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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1196 del 7 febbraio 1995
«Qualora sia riconosciuto il concorso di colpa della persona offesa del reato di cui agli artt. 590 e 589 c.p., la graduazione delle colpe concorrenti non può essere determinata con certezza e deve necessariamente essere apprezzata dal giudice di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5945 del 11 febbraio 2009
«Nel reato di abbandono di persona minore o incapace l'evento aggravatore della morte si pone in rapporto di concausa con la condizione patologica della parte lesa, che deve trovarsi, quale presupposto del reato, in condizione di "malattia di mente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 15245 del 22 aprile 2005
«In tema di abbandono di persona incapace (art. 591 c.p.), l'elemento materiale del reato è costituito da qualunque azione od omissione contrastante con il dovere giuridico di custodia che grava sul soggetto agente e da cui derivi uno stato di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4213 del 20 dicembre 2001
«In tema di abbandono di persone minori o incapaci, configura il reato di cui all'art. 591 c.p. la condotta dei responsabili dell'assistenza di soggetti ricoverati presso una casa di cura e di riposo privata (nella specie: titolare, amministratore...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6885 del 1 giugno 1999
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 591, primo comma, c.p., la vecchiaia non può essere intesa come condizione determinante una presunzione assoluta d'incapacità di provvedere a sè stessi, dovendosi invece accertare, di volta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4407 del 15 aprile 1998
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 591 c.p. (abbandono di persone minori o incapaci), non è penalmente apprezzabile l'atto con il quale il direttore sanitario di una clinica — presso cui è ricoverato, in trattamento sanitario non...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10126 del 4 ottobre 1995
«Nel reato di abbandono di persona minore o incapace (art. 591 c.p.), l'elemento materiale è costituito da qualunque azione od omissione contrastante con il dovere giuridico di cura (o di custodia) che grava sul soggetto agente e da cui derivi uno...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3905 del 20 marzo 1990
«Sussiste il reato di cui all'art. 591 c.p. ove gli incapaci (nel caso di specie minorati psichici) di cui l'imputato abbia la custodia, o di cui debba avere cura, siano lasciati in balia di se stessi o di personale inidoneo (nel caso di specie...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8833 del 27 febbraio 2004
«Integra il reato di abbandono di minore (art. 591 c.p.) la condotta del conducente dell'autobus di una scuola che lascia un piccolo alunno a terra con l'effetto di causarne il viaggio di ritorno a casa in una condizione di pericolo rappresentato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38592 del 19 settembre 2014
«Integra il reato di ingiuria qualunque espressione o comportamento idoneo a ledere l'onorabilità della persona offesa o il sentimento del proprio valore che ogni individuo nutre per sé. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto offensiva per il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32907 del 26 agosto 2011
«In tema di tutela penale dell'onore, la valenza offensiva di una determinata espressione, per essere esclusa o comunque scriminata con il riconoscimento di una causa di non punibilità, deve essere riferita al contesto nel quale è stata...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32738 del 7 settembre 2010
«Nel reato di ingiuria, la valenza offensiva delle espressioni usate non viene meno in ragione del rapporto di vicinato tra le parti imponendo anzi, quest'ultimo, pena l'impossibilità di convivenza, un maggiore reciproco rispetto necessitato dalla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44295 del 5 dicembre 2005
«Ai fini della configurabilità della circostanza aggravante della «finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso» quale prevista dall'art. 3, comma primo, del D.L. 26 aprile 1993 n. 122, conv. con modif. in L. 25...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2516 del 20 marzo 1984
«Non sussiste il reato di ingiurie, qualora un superiore gerarchico usi nei confronti di un dipendente un'espressione, che abbia il significato di richiamo, sia pure vivace e colorito, per una maggiore efficienza del servizio, affinché il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 315 del 24 marzo 1972
«Sussiste il reato di ingiuria anche nel caso in cui il soggetto passivo, non in possesso di un perfetto senso dell'udito, o per distrazione o per rumori interferenti non sia riuscito a percepire l'esatta portata delle espressioni a lui rivolte, ma...»
