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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8937 del 27 febbraio 2015
«Integra il delitto di omessa denuncia previsto dall'art. 362 cod. pen. la condotta dell'incaricato di pubblico servizio che ometta di denunciare un fatto di cui sia venuto a conoscenza, in concomitanza o a cagione delle funzioni espletate, che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16277 del 17 aprile 2015
«La falsa denuncia che integra l'elemento oggettivo del reato di cui all'art. 367 cod. pen. può essere formulata con qualunque atto idoneo a provocare investigazioni, anche in assenza di una iniziativa spontanea del denunciante. (Fattispecie in cui...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 45067 del 30 ottobre 2014
«Il delitto di simulazione di reato può essere scriminato dalla ritrattazione solo se questa si verifica nel medesimo contesto (inteso in termini di continuità e di durata) della denuncia, in quanto solo la resipiscenza realizzata in un "continuum"...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32673 del 24 luglio 2015
«Sussiste il reato di calunnia anche quando il fatto, oggetto della falsa incolpazione, sia diverso e più grave di quello effettivamente commesso dalla persona incolpata, dovendo invece escludersi il reato quando il fatto sia diverso da quello...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 22928 del 27 maggio 2013
«Ai fini della configurabilità del reato di calunnia, la falsa accusa può anche realizzarsi tacendo artatamente alcuni elementi della fattispecie, così da fornire una rappresentazione del fatto fuori del suo contesto e far apparire quindi come...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32944 del 21 agosto 2012
«Integra il delitto di calunnia la condotta oggettivamente idonea a determinare l'avvio di un procedimento penale nei confronti di una persona che si sa innocente, non essendo necessario che i fatti siano esposti secondo lo schema tipico di una...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37795 del 25 ottobre 2010
«Non integra il delitto di calunnia l'esposizione di circostanze di fatto inidonee ad indicare taluno come colpevole di fatti costituenti reato, anche quando il soggetto attivo, sulla base dei dati prospettati all'autorità giudiziaria, manifesti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 32841 del 28 maggio 2009
«Ai fini della prova del delitto di calunnia è necessario che sia accertata non già la mera non verosimiglianza delle dichiarazioni con le quali altri sia incolpato di un reato, ma la sicura falsità delle stesse.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35339 del 15 settembre 2008
«Sussiste il reato di calunnia anche quando il fatto, oggetto della falsa incolpazione, sia diverso e più grave di quello effettivamente commesso dalla persona incolpata. Questa condizione non si verifica allorché la diversità, non incidendo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2805 del 25 gennaio 2007
«Sussiste il reato di calunnia anche quando il fatto, oggetto della falsa incolpazione, sia essenzialmente diverso da quello realmente accaduto, ovvero quando al denunciato sia attribuito un reato diverso per titolo e più grave. Questa condizione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25901 del 16 giugno 2003
«Non ricorre il delitto di calunnia se i profili di falsità della denuncia sporta dal soggetto attivo non incidono sul giudizio di sussistenza del fatto e sulla relativa qualificazione giuridica, anche se da essi possa derivare l'indebita...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1638 del 15 gennaio 2003
«In tema di calunnia, va esclusa la ricorrenza dell'elemento materiale del reato quando venga denunciato un fatto accaduto realmente ma non riconducibile ad alcuna previsione criminosa, nonostante l'eventuale qualificazione propostane dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33556 del 8 ottobre 2002
«In tema di calunnia, essendo irrilevante, ai fini della consumazione del reato, la circostanza che nella denuncia non sia stato accusato alcun soggetto determinato quando il destinatario dell'accusa sia implicitamente, ma agevolmente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30968 del 16 settembre 2002
«La falsa denuncia di smarrimento di un assegno del quale si sia invece fatto uso dandolo a taluno in pagamento costituisce calunnia indiretta in danno del prenditore del titolo nei confronti del quale, per effetto di detta denuncia, vengono ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33855 del 18 settembre 2001
