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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 406 del 10 gennaio 2014
«In tema di comunione ereditaria, il principio della natura dichiarativa della sentenza di divisione opera esclusivamente in riferimento all'effetto distributivo, per cui ciascun condividente è considerato titolare, sin dal momento dell'apertura...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 23282 del 31 ottobre 2014
«Per determinare la proprietà del muro divisorio, ai sensi dell'art. 881 cod. civ., su tutti gli altri indizi prevale la positura del piovente, anche nel caso di doppio piovente, sicché il confinante che realizzi un piovente sul muro divisorio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 23707 del 6 novembre 2014
«L'istituto dell'acquisto della proprietà per accessione invertita, ai sensi dell'art. 938 cod. civ., che consente al giudice di attribuire al proprietario della costruzione eseguita su una parte dell'altrui fondo attiguo la proprietà del terreno...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15877 del 25 giugno 2013
«Poiché il comodatario, quale detentore della cosa comodata, non può acquistare il possesso "ad usucapionem" senza prima avere mutato, mediante una "interversio possessionis", la sua detenzione in possesso, deve ritenersi che l'intenzione,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25245 del 8 novembre 2013
«L'usucapione richiede solo il possesso, inteso come esercizio di un potere di fatto sulla cosa con la volontà di esercitarlo alla stregua di un proprietario, e non è, quindi, incompatibile con la conoscenza del diritto altrui né con una...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 16914 del 2 agosto 2011
«Su di un immobile di proprietà esclusiva di un soggetto può ben crearsi una situazione di compossesso "pro indiviso" tra lo stesso soggetto proprietario ed un terzo, con il conseguente possibile acquisto, da parte di quest'ultimo, della...»
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Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 19706 del 18 settembre 2014
«In tema di usucapione, ai sensi dell'art. 1165 cod. civ. in relazione all'art. 2944 cod. civ., il riconoscimento del diritto altrui da parte del possessore, quale atto incompatibile con la volontà di godere il bene "uti dominus", interrompe il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6792 del 2 aprile 2015
«Colui che è convenuto con azione possessoria per violazione dei limiti imposti dalle norme in materia di distanze può dimostrare l'insussistenza dell'altrui diritto al fine di negare lo stato di possesso vantato dall'attore, senza con ciò...»
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Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 24673 del 4 novembre 2013
«In tema di spoglio la violenza e la clandestinità dell'azione, che implicano l'"animus spoliandi", non sono insiti in ogni fatto materiale che determini la privazione dell'altrui possesso ma conseguono solo alla consapevolezza di contrastare e di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 35827 del 30 agosto 2013
«Non è invocabile il principio di affidamento nel comportamento altrui, con conseguente esclusione di responsabilità, da parte di chi sia già in colpa per avere violato norme precauzionali o avere omesso determinate condotte e, ciononostante,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 24036 del 26 maggio 2004
«In tema di colpa professionale, nel caso di equipes chirurgiche e, più in generale, in quello in cui ci si trovi di fronte ad ipotesi di cooperazione multidisciplinare nell'attività medicochirurgica, sia pure svolta non contestualmente, ogni...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4323 del 10 maggio 1997
«La causa di giustificazione dello stato di necessità — di cui all'art. 54 c.p. — presuppone l'esistenza di una situazione oggettiva di pericolo in base alla quale un soggetto per salvare un proprio bene si trova costretto a sacrificare il bene di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6489 del 3 giugno 1998
«In base alla concezione unitaria del concorso di persone nel reato, l'attività costitutiva del concorso può essere rappresentata da qualsiasi comportamento esteriore che fornisca un apprezzabile contributo, in tutte o alcune delle fasi di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9296 del 1 settembre 1995
«Per configurare il concorso di persone nel reato, non essendo necessario il previo accordo, assume carattere decisivo l'unitarietà del «fatto collettivo» realizzato. Tale circostanza deve ritenersi realizzata ogni volta che le condotte dei...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8389 del 24 luglio 1992
«Ai fini della configurazione del concorso di persone nel reato, è necessario e sufficiente che taluno partecipi all'altrui attività criminosa anche con la semplice volontà di adesione, estrinsecantesi nel caldeggiare e rafforzare il proposito...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8017 del 16 luglio 1992
