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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2747 del 4 febbraio 2011
«In tema di assegno divorzile, la titolarità, in capo al richiedente, di un reddito che gli consenta di fruire di un tenore di vita dignitoso o agiato, ma non corrispondente a quello elevatissimo condotto durante la convivenza matrimoniale,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8225 del 16 giugno 2000
«La misura dell'assegno divorzile ben può ricomprendere tutte le esigenze di vita del beneficiario, e non solo di quelle ordinarie e fondamentali. Ne consegue che legittimamente il giudice di merito ritiene, previa valutazione della sussistenza e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10260 del 22 settembre 1999
«Atteso che la concessione dell'assegno divorzile trova presupposto nella inadeguatezza dei mezzi del coniuge istante, da intendersi come insufficienza dei medesimi a garantirgli un tenore di vita analogo a quello avuto in costanza di matrimonio,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22500 del 19 ottobre 2006
«In tema di divorzio, la congruità dell'assegno ad assicurare al coniuge il mantenimento del tenore di vita goduto durante il matrimonio deve essere valutata alla luce dell'art. 5 della legge n. 898 del 1970 (e succ. modif.); tuttavia, anche...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9792 del 14 settembre 1999
«Nella determinazione della entità dell'assegno di divorzio possono legittimamente spiegare influenza le modificazioni delle condizioni economiche delle parti in corso di giudizio, con la conseguenza che, in sede di giudizio di rinvio instauratosi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2932 del 19 marzo 1991
«In tema di assegno di divorzio e di contributo per il mantenimento del figlio è legittima la statuizione del giudice del merito che disponga a carico dell'ex coniuge obbligato il pagamento del canone di locazione e degli oneri accessori relativi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8057 del 3 settembre 1996
«Ai fini della quantificazione dell'assegno di divorzio a favore dell'ex coniuge — che è il risultato di un apprezzamento discrezionale del giudice di merito, incensurabile in cassazione, ove immune da vizi di motivazione — i redditi dei coniugi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2662 del 9 marzo 2000
«La concessione dell'assegno divorzile trova presupposto nella inadeguatezza dei mezzi del coniuge istante a conservare un tenore di vita analogo a quello goduto in costanza di matrimonio. Nella valutazione della sussistenza di tale presupposto, e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18241 del 22 agosto 2006
«In tema di divorzio, legittimamente il giudice del merito, nel determinare il reddito dei coniugi ai fini della determinazione dell'assegno divorzile e del contributo di mantenimento in favore dei figli, tiene conto delle potenzialità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6468 del 2 luglio 1998
«l'indagine del giudice di merito circa la capacità lavorativa del coniuge istante va condotta secondo criteri di particolare rigore e pregnanza, non potendo un'attività concretamente espletata soltanto saltuariamente (nella specie, di estetista)...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5447 del 19 ottobre 1981
«Ai fini dell'individuazione del coniuge a favore del quale deve essere fatta l'attribuzione dell'assegno di divorzio, il giudice non può trarre argomento dalla circostanza che in sede di separazione consensuale un coniuge si sia impegnato a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3183 del 25 maggio 1985
«Ai fini della quantificazione dell'assegno di divorzio e del contributo per il mantenimento dei figli è consentita al giudice di merito l'utilizzazione dei fatti notori (art. 115, comma secondo, c.p.c.) quando sia diretta non alla stima precisa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15055 del 22 novembre 2000
«In tema di assegno di divorzio, il criterio delle «ragioni della decisione» previsto dall'art. 5 della legge n. 898 del 1970 se per un verso postula una indagine sulla responsabilità del fallimento del matrimonio in una prospettiva comprendente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2872 del 24 marzo 1994
«In tema di determinazione dell'assegno di divorzio, le «ragioni della decisione» — intese con riguardo ai comportamenti che hanno cagionato la rottura della comunione spirituale e materiale della famiglia — possono essere prese in considerazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 270 del 16 gennaio 1982
«Le «ragioni della decisione», in relazione alle quali, in conseguenza dello scioglimento del matrimonio, viene riconosciuto e quantificato l'assegno previsto dall'art. 5, quarto comma della L. 1 dicembre 1970, n. 898, comprendono anche fatti o...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13068 del 3 ottobre 2000
