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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4049 del 20 marzo 1989
«In tema di lesioni personali, ai fini dell'integrazione dell'aggravante ex art. 583, primo comma, n. 2 del c.p., il concetto di «apprezzabilità» del danno permanente, sia esso organico che funzionale, va definito essenzialmente sotto l'aspetto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9228 del 26 agosto 1994
«Il conducente che abbia assunto il servizio scolastico di trasporto di bambini, pur dovendo usare speciale prudenza e diligenza nella condotta di guida e nelle fasi di salita dei bambini sul pulmino e di loro discesa, assicurando che anche tali...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 24165 del 4 giugno 2013
«In tema di omicidio colposo, rispondono della morte per annegamento di un minore sia l'educatrice addetta all'accompagnamento dello stesso, la quale, in violazione del dovere di costante vigilanza, si sia allontanata dalla piscina per attendere...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 45006 del 3 dicembre 2008
«Il legale rappresentante della società che gestisce un complesso turistico in cui è presente una piscina è titolare di una posizione di garanzia in ordine all'incolumità degli utilizzatori della medesima e pertanto risponde del reato di omicidio...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4557 del 13 aprile 2000
«In tema di responsabilità per omicidio colposo, colui che conduce un trattore agricolo cui è agganciata una fresatrice non solo è tenuto a prestare l'ovvia attenzione a quanto accade nel proprio campo visivo, ma è anche obbligato dalle regole...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2286 del 25 febbraio 2000
«Nel caso di attività sportiva esplicantesi in esibizione-allenamento di arti marziali, i contendenti debbono usare particolare prudenza e diligenza per non travalicare i limiti connessi a siffatte modalità di pratica sportiva, caratterizzata da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5945 del 11 febbraio 2009
«Nel reato di abbandono di persona minore o incapace l'evento aggravatore della morte si pone in rapporto di concausa con la condizione patologica della parte lesa, che deve trovarsi, quale presupposto del reato, in condizione di "malattia di mente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10126 del 4 ottobre 1995
«Nel reato di abbandono di persona minore o incapace (art. 591 c.p.), l'elemento materiale è costituito da qualunque azione od omissione contrastante con il dovere giuridico di cura (o di custodia) che grava sul soggetto agente e da cui derivi uno...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9276 del 2 marzo 2009
«Ai fini della sussistenza dell'elemento soggettivo del delitto d'abbandono di persone minori rileva esclusivamente la volontà dell'abbandono, sicchè il dolo non è escluso dal fatto che chi ha l'obbligo di custodia ritenga il minore in grado di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12334 del 13 settembre 1990
«Costituisce abbandono, punibile ex art. 591 c.p., qualsiasi azione od omissione che contrasti con l'obbligo della custodia e da cui derivi un pericolo, anche solo potenziale, per la vita o per l'incolumità del minore o dell'incapace. Per la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9562 del 5 luglio 1989
«Il delitto di abbandono di minore si distingue da quello di tentato omicidio per il diverso elemento psicologico. Nel primo caso l'elemento soggettivo è costituito dalla coscienza di abbandonare la persona minore o incapace con la consapevolezza...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8833 del 27 febbraio 2004
«Integra il reato di abbandono di minore (art. 591 c.p.) la condotta del conducente dell'autobus di una scuola che lascia un piccolo alunno a terra con l'effetto di causarne il viaggio di ritorno a casa in una condizione di pericolo rappresentato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38592 del 19 settembre 2014
«Integra il reato di ingiuria qualunque espressione o comportamento idoneo a ledere l'onorabilità della persona offesa o il sentimento del proprio valore che ogni individuo nutre per sé. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto offensiva per il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12510 del 19 dicembre 1994
«In tema di ingiuria non sussiste la finalità correttiva ed educativa quando la valenza mortificatrice dell'espressione offensiva travalichi e ponga in ombra qualsiasi funzione di colloquio e di stimolo che possa derivare dal rapporto pedagogico...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 30664 del 22 luglio 2008
«Il consenso alla pubblicazione di una foto non vale come scriminante del delitto di diffamazione se l'immagine sia riprodotta in un contesto diverso da quello per cui il consenso sia prestato che implichi valutazioni peculiari, anche negative...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42155 del 16 novembre 2011
