 c.c., è un termine di decadenza — e come tale di natura perentoria — della durata di tre mesi, che inizia a decorrere dal momento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2119 del 13 luglio 1974
«Il negozio unilaterale di rinunzia all'eredità, posto in essere verso un corrispettivo a favore di un coerede, determinando l'attribuzione a favore di quest'ultimo della quota che sarebbe spettata al rinunziante (effetto ulteriore) e non la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 723 del 14 marzo 1973
«Il primo comma dell'art. 1415 c.c. intende proteggere, in vista della libera circolazione dei beni, l'affidamento fatto dal terzo acquirente sulla validità del titolo del suo autore e pertanto si applica soltanto in favore di chi acquisti dal...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17866 del 24 novembre 2003
«Il debitore rinunciante all'eredità è il solo soggetto passivamente legittimato all'azione intentata dai creditori ex art. 524 c.c., con la conseguenza che, al suo decesso, legittimato passivo risulta il suo erede quale persona che gli succede in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2549 del 19 ottobre 1966
«L'irrevocabilità della rinuncia alla eredità, una volta intervenuta l'accettazione degli altri chiamati — accettazione che, peraltro, nel caso di concorso di eredi che abbiano già accettato, non ha bisogno di una specifica manifestazione di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13735 del 12 giugno 2009
«In tema di successioni ereditarie, benché l'art. 526 c.c. escluda l'impugnazione per errore della rinuncia all'eredità, ciò non impedisce che tale impugnazione sia ammessa in presenza di errore ostativo; detta fattispecie, peraltro, non ricorre...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11619 del 21 novembre 1997
«Il curatore dell'eredità giacente, nominato dal pretore a norma dell'art. 528 c.c., va annoverato fra gli ausiliari del giudice, dovendo intendersi per tale secondo la definizione datane dall'art. 68 c.p.c. (che, nel prevedere, oltre il custode e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3087 del 31 marzo 1987
«Per la giuridica configurabilità di un'eredità giacente ex art. 528 c.c. e per la connessa possibilità di nomina di un curatore della stessa da parte del pretore del mandamento ove si è aperta la successione, non è necessario che sia certa...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 16428 del 15 luglio 2009
«Il curatore dell'eredità giacente, pur non essendo rappresentante del chiamato all'eredità, è legittimato sia attivamente che passivamente in tutte le cause che riguardano l'eredità, anche quando sia venuta meno la situazione di giacenza, per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14182 del 27 giugno 2011
«L'azione di petizione di eredità non esige l'integrale contraddittorio di tutti i coeredi, sicché il possessore dei beni ereditari, convenuto in giudizio da uno solo degli eredi, nulla può opporre al riguardo, essendo sempre tenuto alla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3181 del 9 febbraio 2011
«Con l'azione di petizione ereditaria l'erede può reclamare soltanto i beni nei quali egli è succeduto "mortis causa" al defunto, ossia i beni che, al tempo dell'apertura della successione, erano compresi nell'asse ereditario; ne consegue che tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24034 del 28 dicembre 2004
«Qualora il convenuto non contesti la qualità di erede dell'attore, la petizione dell'eredità che, ai sensi dell'art. 533 c.c.,consente di chiedere sia la quota dell'asse ereditario sia il suo valore, può assumere natura di azione di accertamento o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10557 del 2 agosto 2001
«La petitio hereditatis ha natura di azione reale, volta a conseguire il rilascio dei beni ereditari da colui che li possegga, vantando un titolo successorio che non gli compete, ovvero senza alcun titolo, e presuppone l'accertamento della sola...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 954 del 18 febbraio 1986
«La petitio hereditatis è diretta all'accertamento della qualità di erede allo scopo di acquisire l'universum ius del defunto il quale è comprensivo anche dei diritti personali di godimento e delle detenzioni qualificate corrispondenti...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1979 del 6 luglio 1974
«Il criterio differenziatore tra l'azione di petizione di eredità e quella di rivendica consiste nella posizione del convenuto possessore, che — nel primo caso — non è in grado di opporre alcun titolo giustificativo, ovvero ne oppone uno che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2653 del 4 febbraio 2010