«Non integra il delitto di calunnia (art. 368 c.p.) la condotta di colui il quale denunci un fatto realmente accaduto, qualificato con un preciso nomen iuris, ma non corrispondente ad alcuna fattispecie astratta di reato, atteso che nell'azione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6574 del 2 giugno 2000
«Per la configurabilità del reato di calunnia non è indispensabile un'espressa attribuzione di fatti costituenti reato a carico di una persona attraverso una formale denuncia, essendo sufficiente che l'agente porti a conoscenza dell'autorità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3489 del 17 marzo 2000
«Il reato di calunnia è integrato anche qualora la responsabilità penale di un terzo sia maliziosamente prospettata in forma dubitativa e anche riferendo informazioni apprese da altri, sempre che il denunciante sia consapevole della innocenza di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8183 del 24 giugno 1999
«In tema di calunnia, la semplice conferma, da parte di taluno, della denuncia calunniosa già sporta da un altro non dà luogo a responsabilità penale per il medesimo reato, né in via autonoma né a titolo di concorso. Tale principio, tuttavia, non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4068 del 30 marzo 1999
«In tema di calunnia, è irrilevante, ai fini della consumazione del reato, la circostanza che nella denuncia presentata non sia stato accusato alcun soggetto determinato quando il destinatario dell'accusa sia implicitamente ma agevolmente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3983 del 17 aprile 1996
«Requisito necessario per la sussistenza del delitto di calunnia è l'idoneità della falsa denuncia a determinare l'inizio di un procedimento penale o, comunque, di indagini da parte dell'autorità giudiziaria nei confronti del denunciato. Il reato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9340 del 5 settembre 1995
«Sussiste un unico reato di calunnia anche quando, con una sola denuncia calunniosa, taluno è incolpato di una pluralità di reati.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1974 del 3 marzo 1993
«In materia di calunnia, il termine «denuncia» di cui all'art. 368 c.p. va inteso nel senso di informazione contenente fatti criminosi, idonea a attivare un procedimento penale. Ne consegue che costituisce «denuncia» anche il disconoscimento di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10570 del 3 novembre 1992
«In caso di falsa incolpazione di più soggetti innocenti con unica denuncia, si configurano tanti distinti reati di calunnia, unificati ai sensi dell'art. 81 primo comma c.p., quanti sono gli incolpati.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37654 del 12 settembre 2014
«In tema di calunnia, non sussiste il dolo quando la falsa incolpazione consegue ad un convincimento dell'agente in ordine a profili essenzialmente valutativi o interpretativi della condotta denunciata, sempre che tale valutazione soggettiva non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10289 del 4 marzo 2014
«In tema di calunnia, la prova dell'elemento soggettivo può desumersi dalle concrete circostanze e modalità esecutive dell'azione criminosa, attraverso le quali, con processo logico-deduttivo, è possibile risalire alla sfera intellettiva e volitiva...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26819 del 9 luglio 2012
«In tema di calunnia, l'erronea convinzione della colpevolezza della persona accusata esclude il dolo del denunciante, laddove vi siano state un'effettiva verifica o una corretta rappresentazione dei fatti storici su cui l'errore si è fondato, in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3964 del 29 gennaio 2010
«In tema di calunnia, perché possa escludersi la consapevolezza dell'innocenza del denunciato, occorre accertare che il denunciante abbia agito basandosi su circostanze di fatto non solo veritiere, ma la cui forza rappresentativa sia tale da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7932 del 18 luglio 1995
«Il delitto di calunnia si può commettere anche riferendo ciò che si è appreso da altri ovvero voci o maldicenze correnti, qualora il denunciante abbia la coscienza che l'incolpato non ha commesso il fatto: in tale ipotesi l'elemento psicologico...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6990 del 17 giugno 1995
«Nel delitto di calunnia il dolo non è integrato dalla coscienza e volontà della denuncia, ma richiede l'immanente consapevolezza da parte dell'agente dell'innocenza dell'incolpato, consapevolezza non ravvisabile nei casi di dubbio o di errore...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8722 del 6 agosto 1991
«In tema di calunnia, l'individuazione del richiesto dolo generico — cioè la consapevolezza da parte del denunciante dell'innocenza del calunniato, che è coscienza della lesività concreta del fatto attribuito all'incolpato — è evidenziato, di...»