«Di fronte ad un comportamento meramente omissivo o alla presenza dell'imputato alla ideazione, preparazione o esecuzione del delitto, il giudice deve valutare con rigore logico il comportamento dell'imputato onde cogliere gli aspetti sintomatici...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2260 del 16 gennaio 2015
«In tema di concorso di persone, la partecipazione psichica sotto forma di istigazione richiede la prova che il comportamento tenuto dal presunto concorrente morale abbia effettivamente fatto sorgere il proposito criminoso ovvero lo abbia anche...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8763 del 8 luglio 1999
«In tema di concorso morale nel reato, quando il concorso venga prospettato soltanto sotto la forma del rafforzamento dell'altrui proposito criminoso, non può pretendersi la prova positiva, obiettivamente impossibile, che senza di esso quel...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4612 del 5 maggio 1993
«In tema di concorso morale, la partecipazione psichica può estrinsecarsi sotto forma o di istigazione, col provocare o rafforzare deliberatamente l'altrui proposito criminoso, o di agevolazione, facilitando la preparazione o la consumazione del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2148 del 18 febbraio 1988
«In tema di concorso morale la partecipazione psichica consiste nell'aver provocato o rafforzato l'altrui proposito criminoso e cioè l'attività del partecipe deve influenzare la commissione del reato o perché provoca o rafforza il proposito...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1271 del 20 gennaio 2004
«Nel reato concorsuale il dolo dei singoli concorrenti non presuppone necessariamente un previo accordo, o la contestuale e reciproca consapevolezza del concorso, essendo sufficiente che ciascun agente abbia conoscenza, anche unilaterale, del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7190 del 17 giugno 1994
«Ai fini della sussistenza della circostanza attenuante di cui all'ultimo comma dell'art. 114 c.p., bisogna tener conto, in modo non gretto e non restrittivo, della ridotta capacità di discernimento del minore, o della sua influenzabilità da parte...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 9590 del 14 settembre 1991
«La disciplina del concorso di persone nel reato esige in ciascuno degli agenti l'elemento psichico del reato che si commette e la coscienza della partecipazione altrui: non il compimento, da parte di ognuno, dell'attività materiale in cui si...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5449 del 13 aprile 1990
«Perché possa parlarsi di concorso di persone nel reato è necessario, sotto l'aspetto soggettivo, che esista nei compartecipi la coscienza e volontà di concorrere con gli altri nella realizzazione del reato, essendo ravvisabile il concorso anche se...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2805 del 21 gennaio 2014
«In tema di concorso di persone, la distinzione tra connivenza non punibile e concorso nel reato commesso da altro soggetto va individuata nel fatto che la prima postula che l'agente mantenga un comportamento meramente passivo, inidoneo ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44633 del 5 novembre 2013
«In tema di detenzione di sostanze stupefacenti, la distinzione tra connivenza non punibile e concorso nel reato va individuata nel fatto che, mentre la prima postula che l'agente mantenga un comportamento meramente passivo, inidoneo ad apportare...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7985 del 24 agosto 1993
«Si ha concorso ai sensi dell'art. 110 c.p., e non semplice connivenza, ogni volta che l'agente partecipa, in qualunque modo, alla realizzazione dell'illecito, e quindi anche quando, con la sua presenza, agevola o rafforza il proposito criminoso...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10783 del 18 novembre 1985
«Non può ravvisarsi il concorso di più persone nel reato in caso di comportamento negativo, quale sarebbe quello di non impedire il reato, se non sussiste l'obbligo di farlo; né basta la semplice adesione morale a un programma criminoso o la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4055 del 29 gennaio 2014
«In tema di detenzione di sostanze stupefacenti, la distinzione tra connivenza non punibile e concorso nel reato commesso da altro soggetto va individuata nel fatto che la prima postula che l'agente mantenga un comportamento meramente passivo,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2297 del 20 gennaio 2014
«Ai fini della configurazione del concorso di persone nel reato di detenzione di sostanze stupefacenti, è necessario e sufficiente che taluno partecipi all'altrui attività criminosa con la semplice volontà di adesione, che può manifestarsi in forme...»