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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4646 del 14 aprile 1999
«L'art. 603, comma 1, c.p.p., stabilendo che il giudice di appello, allorché una parte lo richieda, dispone la rinnovazione dell'istruzione dibattimentale solo se ritiene di non essere in grado di decidere allo stato degli atti, intende fare...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12459 del 28 novembre 1998
«Ai fini della rinnovazione del dibattimento nel giudizio di appello (art. 603 c.p.p.) il giudice deve valutare l'indispensabilità della prova richiesta dalla parte, avendo riguardo — con riferimento alla testimonianza — alla sua decisività e non...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12469 del 20 dicembre 1995
«In riferimento alla assunzione di nuove prove, contenute nell'art. 603 c.p.p. deve ritenersi esteso alle prove già esistenti al momento del giudizio ma non valutate dal giudice, anche per difetto di iniziativa da parte del soggetto processuale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9333 del 5 settembre 1995
«In sede di appello il giudice ha il potere-dovere di ammettere le prove richieste da una parte solamente qualora egli ritenga di non essere in grado di decidere allo stato degli atti: tale impossibilità sussiste quando i dati probatori già...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 20466 del 13 maggio 2013
«La celebrazione del processo nelle forme del rito abbreviato non impedisce al giudice di appello di disporre d'ufficio, a norma dell'art. 603, comma terzo, c.p.p., la rinnovazione dell'istruzione ritenuta assolutamente necessaria, non essendogli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 28542 del 13 luglio 2009
«L'imputato il quale abbia chiesto ed ottenuto di accedere al rito abbreviato incondizionato non ha titolo per chiedere, in sede di appello, la rinnovazione dell'istruzione dibattimentale ai sensi dell'art. 603, comma 2, c.p.p., ma può soltanto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13237 del 17 dicembre 1998
«Nel giudizio svoltosi con il rito abbreviato è consentita in grado di appello l'assunzione di mezzi di prova ai sensi dell'art. 603 c.p.p., e il giudice può disporre di ufficio le prove ritenute assolutamente necessarie per l'accertamento dei...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 24231 del 4 giugno 2003
«Ai fini del reato di cui all'art. 217 comma primo n. 2 l. fall., operazioni di grave imprudenza sono quelle caratterizzate da alto grado di rischio, prive di serie e ragionevoli prospettive di successo economico, le quali, avuto riguardo alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5404 del 12 giugno 1984
«Il giudice penale non può, in contrasto con quanto definitivamente accertato in sede civile, qualificare l'imputato piccolo imprenditore commerciale e ritenerlo, in quanto tale, non soggetto all'obbligo della tenuta delle scritture contabili. Ciò...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21353 del 15 maggio 2003
«Ai fini della concessione dell'attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità, prevista dall'art. 219 comma 3 l. fall., fermo restando che la valutazione deve riguardare il pregiudizio economico arrecato ai creditori dai fatti di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38810 del 22 novembre 2006
«In tema di bancarotta per distrazione (art. 216 L. fall.), è illegittima la decisione con cui il giudice di appello applichi la disciplina della continuazione in relazione ad una pluralità di fatti distrattivi anziché considerarli quale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13812 del 4 aprile 2007
«In tema di reati fallimentari, l'allontanamento del fallito dal luogo di residenza, in assenza dell'autorizzazione del giudice delegato, non è più assoggettata a sanzione penale, considerato che il testo previgente dell'art. 49 legge fall. è stato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 42372 del 29 ottobre 2004
«L'obbligo del fallito di non allontanarsi dalla propria residenza senza l'autorizzazione del giudice delegato, allo scopo di assicurarne la sollecita presentazione innanzi agli organi del procedimento concorsuale, impedisce di considerare...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 972 del 21 settembre 1967
«L'attenuante di cui all'art. 221 legge fallimentare spetta all'imputato di bancarotta solo se il fallimento si applica al procedimento sommario, disposto dal tribunale con la stessa sentenza che dichiara il fallimento o con decreto successivo....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19818 del 30 aprile 2003
«La nozione di interesse privato in atti del fallimento, rilevante ai sensi dell'art. 228 l. fall., non comprende solo l'ipotesi della mera coincidenza tra i vantaggi privati e gli interessi dell'ufficio ovvero il caso in cui l'interesse privato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4172 del 10 marzo 1995