«In tema di assegno divorzile, la mancata prova, da parte del ricorrente che ne chieda l'attribuzione, delle condizioni richieste dalla legge non comporta quale conseguenza automatica il rigetto della domanda, in quanto nel nostro ordinamento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7117 del 29 marzo 2006
«Ai fini dell'attribuzione dell'assegno di divorzio e della determinazione della sua misura, ai sensi dell'art. 5 della legge 1 dicembre 1970, n. 898 (nel testo modificato dall'art. 10 della legge 6 marzo 1987, n. 74), l'accertamento del giudice...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9861 del 28 aprile 2006
«In tema di divorzio, il giudice del merito, ove ritenga aliunde raggiunta la prova dell'insussistenza dei presupposti che condizionano il riconoscimento dell'assegno di divorzio, può direttamente procedere al rigetto della relativa istanza, anche...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2098 del 28 gennaio 2011
«In tema di determinazione dell'assegno di mantenimento in sede di scioglimento degli effetti civili del matrimonio, l'esercizio del potere del giudice che, ai sensi dell'art. 5, comma 9, della legge n. 898 del 1970, può disporre - d'ufficio o su...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4067 del 9 maggio 1997
«L'art. 5, ultimo comma, della legge 1 dicembre 1970, n. 898 (come modificato dalla L. 6 marzo 1987, n. 74), il quale impone, alle parti, di presentare la dichiarazione dei redditi all'udienza di comparizione presidenziale, non fa obbligo al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15064 del 9 ottobre 2003
«Ogni patto stipulato in epoca antecedente al divorzio volto a predeterminare il contenuto dei rapporti patrimoniali del divorzio stesso deve ritenersi nullo; è consentito, invece, che le parti, in sede di divorzio, dichiarino espressamente che, in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10978 del 14 luglio 2003
«Qualora la regolamentazione dei rapporti economici tra i coniugi sia avvenuta a mezzo di una convenzione accessoria alla sentenza di divorzio, l'interpretazione della convenzione è attività demandata al giudice di merito, (che utilizzerà i criteri...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4424 del 21 febbraio 2008
«In tema di determinazione dell'assegno divorzile, ove il giudice di merito non ne fissi la decorrenza dalla data della domanda, avvalendosi della facoltà sancita dall'art. 4, decimo comma, della legge 1 dicembre 1970, n. 898, esso spetta dalla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8288 del 11 ottobre 1994
«Il principio enunciato nell'art. 4 n. 10 della L. n. 898 del 1970, come sostituito dall'art. 8 della L. n. 74 del 1987 — secondo il quale il giudice del merito può far decorrere l'assegno di divorzio, ove ne ricorrano le condizioni, dal momento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5140 del 3 marzo 2011
«Nel procedimento di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, laddove il giudice di primo grado abbia rigettato la domanda di assegno di divorzio, la pronuncia sulla decorrenza dell'assegno ben può essere adottata dalla Corte...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11340 del 19 dicembre 1996
«In tema di assegno divorzile, l'art. 5 settimo comma della legge 1 dicembre 1970, n. 898, come modificato dalla legge 6 marzo 1987, n. 74, nell'affidare al giudice del merito il potere di escludere l'aggiornamento automatico dell'assegno medesimo,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7953 del 29 agosto 1996
«La pronunzia sulla revisione dell'assegno di divorzio è emessa rebus sic stantibus, in quanto essa non stabilisce definitivamente sul diritto fatto valere, ma statuisce su un diritto che è correlato a situazioni di fatto suscettibili di variazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2338 del 2 febbraio 2006
«La revisione delle disposizioni della sentenza di cessazione degli effetti civili o di scioglimento di matrimonio concernenti gli assegni di divorzio e di mantenimento dei figli, regolate dall'art. 9 della legge 1 dicembre 1970 n. 898, presuppone...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 126 del 5 gennaio 2001
«La corresponsione in unica soluzione dell'assegno divorzile esclude la sopravvivenza, in capo al coniuge beneficiario, di qualsiasi ulteriore diritto, di contenuto patrimoniale e non, nei confronti dell'altro coniuge, attesa la cessazione, per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9058 del 5 luglio 2001
«Nel procedimento di divorzio trovano applicazione i principi della domanda e del contraddittorio e l'attribuzione dell'assegno divorzile è subordinata, pertanto, alla domanda di parte; peraltro, tale domanda non necessita di formule particolari e...»