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Cassazione penale, Sez. V, ordinanza n. 3371 del 5 ottobre 1998
«Il reato di ingiuria è punibile a titolo di dolo generico, inteso come volontà di usare espressioni offensiva con la consapevolezza dell'attitudine offensiva delle parole usate. La configurabilità del delitto prescinde, quindi, dai motivi a...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 847 del 11 febbraio 1981
«Se è vero che nei delitti contro l'onore non si richiede il dolo specifico, nel senso che non occorre l'animus nocendi, è pur vero però che si richiede la prova della consapevolezza e della volontà di arrecare offesa all'altrui patrimonio morale,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6063 del 19 maggio 1978
«Ai fini della ricerca dell'elemento psicologico nel reato d'ingiuria, non può affermarsi che sia «sempre» ingiuriosa l'attribuzione di fatti costituenti reato; tale affermazione, priva dell'effettivo accertamento dell'intenzione dell'agente e del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 37383 del 17 ottobre 2011
«Integra il delitto di diffamazione, sotto il profilo della lesione della reputazione professionale dell'Ente, la divulgazione a mezzo stampa di false notizie in ordine a presunti contrasti tra i soci principali di una società commerciale.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 30255 del 9 agosto 2005
«In tema di diffamazione attribuita ad un parlamentare, non sussistono i presupposti di fatto per sollevare, da parte dell'A.G., conflitto di attribuzione a fronte di una delibera di insindacabilità emessa, ai sensi dell'art. 68 comma primo della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 29880 del 20 agosto 2002
«In tema di diffamazione addebitata a soggetto investito di mandato parlamentare, deve escludersi che le prerogative connesse a tale mandato, con particolare riguardo a quella dell'insindacabilità delle opinioni, stabilita dall'art. 68 Cost.,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1477 del 12 febbraio 1992
«Il reato di diffamazione è costituito dall'offesa della reputazione di una persona determinata che non può essere ravvisato nel caso in cui vengano pronunciate o scritte frasi offensive nei confronti di una o più persone appartenenti ad una...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7410 del 25 febbraio 2011
«Non osta all'integrazione del reato di diffamazione l'assenza di indicazione nominativa del soggetto la cui reputazione è lesa, se lo stesso sia ugualmente individuabile sia pure da parte di un numero limitato di persone. (Fattispecie in tema di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 28661 del 30 giugno 2004
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, non costituisce esercizio legittimo del diritto di critica la gratuita attribuzione di mala fede a chi conduce indagini giudiziarie, presentando come risultato di complotti o di strategie politiche l'opera...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7839 del 31 maggio 1990
«Nel reato di diffamazione a mezzo stampa l'individuazione del soggetto passivo del reato — in mancanza di una indicazione specifica ovvero di riferimenti inequivoci a circostanze e fatti di notoria conoscenza attribuibili ad un determinato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36602 del 13 ottobre 2010
«In tema di delitti contro l'onore, il requisito della continenza, quale elemento costitutivo della causa di giustificazione del diritto di critica, riguarda le espressioni utilizzate, mentre la continenza non può essere evocata come argomento a...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 679 del 20 gennaio 1998
«Riportare su un comunicato stampa la notizia di una procedura disciplinare a carico di un magistrato, collegandola, in modo non rispondente al vero, ad un atto del suo ufficio, costituisce offesa alla reputazione (art. 595 c.p.), screditando detta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11663 del 16 dicembre 1997
«Ai fini della sussistenza dell'elemento psicologico del reato di diffamazione è sufficiente il dolo generico, vale a dire la consapevolezza di offendere l'onore o la reputazione di altro soggetto; ne consegue che, allorquando il carattere...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5454 del 9 giugno 1997
«In tema di diffamazione, si configura la condotta del reato solo qualora — nell'ipotesi in cui l'agente comunichi in via riservata con un'unica persona — vi sia la prova della volontà, da parte dell'agente medesimo, della diffusione del contenuto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7713 del 7 agosto 1996
«L'elemento psicologico del reato di diffamazione consiste nella volontà di usare espressioni offensive con la consapevolezza di ledere l'altrui reputazione. (Nella fattispecie la Corte, rigettando il ricorso tendente al riconoscimento dell'ipotesi...»