«Integra il reato di diffamazione a mezzo stampa la condotta del giornalista che nell'articolo a propria firma modifichi in senso peggiorativo il contenuto dell'accusa contestata - consistente nell'aver compiuto atti sessuali a pagamento con una...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 46193 del 29 novembre 2004
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, quando il comportamento di una persona, essendo contrassegnato da ambiguità, sia suscettibile di più interpretazioni, tutte connotate in negativo sotto il profilo etico-sociale e giuridico, ricorre la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3121 del 2 aprile 1997
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, il significato delle parole dipende dall'uso che se ne fa e dal contesto comunicativo in cui si inseriscono — e ciò soprattutto se esse vanno a comporre espressioni, come «fedina penale», che, pur alludendo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35923 del 6 ottobre 2010
«Integra il delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù (art. 600) c.p., la condotta di coloro che, considerandolo alla stregua di una cosa che possa essere oggetto di scambio commerciale, acquistino il minore previa...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18072 del 12 maggio 2010
«Il reato di riduzione in schiavitù nella precedente formulazione dell'art. 600 c.p. - per il quale chiunque riduce una persona in schiavitù, o in una condizione analoga alla schiavitù è punito con la reclusione da cinque a quindici anni -...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2390 del 24 gennaio 1996
«Ai fini del delitto di cui all'art. 600 c.p., la condizione analoga alla schiavitù costituisce un elemento normativo, il cui contenuto viene definito mediante il ricorso a norme diverse da quella incriminatrice, come quella dell'art. 1, lett. d)...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 47444 del 22 dicembre 2008
«Ai fini della configurabilità dell'aggravante di cui all'art. 600, comma terzo, cod. pen., è necessario che il colpevole sia a conoscenza della minore età della persona offesa, in quanto non è applicabile al delitto di riduzione o mantenimento in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44516 del 28 novembre 2008
«Non integra il delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù la condotta posta in essere da chi pratichi l'accattonaggio per alcune ore del giorno facendosi aiutare dal figlio minore, e ciò per l'assenza di una condizione di integrale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5927 del 10 febbraio 2015
«Integra il reato di induzione alla prostituzione minorile di cui all'art. 600 bis, comma primo, c.p., la condotta di chi determina, persuade o convince il soggetto passivo a concedere il proprio corpo per pratiche sessuali da tenersi anche con un...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4235 del 4 febbraio 2011
«Integra il reato di induzione alla prostituzione minorile (art. 600 bis, comma primo, c.p.) qualsiasi condotta idonea ad influire sul processo volitivo della vittima, determinandola a compiere atti sessuali, sia con il reo che con altri, in cambio...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21335 del 4 giugno 2010
«Il delitto di sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600-bis, comma primo, c.p.), che richiede la consapevole partecipazione, anche occasionale, ai guadagni che il minore si procura con il commercio del proprio corpo, non è un reato...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 18315 del 14 maggio 2010
«Il reato di induzione alla prostituzione minorile è configurabile anche nel caso in cui il minore sia un soggetto non iniziato né dedito alla vendita del proprio corpo, in quanto è sufficiente che l'agente ponga in essere una condotta idonea a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 18854 del 22 aprile 2003
«Il delitto di cui all'art. 600 bis c.p., introdotto dall'art. 2 della legge 3 agosto 1998 n. 269, in adesione ai principi contenuti nella Convenzione sui diritti del fanciullo, è diretto a proteggere l'integrità e la libertà fisica e psichica del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4967 del 10 febbraio 2011
«È configurabile il tentativo di induzione alla prostituzione (art. 600 bis, c.p.), nella condotta di chi, dopo aver intrattenuto telematicamente plurime conversazioni con soggetti minorenni aventi ad oggetto prestazioni sessuali dietro...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 42371 del 16 novembre 2007
«In tema di reati contro la prostituzione minorile, ove il tentativo di indurre un minore a prostituirsi sia commesso mediante conversazioni telefoniche, la competenza per territorio spetta al giudice del luogo ove si trovava il minore all'atto di...»