«In tema di petizione ereditaria, ai fini della salvezza dei diritti acquistati dal terzo per effetto di convenzione a titolo oneroso contratta con l'erede apparente, è necessario che lo stesso terzo, ai sensi dell'art. 534, comma secondo, c.c.,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2114 del 29 luglio 1966
«La disposizione di cui al terzo comma dell'art. 534 c.c. — la quale, facendo eccezione al principio generale per cui l'erede può agire anche contro gli aventi causa di chi possiede a titolo di erede o senza titolo, fa salvo il caso dei diritti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13310 del 12 settembre 2002
«Il principio dell'intangibilità della quota di legittima deve intendersi soltanto in senso quantitativo e non anche in senso qualitativo, potendo il testatore soddisfare le ragioni dei legittimari con beni — di qualunque natura — purché compresi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2434 del 9 marzo 1987
«Ai fini della determinazione della quota di riserva spettante al discendente legittimo (o naturale), in relazione alle varie ipotesi di concorso con altri legittimari, non va fatto riferimento alla situazione teorica, al momento dell'apertura...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1403 del 12 settembre 1970
«Il primo comma dell'art. 733 c.c. riconosce al testatore il potere di dettare norme per la composizione delle porzioni, i cosiddetti assegni obbligatori divisionali, attribuendo all'assegnatario il diritto di pretendere che nella futura divisione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4196 del 19 dicembre 1975
«L'erede, al quale venga lasciato un legato in sostituzione della [legittima] non può esercitare la facoltà di rinunziare al legato e chiedere la [legittima], esercitando l'azione di riduzione delle disposizioni testamentarie lesive, qualora,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13380 del 22 giugno 2005
«Il potere attribuito al legittimario di conseguire la parte dei beni ereditari spettantegli ex lege anzichè conservare il legato obbligatorio divisorio (sostanziantesi in un diritto di credito nei confronti del coerede assegnatario della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1311 del 24 febbraio 1984
«Poiché ogni legato – ivi compreso quello in sostituzione di legittima – si acquista automaticamente e per effetto della semplice apertura della successione, soltanto la rinunzia, espressa o per fatti concludenti, a quel legato stesso determina il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1628 del 23 febbraio 1985
«Il chiamato all'eredità il quale non sia nel possesso dei beni ereditari, qualora abbia iniziato le operazioni d'inventario non precedute dall'accettazione con il beneficio d'inventario a norma dell'art. 487 c.c., può accettare l'eredità in modo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2276 del 27 febbraio 1995
«L'art. 471 c.c., disponendo che le eredità devolute ai minori e agli interdetti non si possono accettare se non con il beneficio di inventario, esclude che il rappresentante legale dell'incapace possa accettare l'eredità in modo diverso da quello...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3013 del 10 febbraio 2006
«Poiché la collazione ha la funzione di assicurare nella divisione della massa attiva del patrimonio del de cuius l'osservanza delle quote spettanti agli eredi — estendendo l'art. 737 c.c. ai figli, ai loro discendenti e al coniuge l'obbligo del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14864 del 16 novembre 2000
«L'esercizio dell'azione di divisione ereditaria comporta, come quello dell'azione di riduzione, la collazione e l'imputazione delle donazioni per accertare la consistenza del patrimonio ereditario, ma mentre la causa petendi della prima è la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7142 del 29 luglio 1994
«La domanda di collazione proposta nel giudizio di divisione ereditaria con riguardo ai beni che si assumono donati in vita dal coerede con atto di alienazione simulato, non implica domanda di riduzione delle relative attribuzioni patrimoniali,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 905 del 23 febbraio 1978
«L'accettazione dell'istituzione di erede universale non estingue o preclude nell'accettante legittimario il diritto avente a oggetto la quota di riserva né il suo esercizio, a meno che l'accettazione della chiamata più ampia abbia assunto, per le...»