«La condotta criminosa prevista dall'art. 229 della legge fallimentare è quella del curatore che riceve o pattuisce una retribuzione, in danaro o in altra forma, in aggiunta all'altra liquidata in suo favore dal tribunale o dal giudice delegato, e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 670 del 13 gennaio 2011
«Integra il delitto di peculato e non quello di omessa consegna o deposito di cose del fallimento la condotta del curatore che, prima di consegnarle a seguito di un ordine del giudice delegato e negando in precedenza di averle ricevute, abbia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37459 del 14 ottobre 2005
«Integra il reato di cui all'art. 230 legge fall. la condotta del curatore che non ottemperi, nei termini prescritti, all'ordine del giudice delegato di depositare nella cencelleria del tribunale fallimentare il registro previsto dall'art. 38 legge...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 24468 del 12 giugno 2009
«In caso di abrogazione di una norma incriminatrice, per accertare se le tipologie di fatti in essa comprese siano riconducibili ad altra disposizione generale preesistente, è necessario procedere al confronto strutturale tra le due fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43871 del 1 dicembre 2005
«In tema di bancarotta fraudolenta (art. 216 legge. fall.), è legittima l'ordinanza che applica la misura cautelare del sequestro preventivo prima della sentenza dichiarativa di fallimento, in quanto la previsione di cui all'art. 238 legge fall....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11938 del 26 marzo 2010
«In tema di bancarotta fraudolenta, l'amministratore in carica risponde penalmente dei reati commessi dall'amministratore di fatto, dal punto di vista oggettivo ai sensi dell'art. 40, comma secondo, cod. pen., per non avere impedito l'evento che...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6502 del 2 aprile 2004
«Ogni credito vantato nei confronti del fallito va accertato, ai sensi dell'art. 52, secondo comma, l. fall., salvo diverse disposizioni di legge, secondo le norme stabilite dal capo V della legge fallimentare, che agli artt. 92-103 fissa una serie...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 493 del 16 gennaio 2012
«In tema di opposizione allo stato passivo del fallimento, è fatto onere al creditore opponente, la cui domanda sia stata respinta dal giudice delegato, di produrre anche nel giudizio di opposizione avanti al tribunale la documentazione, già...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 2677 del 22 febbraio 2012
«In tema di opposizione allo stato passivo del fallimento nel regime previsto dal d.l.vo n.169 del 2007, la mancata produzione di copia autentica del provvedimento impugnato non costituisce causa di improcedibilità del giudizio, non trovando...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22711 del 8 novembre 2010
«Il giudizio di opposizione allo stato passivo è regolato - ai sensi dell'art. 99 legge fall., novellato dal d.l.vo n. 169 del 2007 - dal principio dispositivo, come qualunque ordinario giudizio di cognizione a natura contenziosa, per cui il...»
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Cassazione civile, Sez. VI-1, sentenza n. 3672 del 8 marzo 2012
«In materia di impugnazioni, il principio cosiddetto di apparenza e affidabilità comporta necessariamente un'indagine sugli atti, al fine di accertare se l'adozione da parte del giudice di merito di quella determinata forma del provvedimento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17154 del 22 luglio 2009
«L'opposizione allo stato passivo, ai sensi dell'art. 98 legge fall., comporta l'instaurazione di un procedimento contenzioso di competenza del tribunale che si conclude con un atto che deve presentare i caratteri della sentenza. Pertanto, nel caso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10854 del 10 luglio 2003
«Nel giudizio di opposizione allo stato passivo, il regolamento delle spese processuali è ispirato, ricorrendo la medesima ratio di evitare che il ritardo nella documentazione del credito possa risolversi in pregiudizio per la massa dei creditori,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4049 del 7 luglio 1982
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 99 legge fallimentare nella parte in cui attribuisce al giudice delegato il potere di istruire la causa di opposizione allo stato passivo e di partecipare alla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5095 del 29 marzo 2012
«Non sono impugnabili dal fallito, con il ricorso per cassazione ex art. 111 Cost., i provvedimenti adottati dal giudice delegato nel subprocedimento di formazione dello stato passivo, non solo perchè privi di definitività, ma anche per l'espressa...»